venerdì 21 febbraio 2014

Intervista a Silvia Mezzanotte

Intervista a Silvia Mezzanotte

di William Molducci

Silvia Mezzanotte ha esordito come cantante nel 1990, partecipando al Festival di Sanremo, nella categoria giovani, con la canzone Sarai grande, classificandosi al quarto posto. Successivamente inizia la collaborazione con altri artisti quali Laura Pausini, Francesco De Gregori, Andrea Bocelli e Mia Martini.


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Nel 1999 entra a far parte dei Matia Bazar, sostituendo Laura Valente. Con il gruppo ha partecipato a tre edizioni del Festival di Sanremo: nel 2000, con la canzone Brivido caldo, nel 2001, con Questa nostra grande storia d'amore, arrivata al terzo posto, e nel 2002, anno della vittoria della manifestazione, con il brano Messaggio d'amore. Insieme ai Matia, in questo primo periodo, realizza tre album: Brivido caldo, Dolce canto e Messaggi dal vivo, quest’ultimo è il loro primo live in assoluto, che raccoglie i brani di maggior successo.

Nel 2004, Silvia lascia il gruppo per intraprendere la carriera da solista e lo fa partecipando con successo alla tournée “En vivo”, organizzata da Radio Italia in paesi quali Argentina, Cile e Uruguay, insieme ai colleghi Franco Simone, Umberto Tozzi, Stadio, Paolo Belli, Iva Zanicchi, Riccardo Fogli e Beppe Carletti.

Due anni dopo, nel 2006, esce il suo primo album da solista, intitolato Il viaggio. Nello stesso periodo registra con Massimo Ranieri il duetto Perdere l'amore, inserito nell'album Canto perché non so nuotare. L'anno successivo Ranieri la vuole nelle quattro puntate del suo show televisivo Tutte donne tranne me. Successivamente ha partecipato alla terza edizione del reality show musicale Music Farm su Rai 2, precursore di X-Factor, dove è riuscita, nonostante l'eccessiva competitività dello show, a farsi apprezzare per le sue qualità artistiche e umane.



Nel 2008 ha pubblicato il suo secondo CD, intitolato Lunatica, lanciato dal singolo Non c'è contatto, composto da Emilio Munda e Matteo Gaggioli. Nel settembre dello stesso anno è entrata a far parte del cast del programma televisivo Volami nel cuore, varietà del sabato sera di Rai 1. Nel 2009 ha iniziato un nuovo percorso teatrale con lo spettacolo Regine, un recital nel quale ha omaggiato le grandi interpreti della musica, che hanno contribuito alla sua crescita musicale. Nello spettacolo canta, in sette lingue, le canzoni più belle delle grandi voci italiane e straniere, da Mina a Liza Minnelli. Nello stesso anno intraprende il Lunatica tour 2009 e prende parte ad alcuni spettacoli teatrali di Massimo Ranieri.

Il 20 settembre 2010 è la data storica del suo ritorno nei Matia Bazar, una reunion nata da un incontro occasionale avvenuto in aeroporto, che li proietta nuovamente a Sanremo 2011, con il brano Sei tu, preceduto da un nuovo album: Conseguenza logica, a cui per i testi ha collaborato Adelio Cogliati, paroliere storico di Eros Ramazzotti.


L'intervista

I tuoi album da solista: Il viaggio e Lunatica, sono stati molto importanti nella tua carriera, vuoi parlarci di questi due progetti così vicini e allo stesso tempo così diversi tra loro, dove hai firmato anche i testi di alcuni brani?

Rappresentano un periodo storico e artistico di importanza sostanziale per la mia crescita. Entrambi mi hanno permesso di parlare al femminile, raccontando la mia vita e quella delle donne, rendendomi quasi traduttrice dei sentimenti e delle emozioni al femminile. Da sempre penso che occorra un interprete per tradurre al mondo maschile ciò che davvero pensiamo. L'intento era utilizzare le emozioni del canto, per far arrivare dritto al cuore concetti non facili da esporre a parole. In particolare trovo che Lunatica sia un album di straordinaria attualità. Ancora oggi ne vado molto fiera.



Dieci anni fa hai partecipato con successo al tour En Vivo, cantando in Argentina, Cile e Uruguay, insieme ad alcuni importanti colleghi. Cosa ricordi di quell'esperienza, dove affrontavi un pubblico, che probabilmente non ti conosceva?

Ricordo l'accoglienza calorosissima di un pubblico meritocratico. Che mi conoscesse o no, mi ha ascoltato, mi ha "sentito" e mi ha applaudito.

Oltre alla tua attività insieme ai Matia Bazar, stai portando in giro Regine, uno spettacolo in cui interpreti, in chiave jazz, i grandi successi "femminili" della musica internazionale, accompagnata da Pino De Fazio al pianoforte, Luca Cantelli al contrabbasso e Max Govoni alla batteria, vuoi parlarci di questo spettacolo?

