di
William Molducci
La
voce di Alessio, sostenuta dal violoncello di Fabio Gaddoni,
introduce “Cerco trasparenza”, brano moderno e d’atmosfera
guidato dalla chitarra elettrica di Mirko Guerra. Nasce da
un’esigenza di verità “Che ci amino gli altri”, il secondo
album di Alessio Creatura, uno degli autori e delle voci più
promettenti della nuova scena pop italiana. L’album contiene 10
brani inediti, un percorso di ballate e canzoni dalle sonorità
brillanti che trova nell’esasperazione emotiva la chiave della
propria originalità.
“Che
ci amino gli altri”, oltre a essere il pezzo che dà il titolo al
disco, rappresenta le due anime di Alessio, due diversi modi di
interpretare un brano che suscita emozione e attenzione. La versione
acustica è commovente ed evocativa, magnificata dalla fisarmonica di
Massimo Tagliata, mentre l’edizione “studio” dona alla canzone
un’altra energia e un ritmo diverso. Nelle parole di Alessio si
cela spesso un po’ d’amarezza, soprattutto quando parla d’amore,
reminiscenze di periodi difficili e di una sensibilità
straordinaria, forse un po’ esasperata: “E’
che siamo persone che non chiedono e sai, che se chiedono amore a chi
è come me… beh… che chiedano agli altri…”.
La copertina del secondo album di Alessio Creatura |
“Lolita”
è uno dei brani più difficili da leggere, uno sguardo verso
l’anemia morale dei giovani addolcito dall’hammond suonato da
Michele Guidi e da un coro talmente efficace, soprattutto nel finale,
da fare invidia a qualsiasi bluesman: “Ma
signor giudice è lei, sveste gli scrupoli miei”.
“Dici di non pretendere” inizia con un tempo sospeso per poi
ampliarsi in un vortice di suoni acustici ed elettrici, necessari per
sostenere un inciso tanto inconsueto quanto efficace: “Vorrai
da me una risposta quando non c’è! Vorrai da me una carezza quando
non è”.
“Non
sono più lo stesso”
unisce ironia e swing, accompagnati dalla sintesi additiva
dell’hammond di Pippo Guarnera, mentre “Ti porto rancore” sfoga
la rabbia di chi ha visto calpestati i propri sogni, un po’ come
scrisse Fortis nei confronti di Vincenzo, anche qui chitarre
elettriche, voce e cori sopra a tutto. Un pezzo da ascoltare dal
vivo.
Alessio Creatura |
“Grazie
al cielo” è un brano dolce, un vocepiano iniziale che rivela
l’aspetto nostalgico e introspettivo di Alessio, qui nei panni di
un viaggiatore in cerca dell’origine dei sentimenti, disponibile
anche a compiere qualche passo a ritroso. Il timbro pieno della
chitarra a 12 corde è il corretto supporto per un brano
essenzialmente melodico: “Piango
al cielo perché sono ancora capace di avere rimorsi…”. Tra
gli arrangiatori Pasquale “Paki” Canzi, storico componente dei
Nuovi Angeli, al piano il bravo Luca Bonucci.
La
ballata di (Cir)Costanza” riporta alla poesia provenzale, una
filastrocca tra gioco e ironia, dove dame e cavalieri sono guidati da
oboe e flauti, cembali e dalla voce del baritono Dino Vighesso,
azzeccato preambolo della versione acustica di “Che ci amino gli
altri”.
Il
secondo disco di Alessio Creatura è un passo importante verso la
maturità artistica, un lavoro suonato da artisti in carne e ossa che
sorprende per la cura dei dettagli, gli effetti e la facilità con
cui attraversa epoche e generi, dal rock alla ballata, sino al
medioevo. Le potenzialità sono ancora da definire pienamente ma il
talento di Alessio è puro, e “Che ci amino gli altri”, stupisce
e convince.
La copertina del CD di Alessio Creatura in versione Pop Art |
Qualche
domanda ad Alessio
Dopo
cinque anni dal precedente disco hai pubblicato “Che ci amino gli
altri”, un lavoro in cui riveli una forte emotività espressiva…
Il
nuovo album è intimo, riflessivo, di sincera narrazione dei miei
stati d’animo, delle paure e fragilità e del percorso intrapreso
alla riscoperta della parte più vera di me stesso. E’ questo che a
me interessa, far arrivare alle persone la parte più autentica,
evitando qualsiasi forma di omologazione artistica. Nella track list
si alternano ballate suggestive e malinconiche a brani dalle sonorità
rock e trascinanti. Il disco si apre con “Cerco
trasparenza”,
dove mi divido tra autoritratto dell’anima e pragmatica presa
d’atto delle verità terrene, come il labirinto dei pensieri che si
distingue in un livello divino e in uno umano, quasi a simboleggiare
il pericoloso contatto tra bene e male, tra perdizione e redenzione.
Un altro brano importante è
“Che ci amino gli altri”…
“Che
ci amino gli altri” ha un forte
impatto emozionale, delicato e commovente, soprattutto nella versione
acustica dove è intervenuto il fisarmonicista Massimo Tagliata,
compositore e musicista di notevole versatilità. La canzone esprime
il desiderio di essere amati, in sintesi è l’espressione della
paura che qualcuno si approfitti di noi, ben sapendo quanto sia
illusorio credere che la nostra felicità dipenda dall’amore degli
altri.
A
questo progetto hanno partecipato tanti bravi artisti…
Ai
cori si sente la presenza di Manuela Cortesi, una delle voci più
calde della scena musicale italiana, nota al pubblico per essere la
vocalist di artisti quali Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Gianni
Morandi, Mina, Celentano, fino ad arrivare ai grandissimi Lucio Dalla
e Francesco De Gregori. Manuela ha dato tutto per questo mio disco:
anima cuore professionalità, intuizione, guizzo. Ho seguito
personalmente l’arrangiamento di tutti i brani, nati anche grazie a
proposte da parte dei collaboratori: Mirko Guerra, Massimo
Roccaforte, Fabio Sartoni, Paki Canzi. Il missaggio è frutto del
lavoro di Loris Ceroni, la masterizzazione invece è opera di Stefano
Cappelli.
Fotografie
di Youness Taouil
ALESSIO CREATURA - CHE CI AMINO GLI ALTRI (acoustic version) - VIDEO UFFICIALE
ALESSIO CREATURA - CERCO TRASPARENZA - VIDEO UFFICIALE
Copyright
by William Molducci
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