Mari
di
poesia:
Sergio Endrigo
di
William Molducci
Mari
del Sud
è il disco del 1982 di Sergio Endrigo, conosciuto
dai collezionisti
per la copertina disegnata da Hugo Pratt,
in
cui appare
Corto
Maltese, il
marinaio che
alla ricchezza preferisce libertà e fantasia; un
moderno Ulisse capace
di fare
viaggiare il
lettore nei
luoghi più affascinanti del mondo.
La
recensione di questo album
è
un'occasione
per intraprendere un'esplorazione
nel
mondo di
Endrigo,
un pellegrinaggio
che porta
inevitabilmente
molto lontano,
dato
lo spessore e la notorietà del personaggio. Il
viaggio
inizia
dall'Italia per approdare in Istria,
sua terra natale, per
giungere sino
al Brasile, terra
di poeti e samba.
Spesso
la curiosità ci spinge
a conoscere libri, film o dischi poco conosciuti o
addirittura
dimenticati, qualche
volta
si ha la fortuna di scoprire
opere
belle
e inaspettate,
come nel caso di questo lavoro del cantautore istriano.
Il
disco
in
questione non
ha riscosso un grande successo di vendite,
soprattutto
perché
fu poco pubblicizzato
dalla
Fonit
Cetra, la sua casa
discografica, ma grazie
anche al
contributo artistico di Hugo
Pratt, non è
stato dimenticato.
Mari
del Sud non
ha bisogno di sponsor, si promuove da solo grazie alle musiche
composte
da Endrigo e agli ottimi testi scritti
dalla
moglie Maria Giulia Bartolocci
(conosciuta anche con lo pseudonimo di Plumrose)
e da
Sergio Bardotti, alcune
volte anche a quattro mani.
Le
registrazioni dell'album
terminarono alla
mezzanotte di domenica 11 luglio 1982, nello stesso giorno in
cui la
Nazionale di calcio guidata da Enzo Bearzot, vinse il campionato del
mondo in Spagna.
Mari
del Sud
si
distingue dal disco precedente (…
e noi amiamoci),
per
la scelta di
affidare gli arrangiamenti a Fio
Zanotti, il
quale in quel periodo stava collaborando
con artisti quali Loredana Bertè, Ornella Vanoni e Milva e
che in seguito lavorerà
con Adriano
Celentano, Zucchero, Claudio Baglioni, Francesco De Gregori e
Renato Zero. In parole povere,
con
il gotha della musica leggera italiana. L'apporto
creativo di Zanotti
migliora
l'utilizzo della ritmica negli arrangiamenti, creando
un sound in
linea con le tendenze di
quegli anni.
Due
dei testi di Mari
del Sud,
portano la firma di Sergio
Bardotti: Si
comincia a cantare
e I
barbari.
La
collaborazione tra Bardotti ed Endrigo è di lunga data, suoi i primi
testi nell'album del 1963, che porta lo stesso nome del cantautore
istriano, da
cui fu tratto il singolo
Era
d'estate.
Inizia
il viaggio
Nel
2002, in occasione della pubblicazione del CD
prodotto dal Club Tenco, in cui si rese omaggio a Endrigo, Bardotti
si è esibito anche come cantante (esordì
nel
1961 come
cantautore con lo pseudonimo di Sergio Dotti).
L'album
si intitolava Canzoni
per te – dedicato a Sergio Endrigo
e
ospitava artisti
del calibro di Bruno
Lauzi, Marisa
Sannia, Arsen Dedić,
(cantautore croato, che ha inciso
il
live con Gino Paoli, tratto
dal loro concerto alla
sala Vatroslav
Lisinski di
Zagabria
nel 2005),
Roberto Vecchioni, Gino
Paoli ed Enzo Jannacci. Bardotti ha eseguito
il
brano
intitolato
La
casa,
inserito
come bonus track nella ristampa in CD dello storico disco del 1969:
La
Vita, Amico, È L'Arte
Dell'Incontro,
firmato da Sergio Endrigo, Vinicius de Moraes, Giuseppe Ungaretti,
Toquinho e
Sergio Bardotti, con
gli arrangiamenti di Luis
Enriquez Bacalov.
