di
Simonetta Sandri
Se
hai avuto la fortuna di vivere Parigi da giovane, dopo, ovunque tu
passi il resto della tua vita, essa ti accompagna.
Ernest Hemingway, Festa
Mobile
Per chi come me ama da sempre Parigi, non solo per averci vissuto a lungo ma anche per l'inclinazione naturale all'amore stesso che pervade questa metropoli, leggere questo libro romantico è una boccata d'aria fresca, una sensazione di immensa leggerezza che accarezza ogni pensiero. In un freddo e buio weekend moscovita, con queste pagine di Barreau, passeggio per le strade della Ville Lumière che ho vissuto intensamente, che ho amato, e che amo, profondamente, e che ho toccato con mano e spirito leggeri, sempre e comunque con granitica passione.
L'appuntamento
è per ogni mercoledì sera, al Cinéma
Paradis,
dove, al secondo spettacolo, quello dopo le 21.30, va in scena
l'amore, la rassegna di vecchi film, Les
amours au Paradis.
Qui una giovane ed affascinante donna, sola, avvolta in un elegante
cappotto rosso, siede sempre nella stessa fila, la diciassette,
assorta e teneramente avvolta dalle immagini e dai sogni d'amore che
scorrono sullo schermo. Qui i sogni si trasformano in realtà. Lo so
bene, d'altronde. Ci sono passata, quando sedevo sola nei piccoli
cinema d'essai parigini avevo spesso la stessa sensazione. All'inizio
ero un po' timorosa, in Italia non era consuetudine andare al cinema
da sola, ma poi mi ero abituata, a Parigi era la norma, e mi lasciavo
andare alla magia degli schermi e delle salette intimamente raccolte
e dal sapore antico. Ma
torniamo ai nostri mercoledì sera del nostro romanzo.
Appena
si spengono le luci dopo la parola "fine", la misteriosa
ragazza scompare, svanisce nel nulla. Ogni mercoledì la stessa
identica scena. Da lontano la osserva e la guarda Alain Bonnard, il
giovane proprietario del cinema che ha investito energie e risparmi
in quel posto ameno, attratto, curioso, già perdutamente invaghito
di lei. Dietro quel viso femminile etereo, fanciullesco e timido, si
nasconde una storia, ignoriamo quale, rimarremo a lungo nel dubbio,
la conosceremo solo nelle ultime pagine. Finalmente, una sera, Alain
trova il coraggio di invitarla a cena, Mélanie dai capelli color
nocciola, Mélanie che ama il Pont Alexandre III, Mélanie che si
innamora di lui. Invito inaspettatamente accettato e poi la
passeggiata lungo rue de Seine fino al boulevard Saint Germain, un
bacio fugace ma appassionato ed intenso in un cortile sotto un saggio
castagno, un biglietto manoscritto lasciato al cinema il giorno dopo,
l'appuntamento al mercoledì della settimana successiva, immancabile.
Pausa. Entra in scena, nel frattempo, la coppia famoso regista
americano-attrice da schianto, Allan Wood e Solène Avril. Al Cinema
Paradis verrà girato il loro
prossimo film, Ricordando Parigi,
fulminea notizia che sconvolgerà la tranquillità di quell'ambiente
ovattato, fatto di amateurs puntuali
e regolari, gli habitués
convinti, di Alain, di Madame Clement e di François che lo seguono
fin dagli inizi di dell'avventura, di piccoli e grandi amori sullo
schermo. Chiunque si reca lì viene quasi unto dall'amore, è un
luogo magico. Mentre la ragazza dal cappotto rosso scompare, tanti
personaggi affollano le pagine, nuovi protagonisti che arrivano ad
animare le righe, descritti nei minimi dettagli. Ad uno ad uno, porta
per porta, Alain li incontra alla ricerca di Mélanie nel palazzo di
rue de Bourgogne, venti cognomi, tante vite, un po' alla Pennac.
Percorriamo
Parigi, le sue strade, i suoi odori e colori, la tristezza di
trovarsi sotto un cielo splendente mentre ci cerca il proprio amore
perduto, la felicità delle nuvole di panna quando si intravvede uno
spiraglio di speranza. Un privilegio, quello di dominare queste
strade stellate e talora sconfinate, di passeggiare per viuzze e
ponti, di rivedere quelle luci.
Le
storie di Allan e Alain, di Mélanie e Solène si intrecciano, il
segreto di dischiude, il mistero si dipana a poco a poco. Leggiamo
con frenesia e interesse. Immersi nei film d'amore, nei pasticcini
colorati di Ladurée, guidati ed incuriositi dalle iniziali M. e V.
incise dietro le poltroncine di legno della fila diciassette del
Cinema Paradis,
arriveremo al lieto fine che ci attendiamo e che da una commedia così
romantica esigiamo.
Da
leggere assolutamente, se volete perdervi per Parigi, accompagnati
solo da tanta leggerezza e tanta voglia di amare. Un piccolo
miracolo. Io mi ci sono persa, come faccio sempre d'altra parte
quando si tratta di Parigi, e all'ultima riga, chiuso il libro,
soddisfatta, rasserenata e felice, è squillato il mio telefono. Come
per incanto, lui.
Feltrinelli,
2013, 251 p.
Copyright © by Simonetta Sandri
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