Maxence
Fermine, La piccola mercante di sogni, Bompiani, 2013, 206 p.
di
Simonetta Sandri
L’attrazione
per questa copertina è immediata, non fosse altro che per il disegno
e i colori tenui che mi ricordano le favole e un ambiente delicato da
bambini sereni. L’autore poi, è uno dei miei preferiti, con il suo
Neve,
parte della bellissima trilogia dei colori, che mi ha fatto a lungo
riposare e sognare durante i freddi pomeriggi invernali.
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Da
sempre Maxence Femine rappresenta per me l’essenza della Francia
delicata, della sua poesia, del suo romanticismo, della sua voglia e
capacità di sognare a occhi aperti e di realizzare anche tanti di
quei sogni lontani. Questo libricino è un’autentica fiaba, ricorda
delle belle e croccanti crêpes spolverate di zucchero alla vaniglia,
profuma di marshmallows,
di torte alla fragola, di pasticcini e cioccolatini del meraviglioso
Ladurée, quelli esposti nelle scintillanti e grigio-rosa-azzurre
vetrine dell’elegante e chic Saint Germain des Près, di colorati,
morbidi e tondi macarons
golosamente farciti da attenti e abili pasticcieri dall’alto
cappello bianco. Di zucchero filato.
Foto
Debby Anderson,
http://www.4inspireddesign.com/2011/02/letter-to-cupid.html
Dalla
copertina che ci introduce Lili con i suoi capelli neri elettrizzati
e il suo vestito bianco candido (ancora il colore della neve…), ci
troviamo subito immersi in una bella fiaba per bambini e adulti,
accompagnati da illustrazioni di giovani talenti realizzate per un
concorso organizzato dall'editore Lafon, che ha stampato il volume in
Francia. Partiamo da Lili, dicevamo, la piccola mercante di sogni dal
curioso tavolino colmo di scatoline che racchiudono i sogni che vende
per strada, per conoscere (e adorare) subito Malo che, il 2 Novembre,
giorno del suo undicesimo compleanno, sparisce nella Senna, coinvolto
in un incidente del taxi che lo accompagnava alla festa per lui
organizzata dai genitori in un grande e probabilmente lussuoso
albergo parigino. Attraverso un misterioso e curioso oblò il bambino
si ritrova, improvvisamente, in un ambiente grigio, incolore, un po’
nebbioso, il Regno delle Ombre, solo, senza rumori, senza altri
esseri umani intorno a lui, attorniato da personaggi che si
riveleranno strani, ombre e spettri spesso poco gentili. In questo
mondo che ricorda quello di Alice
nel Paese delle Meraviglie,
Malo incontra un albero e un gatto parlanti, Arthur e Mercator, e,
soprattutto, Lili, occhi color dell'oro, vestito bianchissimo,
collant viola e scarpe verdi, che assomiglia molto alla sua cara
amica Clarisse. Lili è l'unico personaggio colorato che Malo
incontra, gli altri hanno tutti le tonalità del bianco e del nero.
Lili ha con sé un tavolino ripiegabile e tantissime scatoline dai
vari colori che contengono ciascuna un sogno. L'antagonista è lo
spettro Dom Perlet, brutto e cattivo, come in ogni tradizione di
fiaba che si rispetti, metà stregone e metà alchimista,
proprietario di un grosso gatto nero e con mano il destino della
piccola Lili. La obbliga, infatti, a vendere i sogni (alla centesima
vendita la bambina sarà libera) e maledice Malo colpevole di aver
pagato un soldo in meno per una di quelle magiche scatoline. Il
bambino potrebbe anch’esso essere trasformato in uno spettro se
entro l'alba non ripagasse il debito con gli interessi. Debito che
diventa subito di dodici bruzoni (specie di dobloni). L’avventura
consisterà nel cercare di vendere le scatole dei sogni, catturati da
Lili con una retina per farfalle, prima al Clown Bianco, poi al Mago
Septimius, al pittore Otto, al Barbone celeste.
Ci
sentiamo un po’ su una giostra variopinta e giochiamo insieme con
Lili e Malo vero il finale. Leggeri e felici ci arriveremo insieme a
loro, sorridendo, quasi volando.
Parigi,
Giostra all’Hotel de Ville, Copyright © by Simonetta Sandri
Copyright
© by Simonetta Sandri
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