Molti
degli artisti che incisero le canzoni di Endrigo nel 2002,
parteciparono successivamente
al
progetto Ciao
Poeta,
uno spettacolo in
suo omaggio tenutosi
l'11 gennaio 2006 all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Sergio
Bardotti fu il direttore artistico della
manifestazione,
con la collaborazione di Claudia Endrigo (la figlia), per la regia di
Emanuele Scaringi.
Arsen
Dedić,
e Sergio Endrigo erano
amici
e si
sono esibiti insieme nelle numerose manifestazioni
musicali, che si tenevano in Jugoslavia sin dai primi anni sessanta.
Nel
1990,
grazie
ad Arsen, Endrigo
ha
tenuto
due
concerti
a Pola, nel Teatro popolare istriano
e all'ACY marina.
Senza
entrare nel
merito del dramma vissuto dagli italiani d'Istria, ricordiamo che
1947
è
il brano che il
cantautore istriano
ha dedicato alla sua città natale, una
canzone contro la guerra, anche se non se
ne fa esplicito riferimento.
Si
tratta di
un brano struggente, dove
tra nostalgia e rimpianto Endrigo
parla
dell'esodo da Pola, compiuto
insieme alla
sua famiglia:
“Da
quella volta non l'ho rivista più, cosa sarà della mia città, ho
visto il mondo e mi domando se, sarei lo stesso se fossi ancora la...
come
vorrei essere un albero che sa, dove nasce e dove morirà”.
A
questo proposito citiamo
quanto ha dichiarato
il regista istriano Luka
Krizanac, durante
l'intervista, che ci ha
recentemente
concesso:
“Per
quanto
riguarda le ragioni storiche dell'Istria
cito
una cosa che mi diceva mia nonna -
sono
nata austriaca, mi sono sposata italiana, sono andata in pensione
come jugoslava, e morirò
croata...”.
E
stiamo
parlando
soltanto
del ventesimo secolo.
Endrigo
ha inciso due
brani
in lingua croata:
Kud
Plove Ovaj Brod (dove
va la nave)
di
Esad
Arnautalic e
Luca
Juras (presentata
al Festival di Spalato del 1970)
e Više
Te Volim
(Ti
amo di più),
dello
stesso Endrigo
e del
musicista
croato Zdenko Runjic, noto
per avere scritto la
canzone
Skalinada,
portato al successo da Oliver Dragojević.
Anfiteatro romano di Pola (Copyright William Molducci) |
In
suo ricordo numerosi
artisti
croati hanno eseguito Kud
Plovi Ovaj
dal vivo, tra questi Rade
Šerbedžija e
Kemal Monteno, oltre
allo stesso
Arsen
Dedić.
Monteno
e Šerbedžija,
sono
artisti molto seguiti in Croazia e nelle altre repubbliche della
ex-Jugoslavia.
Rade
Šerbedžija è
noto
anche per l'importante
carriera di attore in film quali Prima
della pioggia
– Leone d'Oro alla Mostra di Venezia 1994,
Il
Santo, Batman
Begins
e
Henry
Potter e
i doni della morte 1.
Mari
del sud
Mari
del Sud
si apre con il brano intitolato Mal
d'amore
(Endrigo-Bartolocci).
Una
delicata melodia, introdotta
dal pianoforte,
accompagna un testo poetico e
ispirato,
che racconta
lo
stato d'animo e
i turbamenti
dei primi innamoramenti. Il
testo descrive le speranze,
le ansie e le attese, che crea
un nuovo amore:
“Due
gocce, una goccia appena, un fiume, un fiume in piena, la pioggia a
primavera. Qualcosa nascerà,
un'inquietudine
improvvisa, ti butterà
giù
senza difesa, e sai cos'è?
Mal d'amore, mal d'amore... Braccia aperte da riempire, il tuo corpo
da calmare, libri bianchi da scoprire...”.
Se
il pianoforte aveva introdotto le prime strofe, l'oboe suonata da
Paolo Cardini, supportata dalla ritmica e dal controcanto di
Ornella Vanoni,
donano al brano forza e allo stesso tempo grazia.
