L'arte di Silvia Colizzi
di
William Molducci
“La
materia frammentata, polverizzata, dissolta, poi catturata e
racchiusa in nuove forme in divenire: Polvere di Vita. Il Mosaico
come metafora di Vita”, queste
sono le parole introduttive dalla personale “Polvere di Musaico”
dell’artista Silvia Colizzi, in programma nella 4° edizione del
Festival Internazionale del Mosaico Contemporaneo, inaugurata lo
scorso 8 ottobre presso il Ristorante
Caffetteria Due Dame di Ravenna.
Silvia
Colizzi, insegna da oltre 20 anni presso l’Istituto d’Arte per il
Mosaico “Gino Severini” di Ravenna, ora “Liceo Artistico
Nervi-Severini”, dove contribuisce allo sviluppo delle
individualità degli studenti, secondo una visione globale, olistica,
rimandando inevitabilmente al mosaico come totalità formata da
frammenti, che chiama Musaico, con diretto riferimento etimologico
alle muse. Silvia, con la sua opera, cerca la via del ritorno alla
fonte originaria del mosaico, perché lo ritiene metafora di vita, di
quella vita intrisa di semplicità, spontaneità e amore, della quale
mai più di oggi se ne avverte il bisogno.
Una delle opere di Silvia Colizzi esposta in "Polvere di Musaico" |
I
“Mosaici in movimento di Silvia Colizzi” sono stati protagonisti
a Praga, nel 2014, nel
progetto "Musa-ico: from the Interior Mosaic to the Social One“
(Dal Mosaico Interiore al Mosaico Sociale) in collaborazione con la
mosaicista Magdalena Kracik Storkanova. Il laboratorio ha prodotto
"Women Sound“, l’opera realizzata dalle partecipanti al
progetto. Tra
i tanti incontri internazionali segnaliamo quello con la mosaicista
Lillian Sizemore, di San Francisco, interessata alla vita e alle
opere di Gino Severini, colui
che è considerato il padre del mosaico moderno.
da sx la mosaicista americana Lillian Sizemore e Silvia Colizzi, presso il liceo artistico Nervi-Severini di Ravenna |
I
suoi mosaici o per meglio dire Musaici, esprimono arte, corpo, anima…
I
miei Musaici, così amo chiamare i miei lavori, sono impasti materici
dai quali s’intravvede la struttura interna del lavoro stesso, ora
fili di ferro o legno o vetro, che affiorano nudi e crudi dalla
malta. La malta diviene la protagonista, la vera e propria anima del
mosaico, capace di riunire in nuove forme così tanta frammentarietà.
Dal legante affiorano tessere musive compatte o sgretolate, fino a
diventare vera e propria polvere: eterei granelli di polvere di
stelle come ancestrali DNA, distillati e pronti a rinascere al suono
di ritmi e andamenti esistenziali oggi dimenticati e schiacciati da
fugaci patine superficiali. Tessere musive, per quanto vicine o
distanti, coese tra loro seppur così diverse le une dalle altre,
allo scopo di creare insieme un’opera unitaria.
Polvere di Musaico... |
Il
mosaico come metafora di vita?
Il
Mosaico vera e propria metafora di vita, l’espressione tangente del
riunire insieme idee, emozioni, persone, per ricercare e creare nuove
armonie, sia personali sia collettive, e condividerle nel percorso di
vita che ci accomuna. Percezione e ricerca artistico-psicopedagogica,
coniugata dalla mia stessa esistenza di donna, madre, educatrice,
insegnante...
La
natura e l’esperienza esistenziale sono le mie vere e proprie
maestre di vita, una vita afferrata nelle sue svariate sfaccettature
a ricomporre il mio, il nostro, mosaico interiore per poi farlo
interagire con quello sociale.
Mosaico e performance presso Le Due Dame di Ravenna... in versione Pop Art |
“Polvere
di Musaico” è anche performance, un’originale simbiosi tra
materia e spettacolo…
L’opera
più significativa, tra quelle esposte, per me è stata
l’estemporanea del “Mosaico Vivente” che in quel contesto si è
riunito: amici, colleghi, alunni, familiari e altri ancora, hanno
preso parte alla performance “dell’inaugurazione” muovendosi
fra le scenografie tratte dalla “Polvere di Musaico”. Grande
convivialità, sotto lo sguardo di Impasti di Polvere di Musaico,
con le gustose ricette, associate ai miei lavori, ideate e preparate
dallo chef Marco Banzola, con la musica di Luca
Bombardi e la voce di Annagloria. Con i passi di danza delle ginnaste
di ritmica della Compagnia dell’Edera, con le mie Poetiche Musive,
mosaici di parole scaturite tra cementi e sassi dai quali fanno
capolino piante di verde edera, che avvinghiano la pietra ora grezza
ora lavorata, e tagliata dalla martellina, come in “Anno Domini”,
quadratura del cerchio della vita. La mia ricerca-azione musiva è
ben rappresentata da quanto detto dal Professor Marcello Landi
all’inaugurazione: “Silvia Colizzi indaga il mosaico come se
fosse un linguaggio, lo sta smembrando in tanti piccoli pezzi, come
se fosse una lingua e cerca quella che è una sintassi originaria del
mosaico…”.
Woman sound, opera creata dalle partecipanti, durante il laboratorio di mosaico svoltosi a Praga in collaborazione con con la mosaicista Magdalena Kracik Storkanova |
Mosaico
contemporaneo e tradizionale…
Oggi
il mosaico contemporaneo si affianca a quello tradizionale, lo
restaura, lo replica, lo reinterpreta, lo rende virtuale riassorbito
da inafferrabili pixel presto dissolti nell’etere. Il mosaico
diventa design, hobby e allo stesso tempo si contamina con la tarsia
o il collage, s’impossessa, anche riciclandoli, dei più svariati
materiali, perdendo sempre più la propria identità. Molti
mosaicisti oggi imitano la realtà con un assiduo ricomporre con
tessere foto o oggetti, pareti, pavimenti, usano la tecnica musiva
integrata ad altre e allora nascono storie quasi a fumetti, altre
volte sono tessere appese a fili o reti, oppure sono disseminate
liberamente nello spazio senza più un legante a tenerle unite tra di
loro, fino a sparire, lasciando solo la loro impronta: non è forse
tutto ciò il sintomo della nostra contemporaneità? Uno spazio
meraviglioso nel quale tutti si possono muovere ed esprimere, ma
spesso anche uno spazio frenetico e meramente di superficie, forse
solo tatuaggi sulla pelle del mosaico alla disperata ricerca della
propria identità. Io, fin dai tempi dell’Accademia di Belle Arti
di Ravenna, la cui tesi s’intitolava “L’Altra
Via dell’Arte Musiva – matericità a confronto”,
ho sentito la necessità di andare sotto quella pelle, ormai coriacea
e impermeabilizzata, che non lascia alcuna possibilità di
traspirare, che nega la benefica osmosi tra lo spirito dentro di noi
e quello universale fuori di noi. Per questo ho la necessità di far
emergere la struttura interna, lo scheletro, la muscolatura, la linfa
vitale, l’anima del mosaico, quella forza coesiva che unisce le
parti nel tutto “forte di ogni
forza l’Amore”, simboleggiata
dal legante.
Brochure di presentazione dell'opera di Silvia Colizzi |
Copyright
by William Molducci
1 commento:
...Polvere di Vita. Il Mosaico come metafora di Vita...il legante...forza coesiva che unisce le parti nel tutto...forte di ogni forza l’Amore!
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