di
William Molducci
I
Profeti si fecero conoscere nel 1966 grazie al 45 giri “Bambina
sola”, che nel lato B proponeva il brano “Le ombre della sera”,
scritto da Lucio Battisti e Mogol.
In
quel periodo era di gran voga cantare canzoni straniere, con il testo
in italiano e i Profeti non erano da meno, infatti, nel loro secondo
45 giri fu inserita “Rubacuori”, cover di “Ruby Tuesday” dei
Rolling Stones, con testo di Mogol; sul retro “Sole nero”,
versione italiana di “Call My Name” dei Them.
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La
loro casa discografica li definì quattro ragazzi “Beat-moderati”
(curiosa definizione posta tra le note del loro primo disco), il loro
sound lo si può collocare nel classico italico pop melodico. Nel
1968 parteciparono al Festivalbar con “Ho difeso il mio amore”,
cover di “Nights in White Satin” dei Moody Blues, che conseguì
un buon successo, bissato da quello di “Gli occhi verdi
dell'amore”, traduzione di “Angel of the Morning” di Merrilee
Rush & the Turnabouts.
Nel
biennio 1969-1970 i loro manager decisero di puntare su Renato
Brioschi, che partecipò e vinse da solista la manifestazione Un
disco per l'estate, con il brano “Lady Barbara”. Convinto da
questo successo Brioschi lasciò il complesso (com’erano chiamati i
gruppi allora) e per tutti diventò Renato dei Profeti.
I
Profeti tornarono in auge e nel 1972 con “Era bella”, cover di
“Nothing Rhymed” di Gilbert O'Sullivan, l'anno successivo fu la
volta di “Io perché, io per chi”, che rimane il loro ultimo
grande successo.
Con
la fine degli anni 70 terminò la moda delle cover straniere, che nel
decennio precedente furono fatte “passare” anche per composizioni
nostrane. Dagli anni 80 grazie all'attenzione dei media e soprattutto
al gusto del pubblico, questo non fu più possibile.
Il
ritorno delle cover
Nel
1999 la DV More Record, casa discografica specializzata nel
riproporre nuove incisioni di cantanti italiani un po' fuori dal giro
commerciale, ha prodotto “I Profeti cantano i Bee Gees”,
un'operazione per molti versi unica nel suo genere.
L'album
si apre con “Sei sempre l'unica per me, cover” di “Alone”, il
brano del 1997 che riportò in auge il trio australiano. La voce di
Renato Brioschi ha mantenuto la freschezza degli anni 80 e si
inserisce bene tra la melodia del brano e le parole in italiano
scritte da lui stesso. Rispetto alla versione originale, “Alone”,
tratta dall'album “Still waters”, non è eseguita in falsetto,
mentre l'arrangiamento si basa sempre sulla batteria e sui cori. Un
po' più di ritmo e l’utilizzo della cornamusa (come nella versione
originale) avrebbe certamente giovato alla resa del brano.
Massachussetts
è del 1967 e per molti anni è stato uno dei brani più popolari dei
Bee Gees, i Profeti adottano il testo italiano a suo tempo scritto da
Gino Paoli e la voce di Renato cerca di ricalcare il timbro
originale.
Mrs.
Jones è la cover di “New York mining disaster 1941”, il primo
successo dei Bee Gees del 1967. Il titolo del brano cita un disastro
in miniera, ma può essere riferito genericamente a qualcuno rimasto
sepolto sotto una frana. La datazione al 1941 e la localizzazione
sono simboliche perché nessuna tragedia simile è avvenuta in
quell'anno a New York. Renato, autore delle parole in italiano,
prende le distanze dal testo originale, trasformandolo nel rimpianto
di un amore perduto.
“Io
stavo con lei” (I started a joke) porta la firma di Cristiano
Minellono e i Profeti si muovono bene in questo pezzo, che fu inciso
dal gruppo Idea 2 nel 1981. Anche in questo caso è stato scelto un
brano melodico, ben reinterpretato da Barry Gibb nel famoso “One
Night Only” del 1997.