Mari
Del Sud,
dal
ritmo allegro e sincopato, aperto
dal flauto di Pan di Giampiero Lucchini e guidato
dalla batteria, è una critica alle
cosiddette vacanze organizzate, dove tutto è prestabilito, finto e
spesso ingannevole: “Si
va in carovana, verso il Nirvana, la felicità, mani
strette al volante verso nuovi orizzonti promesse in contanti, e in
tasca bugie e fotografie delle agenzie...”
. Un'insidia
che può trarre in inganno chiunque, anche chi ha lo spirito di
un marinaio
avventuriero:
“… stupida estate, inganni anche me, che conosco i viaggi, i
miraggi e le imprese di Corto Maltese...”.
Amici
nel
bene e nella fortuna, amicizia che forse non è più in grado di
sostenere le difficoltà in un'età più matura.
Queste
considerazioni, un
po'
amare, sui limiti dell'amicizia è il tema di Amici,
il brano scritto da Endrigo e da
sua moglie:
“...
se
tornasse la paura, quella
antica, quella vera, giocheresti
la tua pace, per
nascondermi in cantina, rischieresti
giù in prigione, una
lima dentro il pane. Meglio non pensarci più, famiglia,
figli, sì lo so...”.
Forse
è però soltanto un momento di stanchezza e
di nostalgia, l'amarezza è temporanea:
“...
non è niente, sarà stanchezza, e tra poco è già mattina,
ricomincia la settimana, forse è solo un po' di nostalgia, un
momento di debolezza, per gli amici qualsiasi cosa, un bicchiere e
poi si va...”.
Francesco
Baracca,
il
testo, scritto a
quattro mani (Bartolocci-Bardotti),
descrive le gesta e
gli ultimi istanti di vita del noto aviatore romagnolo, abbattuto da
un colpo proveniente da terra (a
questo proposito esistono diverse contrastanti versioni)
e quindi eroe immacolato dei cieli: “...
ma un colpo basso della fanteria, e già perdeva quota la sua vita,
un fuoco d'artificio, una cometa, come un uccello ferito che cadendo,
diventa solo piume e vento...”.
La
visione poetica del testo descrive l'aviatore mentre si alzava nel
cielo “come
un allegro valzer romagnolo, e di lassù la terra si mostrava, come
una donna felice gli si apriva”.
Poesia
ispirata e inusuale nel
panorama della canzone italiana.
i "Mari del sud" sono anche in Istria. Photo Copyright by William Molducci |
Ritmo
swing per Tip
Tap,
un brano ironico, che evidenzia come Endrigo prediliga la musica
italiana, rispetto ai ritmi di provenienza americana: “Si
lo so, c'è più musica in America, perché la
tutto marcia a suon di musica, se una donna americana ti lascia e va
canti un blues e quando non basta non sbattono la testa, ma battono
punta e tacco in un attacco di tip-tap”.
I
testi sono scritti a quattro mani da Bartolocci
e Bardotti,
una formula che sembra funzionare ed esaltare il loro lato ironico:
“Isernia
se tu fossi in California con quanto swing suoneresti le campane e
quanti ballerini e quante luci colorate, quanti trombettisti neri
nella banda comunale a sfilare lungo i tuoi boulevards...
e
se ti serve uno struscio, benedici anche il liscio e buonanotte
Broadway ”.
L'arrangiamento
si differenzia dagli altri brani, per la forte
presenza
degli
ottoni, con Enzo
Feliciati ed Enzo Sufritti alle
trombe,
Sandro
Conini al trombone, Tony Sherrett sax tenore e Rudy Trevisi con
il sax contralto.
Endrigo
canta
insieme a una giovanissima Ivana Spagna nel
brano intitolato Labirinto
(testo
di Bartolocci),
domandandosi
quali siano gli avvenimenti che determinano i percorsi della vita:
“In
quali stanze, in
quali oscuri corridoi, si
perde il segno, o
forse il sogno, che
tracciamo noi, i
nostri gesti e le parole, le
emozioni, i
bei disegni sul futuro... con
che magia, con
quale perfida alchimia, la
rosa rossa, la
promessa, si
trasforma in nostalgia...”.
Spagna
ha
cantato anche nei cori della canzone Mari
del sud,
insieme
ad Angela Bai e Antonella Pepe. Indovinato
l'inserimento del sax contralto di Rudy Trevisani.
