giovedì 6 ottobre 2016

Nicolas Barreau, Una sera a Parigi

di Simonetta Sandri


Se hai avuto la fortuna di vivere Parigi da giovane, dopo, ovunque tu passi il resto della tua vita, essa ti accompagna. Ernest Hemingway, Festa Mobile

Per chi come me ama da sempre Parigi, non solo per averci vissuto a lungo ma anche per l'inclinazione naturale all'amore stesso che pervade questa metropoli, leggere questo libro romantico è una boccata d'aria fresca, una sensazione di immensa leggerezza che accarezza ogni pensiero. In un freddo e buio weekend moscovita, con queste pagine di Barreau, passeggio per le strade della Ville Lumière che ho vissuto intensamente, che ho amato, e che amo, profondamente, e che ho toccato con mano e spirito leggeri, sempre e comunque con granitica passione. 

 

L'appuntamento è per ogni mercoledì sera, al Cinéma Paradis, dove, al secondo spettacolo, quello dopo le 21.30, va in scena l'amore, la rassegna di vecchi film, Les amours au Paradis.
Qui una giovane ed affascinante donna, sola, avvolta in un elegante cappotto rosso, siede sempre nella stessa fila, la diciassette, assorta e teneramente avvolta dalle immagini e dai sogni d'amore che scorrono sullo schermo. Qui i sogni si trasformano in realtà. Lo so bene, d'altronde. Ci sono passata, quando sedevo sola nei piccoli cinema d'essai parigini avevo spesso la stessa sensazione. All'inizio ero un po' timorosa, in Italia non era consuetudine andare al cinema da sola, ma poi mi ero abituata, a Parigi era la norma, e mi lasciavo andare alla magia degli schermi e delle salette intimamente raccolte e dal sapore antico. Ma torniamo ai nostri mercoledì sera del nostro romanzo. 

 
Appena si spengono le luci dopo la parola "fine", la misteriosa ragazza scompare, svanisce nel nulla. Ogni mercoledì la stessa identica scena. Da lontano la osserva e la guarda Alain Bonnard, il giovane proprietario del cinema che ha investito energie e risparmi in quel posto ameno, attratto, curioso, già perdutamente invaghito di lei. Dietro quel viso femminile etereo, fanciullesco e timido, si nasconde una storia, ignoriamo quale, rimarremo a lungo nel dubbio, la conosceremo solo nelle ultime pagine. Finalmente, una sera, Alain trova il coraggio di invitarla a cena, Mélanie dai capelli color nocciola, Mélanie che ama il Pont Alexandre III, Mélanie che si innamora di lui. Invito inaspettatamente accettato e poi la passeggiata lungo rue de Seine fino al boulevard Saint Germain, un bacio fugace ma appassionato ed intenso in un cortile sotto un saggio castagno, un biglietto manoscritto lasciato al cinema il giorno dopo, l'appuntamento al mercoledì della settimana successiva, immancabile. Pausa. Entra in scena, nel frattempo, la coppia famoso regista americano-attrice da schianto, Allan Wood e Solène Avril. Al Cinema Paradis verrà girato il loro prossimo film, Ricordando Parigi, fulminea notizia che sconvolgerà la tranquillità di quell'ambiente ovattato, fatto di amateurs puntuali e regolari, gli habitués convinti, di Alain, di Madame Clement e di François che lo seguono fin dagli inizi di dell'avventura, di piccoli e grandi amori sullo schermo. Chiunque si reca lì viene quasi unto dall'amore, è un luogo magico. Mentre la ragazza dal cappotto rosso scompare, tanti personaggi affollano le pagine, nuovi protagonisti che arrivano ad animare le righe, descritti nei minimi dettagli. Ad uno ad uno, porta per porta, Alain li incontra alla ricerca di Mélanie nel palazzo di rue de Bourgogne, venti cognomi, tante vite, un po' alla Pennac.


Percorriamo Parigi, le sue strade, i suoi odori e colori, la tristezza di trovarsi sotto un cielo splendente mentre ci cerca il proprio amore perduto, la felicità delle nuvole di panna quando si intravvede uno spiraglio di speranza. Un privilegio, quello di dominare queste strade stellate e talora sconfinate, di passeggiare per viuzze e ponti, di rivedere quelle luci.
Le storie di Allan e Alain, di Mélanie e Solène si intrecciano, il segreto di dischiude, il mistero si dipana a poco a poco. Leggiamo con frenesia e interesse. Immersi nei film d'amore, nei pasticcini colorati di Ladurée, guidati ed incuriositi dalle iniziali M. e V. incise dietro le poltroncine di legno della fila diciassette del Cinema Paradis, arriveremo al lieto fine che ci attendiamo e che da una commedia così romantica esigiamo. 

 
Da leggere assolutamente, se volete perdervi per Parigi, accompagnati solo da tanta leggerezza e tanta voglia di amare. Un piccolo miracolo. Io mi ci sono persa, come faccio sempre d'altra parte quando si tratta di Parigi, e all'ultima riga, chiuso il libro, soddisfatta, rasserenata e felice, è squillato il mio telefono. Come per incanto, lui.

Feltrinelli, 2013, 251 p.

Copyright © by Simonetta Sandri

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