di
William Molducci
Il
sottile ma intenso timbro del sax soprano di Nicola Mogavero trova,
nel ritmo e negli assoli della chitarra classica di Alessandro
Bianco, l’equilibrio per un complicato accostamento musicale. Nello
spazio di poche note “Heptachord” passa dalle melodie
mediterranee agli accenni di bossa nova, per incontrare nel prog e
nei passaggi jazz la sua dimensione. “Heptachord” si sviluppa nel
difficile equilibrio dei due strumenti, un’esplorazione che spesso
ha scoraggiato i compositori ma allo stesso tempo uno stimolo e un
limite da oltrepassare, una sfida.
Il
disco di Mogavero e Blanco è l’insieme delle suite di Dimitri
Nicolau e Melo Mafali, autori rispettivamente di “Grottapinta, Op.
200 e il “Trittico di Vulcano”.
Nicola
Mogavero e Alessandro Blanco “raccontano” Heptacord
Al
riguardo Mogavero ha affermato: “Le scelte di repertorio sono
legate alla nostra naturale radice mediterranea. Dimitri Nicolau,
gigante della musica greca tra XX e XXI secolo, è stato in grado di
dipingere atmosfere e affetti talmente connotati, a livello melodico,
ritmico, armonico e timbrico, da tirarci dentro ad un vortice di
“mediterraneità” nuova e antica, oltre le mode, che il Trittico
di Melo Mafali ha quindi potuto rilanciare. La matrice comune è
immaginifica e descrittiva, a tratti cinematica, e di certo è quanto
di più vicino a due personalità come la mia e quella di Alessandro:
due figli di città di mare – Palermo e Messina – che spesso
scappano a studiare in posti isolati, tra alberi e montagne”.
Da sinistra: Alessandro Blanco e Nicola Mogavero |
A
sua volta Blanco ha dichiarato: “Una volta testato il seme di
“Heptachord” con le nostre riletture e trascrizioni, ci
imbattemmo in un brano originale per chitarra e sax soprano, grazie
alla conoscenza diretta degli amici di Almendra. Si trattava di
Grottapinta di Dimitri Nicolau, grande compositore greco molto vicino
ad uno dei membri della factory palermitana. Fantastico! Il brano era
scritto benissimo e gli equilibri funzionavano senza sforzi. Il
sapore e gli affetti mediterranei della composizione di Nicolau ci
fecero venire in mente che si poteva pensare a un progetto organico
con anche musica nuova dalla nostra Sicilia. Fu così che
coinvolgemmo Melo Mafali – compositore colto e “musicista totale”
vicino anche a esperienze progressive rock – il quale, entusiasta,
si mise al lavoro su Trittico di Vulcano, tre quadri sonori
dall'arcipelago delle Eolie, che rispondevano agli affetti musicali
di Dimitri con visioni e "sapori" mediterranei tanto cari
anche a Nicola e me”.
Nicola
Mogavero: “Gli equilibri su cui si regge Heptachord, in modo del
tutto istintivo, non sono mai stati un problema su cui soffermarci.
Ci siamo infatti incontrati e scelti proprio perché c’era
un’affinità in tutti gli ambiti, primo tra tutti quello della
performance: Alessandro è un chitarrista con una presenza sonora
pari a pochi altri, io col sax provo semplicemente a non dargli
troppo fastidio. Per il repertorio abbiamo all’inizio scavato
ognuno nel proprio pregresso e nel proprio bagaglio, ma le soluzioni
cominciarono a venir fuori pian piano, tra ricerche e le tante
collaborazioni con altri musicisti, così siamo riusciti a creare un
repertorio originale aperto a ogni contributo coerente con le nostre
identità e quindi con “Heptachord”, cui affianchiamo, tra sfida
e coerenza, una linea di ricreazione di alcune pagine del XX secolo,
come ad esempio le “Six Melodies” di John Cage.
Alessandro
Blanco ricorda: “Heptachord nasce da un'estrema sintonia umana tra
noi due e da un'innata curiosità e ricerca del 'nuovo', a maggior
ragione per la pressoché totale assenza di musica originale per
questo insolito duo. L'oggettiva difficoltà di accostare una
chitarra non amplificata al sax soprano, così presente dal punto di
vista della pressione sonora, ha scoraggiato i compositori, ma come
spesso è accaduto nella storia della musica, l'interprete può
essere punto di partenza per nuove strade prima impraticabili.
Iniziammo a testare trascrizioni varie, scoprendo che l'equilibrio
era in realtà possibile: il chitarrista doveva avere un buon
“forte”, il sassofonista un buon “piano”, oltre ai normali
parametri utili a qualsiasi insieme da camera. Non ci volle molto per
capire che “Heptachord” poteva partire”.
Copertina dell'album "Heptachord" |
Dimitri
e la valle dei mostri
Dimitri
Nicolau, scomparso nel 2008, ha iniziato a comporre musica a tredici
anni, con “Sonata per mandolino e pianoforte”, tra gli altri suoi
componimenti “La melodia ritrovata” e la suggestiva e
mediterranea “Grottapinta Op. 200”, ripresa con passione e
talento da Mogavero e Blanco.
“La
valle dei mostri” chiude il trittico di Carmelo (Mele) Mafali,
esasperando la chiave progressive della composizione, che nei due
momenti precedenti (Danza delle lucertole sulle pietre di lava e Un
deserto stellato) riesce a coinvolgere sonorità differenti tra loro,
legate dal sax soprano di Mogavero e dall’atmosfera eoliana. New
Age, jazz e prog si fondono e rendono unica la performance. Pregevole
l’apporto di Alessandro Blanco, la sua chitarra dona spessore a un
sassofono che coglie l’attimo e raggiunge i pensieri di chi
l’ascolta.
Copyright
by William Molducci
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