di
William Molducci
Via
Dante Alighieri, nel pieno centro di Ravenna, è da sempre meta
ambita da parte di turisti giunti da tutte le parti del mondo per
visitare il sepolcro del Sommo Poeta. La tomba di Dante è Monumento
Nazionale e attorno ad essa è stata istituita una zona di rispetto e
di silenzio che comprende il
giardino con il Quadrarco di Braccioforte e i gli antichi Chiostri
Francescani.
Il
sepolcro fu costruito tra il 1780 e il 1782 dall'architetto Camillo
Morigia per desiderio del cardinale legato Luigi Valenti Gonzaga. La
tomba, a pianta quadrata, è a forma di tempietto neoclassico
coronato da una piccola cupola. Nella facciata esterna è posta la
porta d’ingresso, sovrastata dallo stemma arcivescovile del
Cardinal Gonzaga, sulla cui architrave è scritto: Dantis Poetae
Sepulcum.
A
destra del monumento funebre si apre un piccolo giardino. Nel
medioevo era un chiostro facente parte dell'attiguo convento di San
Francesco, dove il poeta fu originariamente sepolto. Nel 1921 il
giardino fu chiuso da una cancellata in ferro battuto, realizzata
dall’artigiano veneziano Umberto Bellotto.
All’interno
la tomba, rivestita di marmi policromi e stucchi, ospita il
bassorilievo con il ritratto di
Dante, scolpito da Pietro Lombardo nel 1483 e il
sarcofago di età romana con sopra scolpito in latino l'epitaffio in
versi dettato da Bernardo Canaccio nel 1366):
"Iura
monarchiae superos Phlegetonta lacusque / lustrando cecini volverunt
fata quousque / sed quia pars cessit melioribus hospita castris /
actoremque suum petiit felicior astris / hic claudor Dantes patriis
extorris ab oris / quem genuit parvi Florentia mater amoris"
("I
diritti della monarchia, i cieli e le acque di Flegetonte (gli
Inferi) visitando cantai finché volsero i miei destini mortali.
Poiché però la mia anima andò ospite in luoghi migliori, ed ancor
più beata raggiunse tra le stelle il suo Creatore, qui sto
racchiuso, (io) Dante, esule dalla patria terra, cui generò Firenze,
madre di poco amore").
Nella
parte superiore del sepolcro vi è un pregevole bassorilievo del
1483, opera di Pietro Lombardo, raffigurante Dante pensoso davanti ad
un leggio. Ai piedi del sarcofago vi è una ghirlanda in bronzo
donata nel 1921 dai reduci della Grande Guerra. Sul soffitto arde
perennemente una lampada votiva del ‘700, alimentata da olio
d'oliva dei colli toscani donato dalla città di Firenze ogni anno il
14 settembre, il giorno della morte del sommo poeta.
Dopo
varie vicissitudini, la cassetta con le ossa di Dante, sempre
reclamata dalla città di Firenze, il 19 dicembre 1945 venne sepolta
poco distante dal mausoleo sotto un tumulo coperto da vegetazione,
oggi contrassegnato da una lapide. A Firenze, nella speranza che le
reliquie fossero restituite, fu eretto nel 1829, in stile anch'esso
neoclassico, un grande cenotafio in Santa Croce, raffigurante il
poeta seduto e pensoso.
Il
Quadrarco
di Braccioforte, antico
oratorio, era collegato alla chiesa di San Francesco da un portico
ora scomparso. Al suo interno sono posti due sarcofagi marmorei del V
secolo, riutilizzati dalle famiglie ravennati dei Pignata e dei
Traversali. I Chiostri Francescani erano parte del convento costruito
nel 1261 vicino alla chiesa omonima. Quelli di oggi non sono gli
originari, risalgono al XV secolo e hanno tracce di interventi del
XVII.
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by William Molducci
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