di Simonetta Sandri
Fine febbraio, il solito
freddo che non perdona, il vento che sferza e graffia il viso, il
cappello che non tiene più abbastanza, i guanti quasi inutili.
Meglio velocizzare il passo, anche se sono le 11h30 di mattina c’è
davvero troppo gelo nell’aria. Ho deciso di andarci a piedi, a
questa matinée del Teatro Bolshoi, forse non è una delle migliori
idee che ho avuto questa settimana, ma ormai sono a metà strada.
Accelero, dunque, forse è meglio.
A Novembre scorso (al Bolshoi
se si è fortunati si trovano posti almeno tre mesi prima), ho
acquistato i biglietti per il balletto in tre atti “Gioielli”,
fidandomi solo della notorietà del coreografo, George Balanchine
(1904-1983, formatosi alla Scuola Imperiale di Balletto e al
Conservatorio di San Pietroburgo), che conoscevo di fama e per averlo
sentito spesso citare da Carla Fracci.
George Balanchine |
Il mio intuito per fortuna non
ha sbagliato, nemmeno questa volta. Spettacolo unico, danza pura,
astratta e felice. Solitamente mi documento prima su quanto vado a
vedere, questa volta no, avevo lasciato tutto al caso. Anche le mie
letture successive avrebbero dimostrato che, in effetti, avevo
assistito a uno spettacolo davvero unico e degno di nota, all’altezza
dei più conosciuti balletti classici, ai quali non ha nulla da
invidiare. D’altra parte, l’affiche del teatro moscovita, tempio
della danza, non sbaglia un colpo. Il Bolshoi è poi l’unica
compagnia autorizzata dalla Balanchine
Trust a produrre e filmare
questo capolavoro. Una ragione ci sarà.
Il teatro Bolshoi |
Il balletto è composto da tre
parti, “Smeraldi” (musica di Gabriel Fauré, estratti da “Pelléas
et Mélisande”, 1898, e “Shylock”,1889), “Rubini” (musica
del compositore preferito da Balanchine, Igor Stravinsky, Capriccio
per piano e orchestra, 1929) e “Diamanti” (musica di Pyotr Ilyich
Tchaikovsky, Sinfonia n°3 in re maggiore, “Polonaise”, op. 29,
1875). Libretto originale e coreografia di George Balanchine. Messo
in scena, la prima volta, nel 1967 a New York, il suo successo è
dovuto al fatto che il coreografo abbia concepito un trittico di
puro stile, nessuna storia, narrazione o racconto, solo tecnica e
danza, danza e ancora danza. Si dice che l’ispirazione siano state
le vetrine newyorchesi di gioielli, quelle della Fifth Avenue per
intenderci, un elogio della bellezza, della purezza di gemme
scintillanti rifinite con la stessa perfezione dei movimenti dei
ballerini. Pietre che irradiano luce ed energia, così come le
acrobazie perfette e i volteggi inimitabili di anime leggere che
volteggiano sulle punte. Tutto è prezioso in questa sala, tutto è
meravigliosamente bello.
Diamanti |
Dal punto di vista tecnico
“Jewels” è un balletto difficilissimo. I critici e gli esperti
lo considerano un banco di prova temibile per qualsiasi corpo di
ballo: prevede un’infinità di complicati ruoli solistici, tra
assoli, passi a due, a tre e a quattro, che necessitano di non poche
vere étoile in organico per interpretarli tutti.
Smeraldi |
“Smeraldi”, danzato con
tutù lunghi, è l’omaggio poetico all’elegante scuola romantica
francese, “Rubini” si ispira invece alla dinamica tradizione
americana dei musical di Broadway e del jazz; l’ultima sezione,
“Diamanti”, è l’evocazione della tradizione e dei classici del
balletto russo, riconoscibile per stile e virtuosismi. Imperiale
e magica. Il balletto è, in effetti, dedicato alle scuole di ballo
che avevano influenzato la formazione di Balanchine: il Teatro
Mariinskij di San Pietroburgo, l’Opéra di Parigi e il New York
City Ballet. La rappresentazione, andata in scena anche al Teatro La
Scala nell’aprile 2014, diventa uno straordinario divertissement
all’insegna dei colori delle gemme preziose.
Vista Teatro Bolshoi |
I “Diamanti”, in
particolare, si distinguono per passaggi legati e fluidi, un insieme
di cigni, principesse e fate leggere. A volte pare di trovarsi
immersi in un immaginario e fiabesco palazzo di ghiaccio che evoca la
Russia degli Zar. La fantasia vola davvero lontano, estremamente
leggera e felice. Bellezza della danza e preziosità delle
gemme: uno spettacolo uno e trino pieno di energia, eleganza,
bellezza, leggiadria, colori vivaci, cristallini e scintillanti che
arrivano da movimenti, passi, costumi e sorrisi. Imperdibile per gli
amanti del balletto.
Trailer "Jewels Bolshoi Ballet":
Fotografie di Simonetta
Sandri
Copyright by Simonetta Sandri
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