di
William Molducci
In
questo periodo si moltiplicano i debutti discografici, una scelta
quasi obbligata per chi vuole proporsi e avere opportunità di
visibilità ed esibizioni dal vivo.
Quasi
sempre queste produzioni riguardano artisti con alle spalle anni di
lavoro ed esperienza, una dimostrazione ulteriore del talento e della
volontà degli autori nostrani. Luca Burgio non smentisce questa
tendenza e si propone con la forza di chi ha respirato parole e
musica nei bar della movida madrileña, tra jazz manouche
improvvisato, ballate popolari e i clienti assetati da servire.
Il musicista siciliano ha
pubblicato “Vizi, peccati e debolezze”, la sua opera prima
realizzata con La Maison Pigalle, il gruppo di supporto che riassume
nel nome le atmosfere dei jazz club parigini, così come la vita
notturna ai tempi del proibizionismo americano.
Luca Burgio e la Maison Pigalle |
Le
nove canzoni del disco riportano ai scapigliati, a quella parte del
movimento espressione di eccentricità e anticonformismo, di
sognatori e poeti viscerali che reclamavano un più intimo contatto
con la vita. Le similitudini ci sono, così come le differenze ma
l’accostamento realizza le atmosfere della musica di Burgio.
“75cl
di brindisi” apre l’album con una bicchierata, il modo migliore
per augurarsi buona fortuna: “Ed
oggi resto a casa a fare i conti con la vita, sigarette e una
bottiglia da coccolare come una figlia…”.
La ballata esprime amare considerazioni e una visione della vita
istintiva e disincantata, rivelata senza veli e metafore.
La copertina del CD |
I
racconti di Burgio hanno il gusto del vissuto, tra candida ironia e
la voglia di descrivere le persone della sua vita, con toni e suoni
epici che in qualche passaggio ricordano Fabrizio De Andre’, come
nei brani: “La rondine e l’inverno” e “Il sordo”: “Vostro
onore io lo ammetto sono stato un gran bugiardo da vent’anni non ci
sento e mi affido ad ogni sguardo, io del mondo non so niente io non
sento discussioni solo gli occhi della gente e le mie cieche
sensazioni…”.
“La
cicala e la formica”, in veste di ballata popolare, utilizza la
metafora per raccontare gli aspetti meno nobili dell’arte: “…
un mondo di arrivisti sfruttatori opportunisti che succhiano al
midollo la passione degli artisti ma dentro una formica si volle
pronunciare ognun della sua vita faccia quello che gli pare,
lasciatela alla porta fin quando non è morta con lei ci nutriremo
per tutto un mese intero…”.
"La
Sindrome di Dorian Gray" invita a godersi la vita tra vizio,
eros, gioco d’azzardo e vanità, citando il famoso romanzo di Oscar
Wilde e rivisitando gli aforismi di Lord Wotton, il diavolo tentatore
di Dorian; uno specchio che si riflette nell’intero album.
“Un
bicchiere fra di noi” inizia a ritmo di tango per poi velocizzarsi
con suoni folk nostrani e lontani, preambolo alla bellissima “Un
fegato in più”, dall’anima gipsy, e chiudendo con la tromba jazz
di “Buscavidas”.
“Vizi,
Peccati e Debolezze" è un lavoro solare, energico e anche un
po’ cupo, in cui si intrecciano fisarmoniche “avvolgenti”,
chitarre manouche, fiati mariachi, mandolini e tanta voglia di
suonare e raccontarsi. Fisarmonica e mandolino sono un aereo su cui
viaggiare nei paesi del mediterraneo e anche un po’ oltre, il costo
del biglietto è quello di un CD.
La
Maison Pigalle: Andrea Scimè – contrabbasso, Armando Fiore –
percussioni, Marco Macaluso – fisarmonica, Mauro Schembri –
mandolino, Ettore Baiamonte – chitarra.
Luca Burgio e Maison Pigalle - La Sindrome di Dorian Gray
Copyright
by William Molducci
Nessun commento:
Posta un commento