sabato 27 maggio 2017

Stato Brado - Cosa adesso siamo

di William Molducci

Gli Stato Brado sono livornesi ma la loro musica ha origini americane, al confine tra il vecchio West e i country-bar della Nashville di Robert Altman. Questa è la prima sensazione di chi ascolta il nuovo disco della band toscana, un’opera dalle sonorità blues e country, vicine al folk made in USA.
Cosa adesso siamo” rifugge noia e indifferenza, sospinto da una scrittura e una sezione fiati di qualità. Uno spiraglio per la canzone d’autore italiana che cattura l’attenzione sin dalle prime note di “Nient’altro”, brano d’apertura anticipato dalla tromba di Romano Palazzi.


È con “Sabbia del deserto” che il disco sale di tono, si tratta dell’unica cover della tracklist, un brano di Ivan Graziani originariamente compreso in “Pigro” del 1978. Ottima l’interpretazione di Moreno Guida, voce e autore delle canzoni del disco, apprezzabile la personalizzazione del pezzo pur nel rispetto dell’originale.
Alla guerra non andrò” è forse il punto centrale del progetto, uno sguardo rivolto alla tradizione cantautoriale italiana, una ballata contro la guerra e le costrizioni: “… c’è scritto di presentarsi per il fronte tra due giorni, ma io alla terra devo pensare e sangue non ne voglio versare, senza di me dovranno fare, alla guerra non voglio andare”.

Gli Stato Brado in concerto

I sette musicisti toscani vivono le loro canzoni, condividendone illusioni e speranze, racconti in cui si rinuncia alla libertà per ritornare agli affetti, dove, pur comprendendone l’assurdità, si mette consapevolmente in gioco il proprio destino in cambio di nulla. Un microcosmo fatto di personaggi apparentemente estremi, legati alle proprie radici, consapevoli di vivere una vita di passaggio e felici di viaggiare solo per il gusto di farlo: cowboy, motociclisti, femmine fatali, padri di famiglia, scommettitori, sognatori. 

 
Non c’è più” è un viaggio nel rimpianto, interrotto da un vento di nostalgia che diventa quasi rassegnazione in “La schiuma dei giorni”, in cui la vita si consuma come l’acqua che arrotonda le pietre più dure. Brani legati da una matrice pop ravvivata da delicati tocchi di chitarra classica e ottimi interventi dei fiati, una miscela intensa e personale.
Dov’è stanotte il mio cuore” accompagna i cuori in cerca di ricordi, una ballata sentimentale e un po’ nostalgica in cui la luna si nasconde accompagnata dalla chitarra e da uno struggente violino in stile country. “Oscura la notte” ripropone uno dei temi più utilizzati nella tradizione country, quello degli spettri che, nelle notti senza luna, vagano in cerca di pace. Banjo e atmosfera notturna affiancano gli amori che si consumano: “Scorrono le nubi come inchiostro, come la mia ombra a più non posso, luna d’ottone illumina il cammino, caccia via i fantasmi che ho vicino, perché oscura è la notte”. 
"Cosa adesso siamo" è il nuovo album degli Stato Brado
 
Aspetta e spera”, canzone corale da cantare con gli amici attorno a un falò, chiude in allegria il disco, con un inciso coinvolgente, caustico e a suo modo ottimista: “Aspetta, aspetta, aspetta, vedrai che succede, aspetta, aspetta che tutto andrà bene, lieto sarà il fine, vedrai non tarderà se attendi ancora un po’ concime diverrà”.




“Cosa Adesso Siamo” è un disco da ascoltare con attenzione, seguendone i ritmi e le gradevoli melodie. Dalla costiera amalfitana si viaggia sino al limite dei deserti notturni, dove la sabbia viene dal mare e il buio libera i propri fantasmi e quelli dei cowboy dimenticati. Il viaggio è guidato con calore e maturità da Moreno Guida (Voce, chitarra acustica, banjo tenore), Nedo Raglianti (basso elettrico e acustico), Alessandro Guida (batteria, percussioni), Gianluca Lunardi (chitarre acustiche, elettriche, slide), Dario Vannozzi (sax tenore), Romano Palazzi (tromba) e Giovanna Pieri Buti (violino).

Alla guerra non andrò – Video ufficiale






Copyright by William Molducci

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