di
William Molducci
Mario
Pezzolla è un autore radio televisivo, conduttore radiofonico e disc
jockey italiano, cresciuto culturalmente nella Londra degli anni
settanta, lavorando e frequentando locali cult quali il marquee, in
piena era rock progressive.
Dagli
anni ottanta collabora con Radio Rai, inizialmente con RaiStereoDue,
in seguito RaiStereoUno poi denominata StereoRai, delle quali divenne un punto
fisso. Storica la sua conduzione, nella fascia pomeridiana della rete
stereofonica, con Barbara Condorelli e Riccardo Pandolfi.
Nel
decennio successivo ha condotto numerose edizioni della trasmissione
radiofonica del Festival di Sanremo, entrando a far parte della
commissione selezionatrice di "Sanremo Giovani", diventando
membro della Direzione artistica nel 1999.
Gli
appassionati di musica lo conoscono per le monografie sui Beatles, di
cui è uno dei più importanti esperti in materia. Tra le sue
produzioni per Video RAI ricordiamo "I Favolosi Beatles”,
realizzato con Marcello Villella, ovvero, I Beatles visti dall’Italia
attraverso tutti i filmati prodotti dalla Rai dal 1963 al 1970.
Mario Pezzolla |
Nel 1976 hai
seguito il tour italiano di Paul McCartney e i Wings a cui sono
seguite monografie e videocassette dedicate ai Fab Four...
Con
il reportage del concerto di Venezia di Paul McCartney cominciai a
fare la radio con Radio Antenna Musica 102. Come tanti al mondo,
anch'io sono stato affascinato dai Beatles e dalla loro stella che
brilla sempre di più con il passare del tempo. Ecco perché li
studio ancora.
I Beatles a Milano |
Hai
ideato la trasmissione “Vedi chi erano i Beatles”, andata in onda
su RAI Tre per celebrare i 50 anni trascorsi dal loro unico tour
italiano…
Volevo
che si festeggiasse tutti insieme proprio in uno di quei giorni (25
giugno) in cui i Beatles erano in Italia nel 1965, ma anche per la
data, in questo caso del '67, in cui per la prima volta tutto il
mondo era collegato in diretta televisiva per vederli cantare “All
you need is love”. L’evento fu seguito da 400 milioni di
telespettatori; quel documento lo abbiamo utilizzato anche in
chiusura del programma. La conduzione di Fabrizio Frizzi non è stata
casuale in quanto anche lui, nonostante avesse soltanto 7 anni, era
presente a uno dei quattro concerti romani. Fra gli ospiti mi piace
ricordare Ken Scott, uno dei cinque ingegneri del suono che si sono
alternati al banco di quelle mitiche registrazioni. Con Ken, due
giorni dopo la diretta televisiva, in un teatro romano, abbiamo
approfondito e arricchito quei preziosi racconti.
L’estate
scorsa, al Teatro Ariston di Sanremo, hai presentato il “Beatles
summer festival”…
Sono
stato ospite di una delle innumerevoli iniziative dei Beatlesiani
d'Italia Associati, il fan club più prolifico in quanto ad eventi
legati ai Beatles. In questo caso si trattava di celebrare i 50 anni
di “Revolver”, uno degli album più importanti dei 4 di Liverpool
e della storia della musica. Alla manifestazione hanno partecipato
tanti gruppi musicali di valore.
I Beatles |
“Sulle
orme dei Beatles fra skyffle e Teddy Boys”, anche qui si parla di
Beatles…
Certo,
è il sottotitolo di "Dalle cantine di Liverpool" ed è un
lavoro al quale mi sto dedicando già da un po'di tempo. È un
incontro teatrale con Dougie Meaking che prima di essere un autore e
musicista da 50 anni in Italia (strumentista e voce in tanti nostri
dischi di successo) è nato e cresciuto nella Liverpool dei Beatles e
ne ha visto fiorire il fenomeno. Anche in questo caso si tratta di
racconti di prima mano e di volta in volta ne vengono fuori di nuovi.
Contiamo di tornare in scena quanto prima.
