mercoledì 19 ottobre 2016

Ravenna - Dante’s street Photography

di William Molducci

Via Dante Alighieri, nel pieno centro di Ravenna, è da sempre meta ambita da parte di turisti giunti da tutte le parti del mondo per visitare il sepolcro del Sommo Poeta. La tomba di Dante è Monumento Nazionale e attorno ad essa è stata istituita una zona di rispetto e di silenzio che comprende il giardino con il Quadrarco di Braccioforte e i gli antichi Chiostri Francescani.


Il sepolcro fu costruito tra il 1780 e il 1782 dall'architetto Camillo Morigia per desiderio del cardinale legato Luigi Valenti Gonzaga. La tomba, a pianta quadrata, è a forma di tempietto neoclassico coronato da una piccola cupola. Nella facciata esterna è posta la porta d’ingresso, sovrastata dallo stemma arcivescovile del Cardinal Gonzaga, sulla cui architrave è scritto: Dantis Poetae Sepulcum.


A destra del monumento funebre si apre un piccolo giardino. Nel medioevo era un chiostro facente parte dell'attiguo convento di San Francesco, dove il poeta fu originariamente sepolto. Nel 1921 il giardino fu chiuso da una cancellata in ferro battuto, realizzata dall’artigiano veneziano Umberto Bellotto.









All’interno la tomba, rivestita di marmi policromi e stucchi, ospita il bassorilievo con il ritratto di Dante, scolpito da Pietro Lombardo nel 1483 e il sarcofago di età romana con sopra scolpito in latino l'epitaffio in versi dettato da Bernardo Canaccio nel 1366):

"Iura monarchiae superos Phlegetonta lacusque / lustrando cecini volverunt fata quousque / sed quia pars cessit melioribus hospita castris / actoremque suum petiit felicior astris / hic claudor Dantes patriis extorris ab oris / quem genuit parvi Florentia mater amoris"
("I diritti della monarchia, i cieli e le acque di Flegetonte (gli Inferi) visitando cantai finché volsero i miei destini mortali. Poiché però la mia anima andò ospite in luoghi migliori, ed ancor più beata raggiunse tra le stelle il suo Creatore, qui sto racchiuso, (io) Dante, esule dalla patria terra, cui generò Firenze, madre di poco amore").







Nella parte superiore del sepolcro vi è un pregevole bassorilievo del 1483, opera di Pietro Lombardo, raffigurante Dante pensoso davanti ad un leggio. Ai piedi del sarcofago vi è una ghirlanda in bronzo donata nel 1921 dai reduci della Grande Guerra. Sul soffitto arde perennemente una lampada votiva del ‘700, alimentata da olio d'oliva dei colli toscani donato dalla città di Firenze ogni anno il 14 settembre, il giorno della morte del sommo poeta. 





 
Dopo varie vicissitudini, la cassetta con le ossa di Dante, sempre reclamata dalla città di Firenze, il 19 dicembre 1945 venne sepolta poco distante dal mausoleo sotto un tumulo coperto da vegetazione, oggi contrassegnato da una lapide. A Firenze, nella speranza che le reliquie fossero restituite, fu eretto nel 1829, in stile anch'esso neoclassico, un grande cenotafio in Santa Croce, raffigurante il poeta seduto e pensoso.





Il Quadrarco di Braccioforte, antico oratorio, era collegato alla chiesa di San Francesco da un portico ora scomparso. Al suo interno sono posti due sarcofagi marmorei del V secolo, riutilizzati dalle famiglie ravennati dei Pignata e dei Traversali. I Chiostri Francescani erano parte del convento costruito nel 1261 vicino alla chiesa omonima. Quelli di oggi non sono gli originari, risalgono al XV secolo e hanno tracce di interventi del XVII.



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