di
William Molducci
"Non
canto per cantare” è il nuovo album dei Cranchi, scritto e
prodotto da Massimiliano Cranchi e da Marco Degli Esposti. Il titolo
del disco è una dichiarazione precisa, si riferisce a “Manifiesto”
di Victor Jara, il cantautore cileno assassinato durante il golpe in
Cile: “Il
canto ha senso quando scorre nelle vene di chi morirà cantando le
verità autentiche".
I Cranchi rincorrono sogni di uguaglianza, libertà, amore e fede,
per mezzo di 10 canzoni dal sapore “cantautoriale”, con la
passione di chi crede nelle proprie idee senza rinunciare alla poesia
e alla ricerca di nuove sonorità.
L’album
si apre con “Cantico”, una ballata acustica tra fiori rossi e
pensieri che rimano l’uno l’altro, sino a volgere lo sguardo
verso vuoti siderali. Un vento leggero percorre le armonie del brano
che cita Dylan e cerca Dio per ritrovarsi e comprendere il senso
dell’uomo.
“Mariposa”
s’ispira liberamente a “El Arado” (L’aratro) di Victor Jara,
in cui la fatica del contadino non conosce tregua, scandita dal volo
delle farfalle, dal canto dei grilli e dai solchi scavati nella
terra. Le parole di Jara s’intrecciano con quelle dei Cranchi, sino
a fondersi in un unico brano.
Ritratto di "famiglia": I Cranchi |
Il
banjo suonato da Marco Degli Esposti, voce leader del gruppo,
introduce 11 Settembre ’73, la canzone sul colpo di stato in Cile:
“C’era il
latte e la scuola per i figli, terre incolte distribuite ai
campesinos, nel ’70 tutti andarono a votare per il sogno di
riprendersi un paese…”.
“Eroe
Borghese” ricorda Giorgio Ambrosoli, con la sua ritmica rock e la
voglia di raccontare l’Italia degli anni ottanta, per certi versi
non tanto dissimile da quella odierna.
“Mio
padre e mia madre” s’ispira a “Il Vangelo secondo Cristo” del
Nobel per la letteratura Josè Saramago, con il suo Gesù ironico e
umano, senza mai essere blasfemo. L’opera di Saramago, sacrifica un
po’ la storia a favore di licenze poetiche e narrative,
prediligendo il mito del figlio di Dio.
“Dove
sei e dove vai” è ambientata a Ferrara, in Via Carlo Mayer, luogo
di un amore vissuto tanti anni prima. Il tempo, che passa sempre più
in fretta, ha cambiato tutto tranne la speranza di un nuovo incontro.
da sinistra, Marco Degli Esposti e Massimiliano Cranchi, autori di quasi tuttii brani |
“Giulia
è una ragazza strana che si distingue dalle masse, veste rosse
sciarpe al collo e poi ti fissa, con i suoi occhi color diamante…”,
nei testi de I Granchi le parole identificano chiaramente il loro
pensiero, così come gli autori di riferimento e i temi proposti.
“Giulia” parla ancora di Gesù e della sua rivoluzione, della
solitudine e dell’essere figlio di operaio.
“Non
canto per cantare” è il terzo album de I Granchi, gruppo che
proviene da quei luoghi della Pianura Padana, in cui s’incrociano
Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, lungo le rive del fiume Po. Si
tratta di un lavoro che ci riporta indietro nel tempo, dove non si
canta per far ballare ma con la voglia di seguire un sogno. L’ascolto
è piacevole grazie alla leggerezza della musica, contrapposta a
parole intrise di indignazione, utopia e coraggio.
Video
ufficiale “L'isola infelice":
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