Intervista
a Silvia Mezzanotte
di
William Molducci
Silvia
Mezzanotte ha esordito come cantante nel 1990, partecipando al
Festival di Sanremo, nella categoria giovani, con la canzone Sarai
grande, classificandosi al quarto posto. Successivamente inizia
la collaborazione con altri artisti quali Laura Pausini, Francesco De
Gregori, Andrea Bocelli e Mia Martini.
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Nel
1999 entra a far parte dei Matia Bazar, sostituendo Laura Valente.
Con il gruppo ha partecipato a tre edizioni del Festival di Sanremo:
nel 2000, con la canzone Brivido caldo, nel 2001, con Questa
nostra grande storia d'amore, arrivata al terzo posto, e nel
2002, anno della vittoria della manifestazione, con il brano Messaggio
d'amore. Insieme ai Matia, in questo primo periodo, realizza tre
album: Brivido caldo, Dolce canto
e Messaggi dal vivo,
quest’ultimo è il loro primo live in assoluto, che raccoglie i
brani di maggior successo.
Nel
2004, Silvia lascia il gruppo per intraprendere la carriera da
solista e lo fa partecipando con successo alla tournée “En vivo”,
organizzata da Radio Italia in paesi quali Argentina, Cile e Uruguay,
insieme ai colleghi Franco Simone, Umberto Tozzi, Stadio, Paolo
Belli, Iva Zanicchi, Riccardo Fogli e Beppe Carletti.
Due
anni dopo, nel 2006, esce il suo primo album da solista, intitolato
Il viaggio. Nello stesso periodo registra con Massimo Ranieri
il duetto Perdere l'amore, inserito nell'album Canto perché
non so nuotare. L'anno successivo Ranieri la vuole nelle quattro
puntate del suo show televisivo Tutte donne tranne me.
Successivamente ha partecipato alla terza edizione del reality show
musicale Music Farm su Rai 2, precursore di X-Factor, dove è
riuscita, nonostante l'eccessiva competitività dello show, a farsi
apprezzare per le sue qualità artistiche e umane.
Nel
2008 ha pubblicato il suo secondo CD, intitolato Lunatica,
lanciato dal singolo Non c'è contatto, composto da Emilio
Munda e Matteo Gaggioli. Nel settembre dello stesso anno è entrata a
far parte del cast del programma televisivo Volami nel cuore,
varietà del sabato sera di Rai 1. Nel 2009 ha iniziato un nuovo
percorso teatrale con lo spettacolo Regine, un recital nel
quale ha omaggiato le grandi interpreti della musica, che hanno
contribuito alla sua crescita musicale. Nello spettacolo canta, in
sette lingue, le canzoni più belle delle grandi voci italiane e
straniere, da Mina a Liza Minnelli. Nello stesso anno intraprende il
Lunatica tour 2009 e prende parte ad alcuni spettacoli teatrali di
Massimo Ranieri.
Il
20 settembre 2010 è la data storica del suo ritorno nei Matia Bazar,
una reunion nata da un incontro occasionale avvenuto in aeroporto,
che li proietta nuovamente a Sanremo 2011, con il brano Sei tu,
preceduto da un nuovo album: Conseguenza logica, a cui per i
testi ha collaborato Adelio Cogliati, paroliere storico di Eros
Ramazzotti.
L'intervista
I
tuoi album da solista: Il viaggio e Lunatica, sono stati molto
importanti nella tua carriera, vuoi parlarci di questi due progetti
così vicini e allo stesso tempo così diversi tra loro, dove hai
firmato anche i testi di alcuni brani?
Rappresentano
un periodo storico e artistico di importanza sostanziale per la mia
crescita. Entrambi mi hanno permesso di parlare al femminile,
raccontando la mia vita e quella delle donne, rendendomi quasi
traduttrice dei sentimenti e delle emozioni al femminile. Da sempre
penso che occorra un interprete per tradurre al mondo maschile ciò
che davvero pensiamo. L'intento era utilizzare le emozioni del canto,
per far arrivare dritto al cuore concetti non facili da esporre a
parole. In particolare trovo che Lunatica sia un album di
straordinaria attualità. Ancora oggi ne vado molto fiera.
Dieci
anni fa hai partecipato con successo al tour En Vivo, cantando in
Argentina, Cile e Uruguay, insieme ad alcuni importanti colleghi.
Cosa ricordi di quell'esperienza, dove affrontavi un pubblico, che
probabilmente non ti conosceva?
Ricordo
l'accoglienza calorosissima di un pubblico meritocratico. Che mi
conoscesse o no, mi ha ascoltato, mi ha "sentito" e mi ha
applaudito.
Oltre
alla tua attività insieme ai Matia Bazar, stai portando in giro
Regine, uno spettacolo in cui interpreti, in chiave jazz, i grandi
successi "femminili" della musica internazionale,
accompagnata da Pino De Fazio al pianoforte, Luca Cantelli al
contrabbasso e Max Govoni alla batteria, vuoi parlarci di questo
spettacolo?
