di
William Molducci
Il
cantassurdautore è il termine con cui ama definirsi Matteo
Schifanoia, consapevole del fatto che, quando la crisi colpisce anche
il rock, al cantautore non resta che farsene una ragione e assumere
toni goliardici e assurdi. Con queste parole presentiamo il disco
d’esordio di un artista originale che si destreggia, con allegria,
tra swing e jazz, spaziando in varianti latin, blues, funk,
elettronica e pop.
Il supermarket delle etichette coinvolge anche i
contenuti dell’album che parla di amore sociale, status quo, vita
da single e di situazioni tanto originali quanto surreali. Il punto
di vista è ironico per non dire bizzarro, con un pizzico di poesia e
tanto senso dell’humour.
“Con
lo scapolo guai a parlare di sesso altrimenti poi c’è il rischio
anche di renderlo depresso”,
questa è una strofa, estrapolata da “Lo scapolo”, cantata tra
cori, ottoni e dal ritmo un po’ sincopato, rende chiara la crisi
rock di Matteo Schifanoia, cantore ispirato e ironico, che, come dice
sempre lui, di questi tempi il lavoro non lo trova neppure Scotland
Yard.
"Lo scapolo" è l'album di esordio di Matteo Schifanoia |
E’
una crisi rock, che rischia di diventare un po’ pop, come ama
ripetere Matteo in “Crisi rock”, accompagnato da basso e
fisarmonica e dai luoghi comuni più in voga in questo periodo.
La
malinconia della star, che si ubriaca dentro il bar, introduce la
“Notte seria”, tra nottambuli loquaci e birre bionde. Qui
l’ironia è pungente, meno allegra e più complessa, un po’ di
poesia ci porta nei bar, dove le serate scivolano via.
“Costa
meno” avere amici puttanieri, piacioni, mascalzoni, ragazzi poco
seri che avere amici simpatici e carini, canta Schifanoia in quella
che appare una simpatica vendetta, per poi parlare di amore in “Santa
la bella stella stanca”, anche qui con il coro che sorregge l’anima
popolare della canzone, una ballata che rivela la parte romantica del
suo autore.
Matteo Schifanoia |
Il
“Guardaroba impazzito” racconta una storia surreale dalla parte
dei vestiti, dai pantaloni alla gonna, dalle mutande ai corpetti. Un
consiglio? Non dare al guardaroba del tu!
Il
disco di Schifanoia non ha battute d’arresto, cattura sin dalle
prime note fino a farsi ascoltare per intero, senza mai fermarsi.
“Lolita” è uno degli otto brani che confermano la tesi, con
l’aggravante di sentirsi un po’ vecchi, la prima volta che ci
danno del “Lei”, così come “Un sognatore in bianco”, dallo
stile Dixieland
– New Orleans Jazz, dove un uomo, intento a fare colazione al bar
con un cornetto vuoto, sogna a occhi aperti, per compensare la
mancanza di quelli notturni.
E’
una crisi rock, come dice l’omonima canzone, e presto saremo un po’
tutti pop, di sicuro se dovessimo passare qualche mese in una
qualsiasi isola dei famosi, questo è un disco da portarsi
assolutamente appresso.
"Lo scapolo" in Pop Art |
Il
video ufficiale de “Lo scapolo”:
Copyright
by William Molducci
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