Per
anni hai lavorato per Radio Rai, un punto fermo della tua carriera
professionale…
Un
momento che dura da più di 35 anni, fra alti e bassi come in tutte
le carriere. Tutto cominciò con le scalette per la filodiffusione
per poi passare alla conduzione dei programmi. L’avventura che ha
caratterizzato quegli anni è sicuramente quella legata alle reti
stereo della Rai. StereoDue e StereoUno, successivamente denominate
StereoRai, ci hanno dato la possibilità di spaziare e sperimentare
in assoluta libertà in quanto le attenzioni dei massimi dirigenti
erano concentrate sulle reti tradizionali. Quell’avventura finì
nel '94 con la chiusura delle reti in FM, cosa fatta (secondo molti)
un po' avventatamente vista la perdita di una bella fetta di
pubblico.
Negli
anni ’90 hai condotto numerose edizioni della trasmissione
radiofonica del Festival di Sanremo, poi sei entrato a far parte
della commissione selezionatrice di "Sanremo Giovani" e sei
diventato membro della Direzione artistica del Festival….
Era
stato sempre un mio pallino quello di portare i microfoni della radio
dietro le quinte del festival, per seguirne i retroscena e sentire lo
stato d'animo degli artisti subito dopo l'esibizione. A quanto pare
si è trattato di un’intuizione indovinata, visto che continua
ancora adesso. Grazie anche a questa esperienza sono stato chiamato a
selezionare le canzoni. La denominazione Direzione artistica è
legata ad un momento in cui i presentatori non si occupavano
direttamente della scelta dei brani e quindi l'organizzazione del
festival ci battezzò in modo più altisonante, ma pur sempre di
commissione selezionatrice si trattava. Per quanto mi riguarda ho
cominciato, come dici tu, con l'edizione autunnale di Sanremo Giovani
(1993) dove pescammo bene da subito scegliendo Andrea Bocelli,
Giorgia e Irene Grandi, per citare i nomi più eclatanti di
quell'esordio. L'esperienza delle selezioni, fra giovani e big, si è
poi ripetuta fino al 2003, non proprio per tutte le edizioni, diciamo
che ne ho collezionate una decina.
Gianni Morandi (ph. Ketty Antonacci) |
Ci
siamo conosciuti al tempo di “Andavo a 100 all’ora”, la tua
trasmissione per Radio Margherita dedicata a Gianni Morandi. Durante
le varie puntate hai fatto ascoltare 400 canzoni di Morandi e
intervistato i protagonisti della sua fortunata carriera. Quali sono
le tue impressioni sul mondo Morandi?
Gianni
Morandi è un esempio unico, almeno in Italia, di artista molto
popolare che prova a vivere come una persona normale. È la sua
forza. Con lui il programma è scivolato via con grande piacere e, a
proposito dei tanti che sono intervenuti, non c'è stato nessuno che
abbia esitato un attimo a lasciare la propria testimonianza, a
partire dagli storici autori Franco Migliacci e Bruno Zambrini che
hanno raccontato nei minimi particolari come sono nate quelle canzoni
da milioni di copie: “In ginocchio da te”, “Non sono degno di
te”, “La fisarmonica”…
the marquee (ph. by kiwi) |
Hai
lavorato al marquee, uno dei templi della musica, insieme a tanti
artisti emergenti del rock progressiva. Pensando a quel locale non si
può fare a meno di ricordare George Michael e gli Wham!….
Quando
lavoravo al marquee (rigorosamente tutto minuscolo) gli Wham! erano
ragazzini. Anni dopo però ci avrebbero ambientato un video, quando
ancora, come all'epoca mia, il locale era al 90 di Wardour Street. Il
primo che ho visto suonare in quel locale, prima ancora di lavorarci,
è stato Eric Clapton che cantava “After Midnight”, “Bad Boy”,
“Blues Power”, con Derek and the Dominos. Mi ricordo anche dei
Fat Mattress, gruppo di Noel Redding, già bassista di Jimi Hendrix.
E poi in seguito tutti quelli della scena progressive.
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