Regine mi dà l'opportunità di raccontarmi attraverso musica e parole. Parlo di me e di tutte le regine che celebro, tra affinità e diversità cercando di porre l'attenzione su concetti chiave, come la paura del giudizio della gente, l'insicurezza, la pessima necessità di dover dare più valore all'apparenza piuttosto che all'essenza tipica del mondo dello spettacolo. Inoltre, cantando in sette lingue, mi dà l'opportunità di continuare a studiare e a sperimentare con la mia voce.



Ti definisci "credente cresciuta in una famiglia laica" e in Regine uno dei momenti più emozionanti è quello in cui canti l'Ave Maria di Gounod, di cui hai scritto le parole in italiano. Quale è stato il tuo approccio nello scrivere questo testo?

La semplice volontà di raccontarmi nella mia spiritualità. Ho voluto scrivere una preghiera moderna, semplice, che mi permettesse di parlare a Maria senza dover alzare gli occhi al cielo, ma vedendola seduta accanto a me, pronta a supportare il mio cammino, che come quello di tutti è fatto di alti e bassi, di voli altissimi e di cadute.

Da quattro anni sei ritornata a essere la front-woman dei Matia Bazar, recentemente vi abbiamo visto nello show russo in cui si celebravano i 70 anni di Albano, andato in onda su RAI 1, all'estero esiste un mercato per la musica italiana e per i Matia Bazar in particolare?

Albano, Toto Cutugno, Riccardo fogli, Matia Bazar e qualche altro artista italiano conservano una fama e un successo straordinario, soprattutto nei paesi dell'est. Sarebbe bello che anche l'Italia decidesse di celebrare le sue stelle, come succede all'estero... invece molto spesso le dimentica.

Su YouTube è visibile il video del tuo esordio a Sanremo, dove cantavi il brano Sarai Grande. Dal filmato traspare molta emozione, ma anche tanta grinta, cosa ricordi di quell'esperienza?

Mi paragono ad Alice in Wonderland. Scarsissima esperienza e tanta voglia di far bene. Ho bei ricordi.

Sanremo, sola o con i Matia, è sempre un'opportunità?

Indubbiamente si. Ma odio il tele-voto. Trasforma il festival in un reality show, e ancora una volta si vuole vedere il sangue.... lo trovo terribile... Sono felice che Fazio abbia cambiato la formula della gara. E che non abbia chiamato i figli dei talent. Non ho nulla contro di loro, ma attraverso l'esercito di tele-votanti, che trascinavano, riuscivano sempre a rendere la competizione del tutto inefficace.

Silvia Mezzanotte e Massimo Ranieri, un incontro artistico tra emozioni e talento, come ti sei trovata a lavorare con lui e anche con Al Jarreau?

Al Jarreau, Massimo Ranieri e non ultimo il più recente con Michael Bolton. Tre momenti indimenticabili. Per me il top, in Italia con Ranieri e nel mondo con gli altri due. Esperienze che porto nel cuore con emozione straordinaria.



Vuoi parlarci di Masterclass, dove cerchi di trasmettere ai giovani le tue esperienze e che si prefigge di aiutare i nuovi talenti a emergere?

Ho deciso di mettere la ma esperienza e la mia tecnica al servizio dei giovani. Non mi pongo mai nel ruolo di giudice, ma parto dallo strumento che incontro per cercare i margini di miglioramento. Per me il canto è un dono che dovrebbero utilizzare tutti, anche chi non sa cantare. E' un potentissimo strumento per mettersi alla prova e incanalare le energie interiori. Non tutti possono diventare cantanti, ma tutti possono avere miglioramenti.

La tua rubrica "Note di Silvia", pubblicata sul quotidiano Il Resto del Carlino è un punto di incontro con i tuoi fan, così come la tua pagina Facebook, dove interagisci direttamente con loro. Internet e carta stampata, la risposta sembra scontata, ma quale dei due mezzi ti dà più soddisfazione?

Sembrerà paradossale, lo so, ma preferisco la carta stampata, in quanto posso scrivere quello che penso, inoltre, le lettere di risposta, che vengono inviate al giornale sono tutte firmate e quindi posso risalire a chi scrive e rispondere, se lo ritengo opportuno.
Su Facebook, invece, spesso incontro persone che non sono pronte al rispetto nel dialogo o nella discussione e utilizzano l'anonimato per essere insolenti e maleducati. Chi entra nei miei spazi deve sapere da principio che accetto ogni genere di critica, purché formulata con rispetto. Ogni tanto però qualche utente ho dovuto bannarlo.

Si ringrazia Silvia Mezzanotte per la disponibilità del materiale fotografico
Copyright © by William Molducci

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