Il disco ritrovato
di
William Molducci
Sono
passati tre anni dalla scomparsa di Paolo Morelli, autore e
interprete dei successi degli Alunni del sole, da allora il fratello
Bruno si è prodigato per mantenerne viva la memoria, contribuendo
alla ristampa di quasi tutta la produzione musicale. All’appello
mancava soltanto “Di canzone in canzone”, l’album uscito nel
1992 dopo una lunga pausa discografica. Il 9 ottobre 2016,
anniversario della scomparsa di uno dei più grandi cantautori del
suo tempo, quel disco è stato finalmente ristampato.
Di
recente abbiamo intervistato Bruno Morelli, il quale si rammaricava
della mancata disponibilità del master di “Di canzone in canzone”.
È facile immaginare la sua reazione quando il sottoscritto lo
informò che era in possesso del rarissimo CD da cui poi è partita
l’operazione di recupero. Ecco rivelato il motivo dell’inserimento
del nome di chi vi scrive tra i crediti dell’opera.
All’epoca
“Di canzone in canzone” non ebbe un grande riscontro in termini
di vendita, soprattutto perché privo dell’indispensabile
promozione dovuta a un gruppo che ritornava sulla scena dopo
un’assenza di dieci anni. I passaggi televisivi furono pochi,
limitati a una partecipazione di Paolo Morelli a “Domenica in” e
a qualche apparizione sul circuito privato.
La
Phonogram, una delle più importanti case discografiche dell’epoca,
condivise il progetto e ne affidò la produzione a Massimo Di Cicco,
fondatore degli storici Studi Titania di Roma. Le registrazioni si
svolsero per un intero anno, un tempo considerevolmente lungo,
giustificato dalla qualità del risultato tecnico e artistico
ottenuto. La strumentazione utilizzata era ancora in gran parte
analogica ma lo studio aveva iniziato a dotarsi di apparecchiature
digitali, con il risultato di ottenere un suono tutt’oggi
apprezzabile.
Nella
copertina del disco, per la prima volta, il nome di Paolo Morelli
venne disgiunto da quello degli Alunni del Sole, una scelta che
ribadiva il ruolo creativo e cantautoriale dell’artista all’interno
del gruppo.
Di
canzone in canzone
Il
singolo “Di canzone in canzone” apre la tracklist dell’album,
si tratta di una raffinata e sofisticata frase melodica che coinvolge
l’ascoltatore. Il testo descrive un mondo fantastico, animato da
fantasie, illusioni, pupazzi di legno, principi affascinanti e
incantatori di canzoni. Simboli, espressioni e figure spesso presenti
nei testi di Paolo, che ritornano simultaneamente come per
ristabilire il contatto a lungo interrotto tra l’artista e il suo
pubblico. Le parole hanno un percorso preciso, ogni frase raffigura
immagini e pensieri, l’armonia ne facilita l’assimilazione.
“Giochi
di bimba negli occhi tuoi” conduce all’interno di un mondo chiuso
a chiave, un angolo nascosto dove la protagonista diventa regina nel
mondo delle fate e compra la fortuna quando cade l’allegria.
“Dimenticarsi”
è la sintesi dell’ispirazione di Paolo, un’eccitazione della
mente che percorre tutto il disco, con armonie e ritmiche sempre
attuali. È un piacere ascoltare l’inciso di questo pezzo e
fantasticare sul significato delle parole: “…
i sogni belli non finiscono la sera”.
La
sovrapposizione tra chitarra a 12 corde a quella classica accompagna
“Rosita”, il primo dei ritratti femminili dell’album, tra ritmi
ed espressioni inconsuete: “Ma
sono forse caduto in un altro pensiero che mi toglie il respiro ma mi
sento più vero…”. Gli altri
brani dedicati a nomi di donna sono “Lena” e “Francesca”,
freschi profili di pensieri d’amore, quest’ultimo sottolineato da
un suggestivo sax soprano in stile new age.
Una
delle caratteristiche autoriali di Paolo Morelli è quella di porre
elementi e situazioni tra sogno e realtà, senza disegnarne i confini
ma riuscendo, con la scrittura, a muoversi a piacimento tra una
dimensione e l’altra. Qui sta la sua grandezza, quella che
comunemente viene chiamata vena poetica, ma che forse è qualcosa di
più. È difficile entrare nelle pieghe dei suoi versi, conviene
seguirli e lasciarsi guidare dalle immagini che riescono ad evocare.
In
“Perché” il tema della solitudine affiora con il calare della
sera, tra un treno che viaggia, i disegni sul viso e il desiderio di
ricordi che non abbandonano mai le fantasie. Leggendo le parole del
testo ci si accorge di quanto sia intrigante entrare nei pensieri
dell’autore, rimanendo affascinati dagli accostamenti lirici e
poetici. Grovigli di parole, similitudini, metafore e accostamenti
ripetuti rendono unico uno dei pochi artisti in grado di rendere
poesia la canzone. È questo anche il caso di “Donna”, forse un
ricordo amoroso, e di “Sentimentale”, splendida nel suo
intercalare: “Inconsapevoli di
un’ora senza fine abbiamo scelto di fare di nuovo una storia tra
noi due”.
“’O
sole se ne jeva” è la sola canzone del disco in dialetto
napoletano, eseguita da Paolo al pianoforte durante una puntata del
Maurizio Costanzo Show. L’inciso, struggente e ispirato, ne fa una
delle perle dell’album, un ricordo d’amore sopravvissuto
all’impietoso passare del tempo.
Paolo
Morelli accettò di ritornare in sala d’incisione a patto che
venisse realizzato un lavoro come lui desiderava e il risultato
conferma che raggiunse pienamente l’obiettivo.
Il
CD è custodito in un’elegante confezione, curata in ogni parte,
con i testi dei brani e la riproduzione delle etichette a suo tempo
poste sulle facciate del vinile. Scrive Bruno Morelli nell’ultima
pagina del libretto: “Erano
passati dieci anni e Paolo Morelli ritornava con le sue canzoni per
continuare e raccontare che… i sogni belli non finiscono la sera”.
Paolo
Morelli ospite al Maurizio Costanzo Show 1992
Copyright
by William Molducci
1 commento:
A Ricordare Paolo Morelli, oggi a tre anni dalla sua scomparsa con questo bellissimo articolo ti fa Onore William Molducci Grazie
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