giovedì 27 agosto 2015

Avast – Lavatrici

di William Molducci

Lavatrici” è l’album d’esordio degli Avast, il gruppo lucano vincitore dell’Italia Wave Basilicata 2013, che propone nove canzoni con riferimenti al cantautorato italiano e a diversi generi musicali, mescolando folk, swing, rock, con qualche cenno di jazz e reggae.

La prima sorpresa è la cover di “Poor Boy” di Nick Drake, il cantautore inglese scomparso prematuramente nel 1974. Il brano è uno dei punti forti dell’album, grazie all’ironica rivisitazione sublimata dall’inciso in slang lucano: “… pov’r uagliò che pensa solo a sé, pov’r uagliò che piange su di sé”.

 

La chitarra elettrica è il leitmotiv di “Quando manca il sale” e dell’intero disco, il suo suono evoca atmosfere esotiche, calde e viscerali, in sintonia con la voce di Benedetto Guadagno.
Portami un topo 1914” è una metafora contraria, dove il consueto è messo a nudo, mentre ciò che esce dagli schemi è apprezzato o auspicato per sincerità e assenza d’ipocrisia, il tutto espresso senza ermetismi: “Ma portami un topo, che quando le prende sul muso, almeno non si prende per il culo o portami un cane, magari uno di certa estrazione, che tradisca per dovere il proprio padrone”.
Nazismo a parte” è un testo ironico, sintesi di luoghi comuni, in contrapposizione a fatti e avvenimenti quotidiani che d’ironico non hanno nulla. “Solo i tuoi occhi” rifugge gli abbinamenti astratti di “Se esci per fumare” per ricondursi alla tradizione cantautoriale, con la confessione di un rimorso e il rimpianto di “occhi che erano veri”, struggente ricordo degli anni passati e di uno specchio che ne riflette le conseguenze. 

Salvatore Scanu, abitante del complesso residenziale genovese "Le lavatrici"
 
Senza metterti la cera” rivela il carattere teatrale della voce di Benedetto, ma anche il sound di Fabio Gammone, Giovanni Lentini, Cristiano Gianmatteo, Roberto Bellasalma e Antonio Giambitti: “Non ha senso che ti chiedi dove vanno le anatrelle, se ti serve un pugno in faccia per le stelle, tu devi andartene fuori per imparare una lingua, io quando incontro una lingua vado fuori…”.
Semplicezza”, la canzone di chiusura, si conferma un brano di spessore, trascinato dall’atmosfera di chitarra, piano e batteria, in una sorta di “Laserium floyd” (¹) ben diluito tra musica e parole: “… hai mai provato a camminare con dolcezza, tra la folla e la stanchezza, tra il labirinto”.
Lavatrici” è un disco d’esordio sorprendente, con melodie a volte semplici e qualche volta più complesse, una sorta di work in progress con potenzialità ancora da esplorare e sviluppare, preferibilmente dal vivo.
Le liriche sono curate ed espresse con forza e convinzione, la parte musicale non è da meno, considerando come l’album sia stato registrato in soli sei giorni. Lo shaker ha coinvolto anche i singoli brani, che, pur essendo ognuno un mondo a sé, sono dotati di sentieri che li collegano tra loro.
La foto di copertina mostra i segni del tempo sul volto di Salvatore Scanu, un abitante del complesso residenziale “Le lavatrici”, che domina la collina di Genova, composto di quattro edifici e oltre 370 appartamenti prefabbricati.

(¹) = Brano inserito nell’album “Smogmagica” (1975) de Le Orme, con la partecipazione del chitarrista Tolo Marton.


Copyright by William Molducci

1 commento:

Anonimo ha detto...

Metafora contraria ... è interessante, sembra smascherare l'ombra della realtà per svelarla, rivelarla, presentarla.

Paola M.

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