di
William Molducci
Michele
Cortese vinse la prima edizione di X-Factor (2008), con gli Aram
Quartet, tre anni dopo esordì con il suo album da solista: "Il
teatro dei burattini", prodotto da Lucio Fabbri.
Recentemente
ha vinto due importanti premi al Festival di Viña del Mar in Cile,
il più importante del Sudamerica, una porta d’oro aperta sul
mercato dell’intero continente, che ogni anno può contare su circa
500 milioni di telespettatori.
Cortese è stato selezionato,
per la competizione internazionale, tra
ben 1.200 candidati, unico rappresentante europeo su un totale
di sei finalisti, e ha vinto come migliore
canzone (nella gara internazionale) e migliore
interpretazione, con il brano
“Per fortuna” di Franco
Simone, arrangiata da Alex Zuccaro, un pezzo con tinte rock
che ha subito attirato l’attenzione della giuria del Festival, di
cui faceva parte anche Pedro Aznar, uno dei musicisti più stimati al
mondo, noto per la sua carriera solista e per l’attività svolta
nel Pat Metheny Group.
Michele Cortese in versione Pop Art |
La stampa cilena ha evidenziato il buon livello delle canzoni e degli interpreti della gara internazionale e di quella etnica, sottolineando favorevolmente la scelta della canzone italiana “Per fortuna”, come vincitrice e rendendo il giusto merito anche a Franco Simone, un autore e un interprete molto popolare da quelle parti. Secondo la rivista cilena “La Segunda”, la canzone vincitrice del Festival è una delle migliori degli ultimi 15 anni perché possiede lo spessore, l’inciso, la melodia e il romanticismo.
In
questi giorni ha pubblicato, per il mercato sudamericano, il singolo
“Corriendo”, scritto con Franco Simone, e ha partecipato
all’opera rock sinfonica “Stabat Mater”, insieme al tenore
Gianluca Paganelli e allo stesso Simone, che ne è anche l’autore.
Qualche mese fa è uscito “Vico Sferracavalli 16”, il suo secondo
album.
Michele
Cortese dal 2010 ha intrapreso la carriera da solista (foto di Fabio Perrone)
|
Nel 2008, insieme agli Aram Quartet, hai vinto la prima edizione di X-Factor, sono passati sei anni e di strada ne hai fatta tanta …
Quella
con gli Aram Quartet è stata un’avventura durata poco più di due
anni ma molto intensa, artisticamente e professionalmente formativa.
E’ iniziato come un progetto comune tra quattro amici, parallelo
alle rispettive ambizioni solistiche, con l’obiettivo di suonare un
po’ in giro divertendoci ad arrangiare delle cover che amavamo e
scrivere qualcosa d’inedito per 4 voci, ed è diventato la prima
vera grande occasione della nostra vita per affacciarci alla ribalta
nazionale con la vittoria di un talent-show. Quell’esperienza mi ha
dato ovviamente grande visibilità e mi ha consentito di conoscere e
confrontarmi con figure professionali e dinamiche discografiche,
dalle quali non si può prescindere nel mestiere della musica, quindi
ho imparato tante cose e sono arrivato sicuramente più consapevole e
preparato alla carriera da solista.
Con
“Riflesso” (Reflejo) è iniziata la collaborazione artistica con
Franco Simone, una svolta nella tua carriera?
La
collaborazione con Franco mi ha arricchito moltissimo artisticamente
e umanamente e ha segnato senza dubbio una svolta nella mia carriera.
Lui è un senatore della buona musica d’autore italiana nel mondo,
uno di quegli artisti dalla cui storia sono sempre stato affascinato:
vero e coerente, canta d’amore con poesia, splendide melodie,
grande vocalità, inoltre, non conosce compromessi e si ribella a un
sistema discografico dai meccanismi discutibili (per questo motivo ha
avuto l’enorme successo che meritava soprattutto all’estero). In
questo suo atteggiamento e temperamento artistico è molto più rock
di me, che pure amo il rock’n’roll mood e l’ho anche tatuato
sulla pelle, per questo sono felice di collaborarci. Ci siamo
conosciuti nella sua trasmissione “Il dizionario dei sentimenti”
dove sono stato ospite prima con gli Aram e poi per presentare “Il
teatro dei burattini”, il mio primo album da solista, abbiamo
improvvisato un duetto sul suo brano “In un minuto” e si è
creato subito un forte feeling artistico. E poi abbiamo una comune
matrice salentina!
Michele Cortese in concerto (foto di Federica Maria Aurora Signorile) |
“La
hit del momento” ci ha fatto conoscere un “Michele Cortese”
ironico e pungente, sono le tue caratteristiche d’autore?
