di
William Molducci
“Era
febbraio, ieri come oggi”, è un viaggio musico-letterario dove
sono messi a confronto il periodo della resistenza con i tempi
attuali, tramite le letture dell'attore Marco Sgarbi e le canzoni eseguite dal vivo da Beppe Giampà, su testi inediti dello scrittore
ferrarese Sergio Gnudi.
Marco
Sgarbi ha debuttato giovanissimo, come attore, prima in teatro e poi
nel cinema. Tra i registi con cui ha lavorato citiamo Marco Felloni,
David L. Hirst, Alexandra Dadier ed Ermanno Olmi, nel “Mestiere
delle armi”. Nel 2001, per il 50° anniversario dell’alluvione in
Polesine, ha scritto, con Emanuele Alessandri, il monologo “Novembre
1951: cronaca di un’alluvione” di cui è stato regista e
interprete. Dal 2002 è il direttore artistico del Teatro Comunale di
Occhiobello.
Beppe Giampà |
Beppe
Giampà ha al suo attivo numerosi album e reading musico-letterari,
le sue produzioni musicali si distinguono per le originali sonorità
e le trasposizioni in canzone delle poesie di grandi autori italiani.
“Della fatal quiete” è il suo ultimo disco, dove ha musicato le
poesie di Foscolo, Campana, Pascoli, Leopardi, Carducci, mentre in
precedenza aveva compiuto la stessa operazione con le poesie di
Cesare Pavese, nell'album intitolato “I mattini passano chiari”.
Lo stesso titolo è stato adottato per lo spettacolo teatrale scritto
e diretto da Alessio Bertoli,
con
Roberto Accornero e Barbara Forlai.
Sergio
Gnudi, giornalista, poeta e scrittore, ha partecipato attivamente ai
movimenti di poesia concreta, visiva, seguendo le orme tracciate da
Adriano Spatola, con diverse installazioni e performance. Nel 2007 ha
pubblicato "Del diavolo e della santità", un’opera a
cavallo tra teatro e poesia, con "A Cinzia" ha concluso la
sua esperienza avanguardistica per rientrare nell'alveo della poesia
classica, rivisitata. Gnudi ha scritto anche libri per i ragazzi e,
nel 2014, “Le storie di Antonio”, racconti di partigiani e
resistenza.
Beppe Giampà e Marco Sgarbi |
“Era
febbraio”, fuori da ogni retorica, alterna testimonianze di
resistenza e consapevolezza civile del passato e contemporanee, con
richiami alla letteratura e in particolar modo a “L’Agnese va a
morire”, il romanzo di Renata Viganò da cui fu tratto l’omonimo
film diretto da Giuliano Montaldo. Tra letture e canzoni sono
inseriti alcuni passaggi multimediali, come voci fuori campo e un
discorso di Sandro Pertini, sui concetti di socialismo e libertà. Vi
sono sette canzoni inedite, sei storie, in parte recitate e in parte
lette, il filo conduttore è la resistenza ieri e oggi.
Giampà
e Sgarbi sono riusciti a creare una forte empatia con il pubblico,
che, nell’arco dei 50 minuti della performance, si è fatto
piacevolmente coinvolgere dalle sonorità del musicista astigiano e
dalla passione interpretativa di Sgarbi, mai sopra le righe o con
toni fuori posto.
Da sinistra: Beppe Giampà, Sergio Gnudi, Marco Sgarbi |
Pur
con una scenografia essenziale, basata sulla presenza fisica dei due
performer e degli strumenti necessari per suonare, leggere e
ascoltare le registrazioni, il reading non ha avuto tempi morti,
seguendo un percorso logico, nel raccontare le storie dei
protagonisti.
Lo
spettacolo ha un suo ritmo e funziona, e il pubblico se n’è
accorto, prova ne siano i numerosi applausi a scena aperta, così
com’è accaduto il giorno prima a Padova durante “La fiera delle
parole”. Ora gli autori sono in attesa di nuove richieste, che gli
consentano di rimetterlo in scena in tutti i luoghi possibili.
La canzone di apertura di "Era febbraio"
Photo
by William Molducci
Copyright
by William Molducci
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