“Per
te ci morirò” traduce l'originale “Words”, con le parole
scritte da Renato. In questo caso esiste un precedente inciso dal
gruppo I Crazy Boys (proprio con la I) intitolato “Fai un po'
quello che vuoi” del 1968, con il testo firmato da Gino Paoli.
Entrambe le versioni si discostano da quella originale.
“Così
ti amo” (To love somebody) propone la cover del 1968 scritta da
Franco Boldrini de I Califfi, che ne fecero una versione easy beat,
mentre quella dei Profeti è più melodica, con il supporto dei cori.
“Corri
da me” (Run to me) è uno dei maggiori successi dei Bee Gees
targato anni 70, la versione dei Profeti non esce dal binario
dell'arrangiamento originale, forse si poteva “caricare”
maggiormente il brano, con qualche assolo strumentale e
un'interpretazione più grintosa.
La
scaletta prosegue con “Unici al mondo” (World), sino ad arrivare
all'epoca de “La febbre del sabato sera” di cui sono proposti:
“Vivo sarai” (Stayin' alive), “Fiore di carta” (How deep is
your love) e “Talmente donna” (More than a woman), quest’ultima
con il testo italiano di Cristiano Minellono, incisa recentemente
anche dai Ridillo, il gruppo che accompagna Gianni Morandi nei
concerti.
Questi
brani rappresentano la parte migliore dell'album, dove Renato mostra
di sapersi muovere bene nei ritmi soft di lenti di antica memoria.
“Vivo sarai” si avvale del testo di Andrea Lo Vecchio e di E.
Capelli, questo brano nel 1976 fu inciso dal gruppo “Eva, Eva,
Eva”, che in precedenza si fece conoscere con il nome di “Le
figlie del vento”, interpreti del mitico brano: “Sugli sugli,
bane bane”. Ledi Codognati fu l'unica figlia del vento a non
confluire nel nuovo gruppo. “Fiore di carta” fu incisa da Peppino
di Capri nel 1978, sempre con i testi di Iodice e Francia, e inserita
nell'album “Champagne”.
Il
dopo “Saturday Night Fever” inizia con “Salvami tu”,
traduzione di “Too much heaven”. La canzone è interpretata in
coro, con vocalità vicine all'originale falsetto. L'altro brano
tratto sempre da “Spirits having flown” è “Tragedy”, che
nella versione italiana di Renato si intitola “Credici”.
L'arrangiamento è ricco di fiati, tastiere, chitarre e percussioni,
sicuramente più curato rispetto agli altri pezzi del disco.
Cover
mon amour
Tradurre
i Bee Gees non è un’operazione facile, ma il risultato ottenuto è
da considerarsi discreto. Certamente con una maggiore grinta e un
budget più elevato il risultato finale sarebbe stato migliore.
Abbiamo
voluto evidenziare la valenza di questo progetto, di cui auspichiamo un seguito, magari, coinvolgendo artisti importanti e
repertori di successo. Un esempio di quanto auspicato
lo ritroviamo nell'album “Way out” di Ron, che recentemente ha
interpretato in italiano le canzoni di dodici autori della nuova
scena anglo-americana. Un altro esempio di cover d’autore è quello
di Francis Cabrel, il noto cantautore ha pubblicato “Vise le ciel”,
un album con 11 canzoni di Bob Dylan in lingua francese.
Il
2013 ha segnato il ritorno sulle scene di Barry Gibb, che con il suo
“Mythology Tour” ha voluto ricordare i fratelli scomparsi e la
storica band. Nel gruppo che lo accompagna nei concerti figurano, tra
gli altri, suo figlio Stephen e Samantha, figlia di Maurice.
Il
CD dei Profeti è disponibile presso tutti i maggiori store on-line e
anche su iTunes ed eBay.
Copyright
© by William Molducci
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