di Simonetta Sandri
"Ha inizio nell’estate dei
tuoi quattro anni. Quando le mie paure si sono schiuse davanti alle
immagini di una strage. Poco dopo la Terra ha tremato. E anche io
sono stata contagiata da quel tremore, perché l’ho avvertito in
te”. (Simona Sparaco, ‘Sono
cose da grandi’)
Oggi la paura
non è più solo quella delle fiabe, dei lupi, degli orchi, delle
streghe, dei vampiri, dei fantasmi o dei mostri cattivi pronti ad
affollare le notti e gli incubi di bambini sensibili, attutita e
ammansita da una carezza sulla nuca. Oggi la si vede in televisione,
la si riconosce negli occhi di un nipote che, di fronte all’11
settembre di Nizza, a una macchina che esplode, a una scheggia che
falcia tutti come birilli o a stragi perpetrate da uomini
incappucciati di nero in nome di una religione lontana, pone la
fatica domanda: ma perché tanta violenza
a questo mondo?