L’ironia
è senz’altro una delle mie caratteristiche perché come autore mi
sono sempre ispirato a ciò che ho maggiormente ascoltato, ossia i
capostipiti della canzone d’autore come Dalla e Battisti che
sapevano amalgamare nella loro musica, sempre con grande credibilità,
una linea più ironica con un’altissima vena poetica e romantica,
senza creare mai confusione. “La hit del momento” è una canzone
che ho scritto in un periodo particolare in cui vari “addetti ai
lavori” mi suggerivano tutto e il contrario di tutto per
individuare una sorta di ricetta magica per comporre un brano di
successo. Quella canzone è un po’ un gioco che mi rappresenta
abbastanza ma non del tutto, perché per il resto nelle canzoni e
nella vita ritengo di essere fondamentalmente un romantico sognatore
viziato d’amore e di grandi emozioni.
Michele Cortese (foto di Fabio Perrone) |
Hai
partecipato alla realizzazione dell’opera rock sinfonica “Stabat
Mater” di Franco Simone, insieme al suo autore e al tenore Gianluca
Paganelli, credo che professionalmente sia una delle tue esperienze
più importanti …
Lo
“Stabat Mater” mi ricorda il mio primo amore per la musica e il
canto, nato quando ho visto “Jesus Christ Superstar” di Andrew
Lloyd Webber. Ritengo che l’opera di Simone abbia davvero delle
reminiscenze così importanti. E’ stato un lavoro molto stimolante
per me, anche dal punto di vista creativo, perché ne ho curato gli
arrangiamenti vocali, per le nostre tre voci. Non vedo l’ora di
poterla eseguire dal vivo, con i miei due eccellenti colleghi, dal
prossimo anno nei teatri d’Italia e del Sud America.
“La
questione” è il titolo del tuo recente singolo e del relativo
video, premiato al “Premio Roma Videoclip 2014” per la qualità e
l’impegno sociale. Com’è nato questo progetto?
“La
questione” è un brano che ho scritto con l’amico pianista e
compagno di avventure musicali Daniele Vitali e il grande Francesco
Gazzè, per raccontare una “questione” di poco amore e di poco
tempo. Per la realizzazione del videoclip, insieme alla SprinGo Film,
che ne ha curato la realizzazione, abbiamo coinvolto i ragazzi
dell’A.I.P.D. (Associazione italiana persone Down) perché li
ritenevamo i soggetti più giusti ed espressivi per il soggetto della
nostra storia.
Lavorandoci
sul set abbiamo vissuto una delle esperienze umane più belle della
nostra vita, apprendendo da loro vere lezioni di vitalità,
sensibilità e positività. La sindrome di Down è una condizione
genetica che si conosce abbastanza, ma credo che le occasioni per
informare e sensibilizzare non siano mai troppe. Abbiamo dato il
nostro contributo a sostegno di queste splendide persone, che ora
sono parte della mia vita.
“Vico
Sferracavalli 16” è l’inusuale titolo del tuo nuovo album …
“Vico
Sferracavalli 16” non è altro che l’indirizzo di una casa in cui
ho realmente vissuto a Lecce per due anni e dove ho scritto la
maggior parte delle canzoni contenute nell’album. E’ un lavoro
intriso di emozioni intime, familiari, autentiche, cantate senza
troppi filtri, arrangiate magistralmente da Alex Zuccaro e prodotte
meticolosamente da Adriano Martino per Sunshade Records.
Cortese
e Franco Simone (foto di Rodolfo Prati)
|
Hai
recentemente vinto due premi al Festival di Viña del Mar in Cile,
questa manifestazione è la porta d’ingresso dell’intero
Sudamerica …
Sì,
quella del Festival di Viña è stata una vittoria inaspettata e
sorprendente, che mi ha aperto un'enorme porta d'ingresso in quel
Paese meraviglioso che è l'America Latina. Gran parte delle nazioni
del Sud America sono connesse l'una all'altra, mediaticamente e
culturalmente, e questo mi consente di arrivare a una vastità di
pubblico enorme. Ogni giorno ricevo tanti e splendidi consensi dal
pubblico cileno, argentino, uruguaiano, colombiano e di altre
nazioni, che considero delle entusiasmanti basi per una carriera
artistica solida e significativa. Tutto questo sta avvenendo
dall’altra parte del mondo, piuttosto che nel mio Paese, grazie
alla loro straordinaria abitudine di seguire e sostenere
spontaneamente le cose belle, un'abitudine che in Italia abbiamo
conosciuto negli anni '70.
"Corriendo" - Video ufficiale:
Copyright by William Molducci
1 commento:
bel pezzo...!
danilo di florio
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