di
William Molducci
Abbiamo
conosciuto Ledi grazie a “Un tempo”, il video del brano che ha
anticipato “Cose da difendere”, il suo album d’esordio.
Il filmato, diretto da Marco Pittalunga, è stato girato a
Berlino, rivelando sin dalle prime inquadrature l’animo poetico del
cantautore di origine albanese, con tempi dettati da parole, suoni e
immagini evocative: “C’è un tempo per le cose vere e uno per
le cose serie, c’è tempo per avere ragione oppure per la tua
occasione, c’è tempo per tornare a casa e uno per lasciare
qualcosa…”.
“Cose
da difendere” è anche il titolo del primo brano della tracklist,
una suite elettronica intrigante e orecchiabile, impeccabile simbiosi
tra poesia e musica. L’elettronica non è l’assoluta protagonista
delle trame musicali del disco, anche l’acustica trova spazio con
violoncello, chitarra e il versatile clarinetto di Mattia Cominotto.
I testi sono in italiano a eccezione di “Zemra ime” (Cuore mio),
omaggio alla terra natia di Albania e punto di ritorno nel mondo dei
ricordi. I brani del disco sono strettamente legati tra loro, in una
sorta di disamina e di viaggio nel passato, un filo rosso che unisce
le radici di Durazzo a Genova, così come Berlino, città toccate
dalla storia di Ledi e della sua famiglia.
“Penelope”
è il titolo del primo singolo e del clip girato a Berlino, luogo
amato da Ledi, dove è stata scattata la fotografia della copertina
dell’album e in cui vive la sorella. A Berlino, città cosmopolita
dove convivono Street Art e Musei, l’amore di Penelope vive in
chiunque aspetti qualcuno, mentre “Telemaco” cresce domandandosi
dove si trovi il padre: “… non servono eroi ma padri”.
“Nausicaa”, uno dei
brani più interessanti, è accompagnato della chitarra acustica di
Guglielmo Fresta, scandito da una melodia d’altri tempi con parole
che trasmettono il calore delle emozioni: “E allunghi la notte,
come l’estate con i suoi giorni, come le sere a casa in inverno”.
“Com’era prima”
mette l’accento sugli arrangiamenti, punto di forza di questo
lavoro, in cui i suoni evocano la nostalgia di tempi lontani, facendo
l’occhiolino agli anni 70’, mentre “Quello che sta in aria”
ci porta al decennio successivo, con una ritmica basata
sull’elettronica.
Chiude
il disco “”Cuore mio”, una nenia fuori dal tempo cantata in
albanese, che ricorda i grandi chansonnier
francesi per l’intensità dell’interpretazione e la basilarità
dei suoni, un vocepiano accompagnato dal violoncello: “…
cuore mio sono rimasto solo con te e non so che fare”.
L'Odissea di Ledi
cattura l’attenzione ma se si vuole apprezzare la sua musica non
ci sono alternative, gli si deve concedere un po’ del proprio
tempo, il risultato sarà di entrare in un mondo di colori, odori,
suoni, parole e sensazioni ritrovate. Ottimi gli arrangiamenti e i
musicisti, tra cui, oltre a quelli già citati: Chiara Enrico,
Riccardo Armeni, Jacopo Astori.
Ledi
- “Penelope” video ufficiale:
Copyright
by William Molducci
1 commento:
bellissimo album, bellissime parole
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