Regine
mi dà l'opportunità di raccontarmi attraverso musica e parole.
Parlo di me e di tutte le regine che celebro, tra affinità e
diversità cercando di porre l'attenzione su concetti chiave, come la
paura del giudizio della gente, l'insicurezza, la pessima necessità
di dover dare più valore all'apparenza piuttosto che all'essenza
tipica del mondo dello spettacolo. Inoltre, cantando in sette lingue,
mi dà l'opportunità di continuare a studiare e a sperimentare con
la mia voce.
Ti
definisci "credente cresciuta in una famiglia laica" e in
Regine uno dei momenti più emozionanti è quello in cui canti l'Ave
Maria di Gounod, di cui hai scritto le parole in italiano. Quale è
stato il tuo approccio nello scrivere questo testo?
La
semplice volontà di raccontarmi nella mia spiritualità. Ho voluto
scrivere una preghiera moderna, semplice, che mi permettesse di
parlare a Maria senza dover alzare gli occhi al cielo, ma vedendola
seduta accanto a me, pronta a supportare il mio cammino, che come
quello di tutti è fatto di alti e bassi, di voli altissimi e di
cadute.
Da
quattro anni sei ritornata a essere la front-woman dei Matia Bazar,
recentemente vi abbiamo visto nello show russo in cui si celebravano
i 70 anni di Albano, andato in onda su RAI 1, all'estero esiste un
mercato per la musica italiana e per i Matia Bazar in particolare?
Albano,
Toto Cutugno, Riccardo fogli, Matia Bazar e qualche altro artista
italiano conservano una fama e un successo straordinario, soprattutto
nei paesi dell'est. Sarebbe bello che anche l'Italia decidesse di
celebrare le sue stelle, come succede all'estero... invece molto
spesso le dimentica.
Su
YouTube è visibile il video del tuo esordio a Sanremo, dove cantavi
il brano Sarai Grande. Dal filmato traspare molta emozione, ma anche
tanta grinta, cosa ricordi di quell'esperienza?
Mi
paragono ad Alice in Wonderland. Scarsissima esperienza e tanta
voglia di far bene. Ho bei ricordi.
Sanremo,
sola o con i Matia, è sempre un'opportunità?
Indubbiamente
si. Ma odio il tele-voto. Trasforma il festival in un reality show, e
ancora una volta si vuole vedere il sangue.... lo trovo terribile...
Sono felice che Fazio abbia cambiato la formula della gara. E che non
abbia chiamato i figli dei talent. Non ho nulla contro di loro, ma
attraverso l'esercito di tele-votanti, che trascinavano, riuscivano
sempre a rendere la competizione del tutto inefficace.
Silvia
Mezzanotte e Massimo Ranieri, un incontro artistico tra emozioni e
talento, come ti sei trovata a lavorare con lui e anche con Al
Jarreau?
Al
Jarreau, Massimo Ranieri e non ultimo il più recente con Michael
Bolton. Tre momenti indimenticabili. Per me il top, in Italia con
Ranieri e nel mondo con gli altri due. Esperienze che porto nel cuore
con emozione straordinaria.
Vuoi
parlarci di Masterclass, dove cerchi di trasmettere ai giovani le tue
esperienze e che si prefigge di aiutare i nuovi talenti a emergere?
Ho
deciso di mettere la ma esperienza e la mia tecnica al servizio dei
giovani. Non mi pongo mai nel ruolo di giudice, ma parto dallo
strumento che incontro per cercare i margini di miglioramento. Per me
il canto è un dono che dovrebbero utilizzare tutti, anche chi non sa
cantare. E' un potentissimo strumento per mettersi alla prova e
incanalare le energie interiori. Non tutti possono diventare
cantanti, ma tutti possono avere miglioramenti.
La
tua rubrica "Note di Silvia", pubblicata sul quotidiano Il
Resto del Carlino è un punto di incontro con i tuoi fan, così come
la tua pagina Facebook, dove interagisci direttamente con loro.
Internet e carta stampata, la risposta sembra scontata, ma quale dei
due mezzi ti dà più soddisfazione?
Sembrerà
paradossale, lo so, ma preferisco la carta stampata, in quanto posso
scrivere quello che penso, inoltre, le lettere di risposta, che
vengono inviate al giornale sono tutte firmate e quindi posso
risalire a chi scrive e rispondere, se lo ritengo opportuno.
Su
Facebook, invece, spesso incontro persone che non sono pronte al
rispetto nel dialogo o nella discussione e utilizzano l'anonimato per
essere insolenti e maleducati. Chi entra nei miei spazi deve sapere
da principio che accetto ogni genere di critica, purché formulata
con rispetto. Ogni tanto però qualche utente ho dovuto bannarlo.
Si ringrazia Silvia Mezzanotte per la disponibilità del materiale fotografico
Copyright
© by William Molducci
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