Pandora
è
firmato
da Endrigo e da Hugo Pratt, si tratta di una ballata con un testo
ispirato
all'albo
di Corto Maltese
intitolato
Una
ballata del mare salato,
dove
Pandora
è
la nipote di un ricco inglese, mentre
suo
padre si è dato alla pirateria facendosi chiamare il Monaco.
Sulla
stessa nave dove è tenuta in ostaggio, Pandora incontrerà e
si innamorerà di Corto
Maltese, ma
quando alla
fine tornerà
in Australia sposerà un altro uomo.
“Pandora
donna che viaggia, donna che lavora... donna che ti sguscia, che
scompare … sai com'è... Pandora lasci solo la speranza a chi ti
adora, come
me”.
Il
brano si avvale del violino di Tino Fornai.
La
canzone I
barbari pone
l'attenzione sulla
violenza, sempre
più
presente
nella vita
di tutti i giorni.
Anche i testi
di questo brano sono stati scritti a quattro mani da Maria Giulia e
Bardotti. Si
tratta di una ballata lenta e amara,
gli arrangiamenti sottolineano
questi passaggi, con alcune trovate di Zanotti, come il suono
prolungato di una sirena d'allarme. Il
finale non apre alla speranza, anzi, il contrario : “...
e mentre stai morendo, ti offrono una sigaretta e con gli occhi
spaventati ti tagliano la testa, con il presagio scuro, è loro
adesso è loro, il mondo del futuro”.
L'ultimo
brano del disco si intitola Si
comincia
a
cantare,
in
questa canzone Endrigo parla
di sé e dei
motivi per cui continua a cantare e a scrivere musica:
“ Si
comincia a cantare, per
parlare a qualcuno, solitudine
a parte, non
hai proprio nessuno, si
comincia a cantare, con
parole d’amore, per
rapire e incantare e
meglio ingannare le
ragazze in fiore, e
si
canta e si vola, tra
le cose più belle, tra
una pallida luna e
un po’ di polvere di stelle...”.
Il testo è
scritto da
Maria
Giulia e da
Bardotti,
tra le firme del brano c'è
anche quella di Zanotti, oltre a Endrigo.
Grazie
a Internet il disco Mari
del sud
può essere facilmente reperito sotto forma di file digitale su
iTunes, CD e anche nel vecchio vinile, tramite
eBay.
Il monumento che la città di Pola ha dedicato a Sergio Endrigo. Photo Copyright W. Molducci |
Ancora Sergio
Si
comincia a cantare è anche
il titolo dell'album postumo di Sergio Endrigo, pubblicato nel 2010
da onSale music,
che contiene ventiquattro tracce
registrate
nel 1959 e firmate
da famosi autori (tra cui Migliacci, Bindi, Calabrese e
Modugno).
In alcuni brani Endrigo appare con i suoi pseudonimi: Sergio Doria,
Notarnicola e Riccardo Rauchi e
il suo complesso.
Nel
2012, con
l’aiuto dell’Unione Italiana, del municipio di Pola e della
Regione istriana
è stato realizzato un CD tributo
intitolato 1947
–
Hommage a Sergio Endrigo,
che
contiene una
trentina di
brani scelti con cura tra i più conosciuti,
eleganti e
riflessivi,
interpretati
da artisti polesi
(con
l'eccezione
degli istriani Arsen Dedić e Massimo Savić).
Il
30 maggio 2013, in occasione dell'anniversario dell''80° anno dalla
nascita di Endrigo (15 giugno 1933), Radio Capodistria ha trasmesso
il concerto registrato al Teatro di Capodistria in occasione del
Forum Tomizza, dedicato alla sua musica.
Il
26 luglio 2013 il Folk Festival, che si svolge a Spilimbergo in
provincia di Pordenone, ha dedicato una serata a Sergio Endrigo,
invitando
il cantautore Simone Cristicchi a cantare accompagnato
dalla Mitteleuropa
Orchestra del
Friuli Venezia Giulia diretta
dal m° Valter Sivilotti. L'evento
è stato trasmesso su RAI 1 il
15 agosto, purtroppo
in seconda serata alle
23.30, ma
è
tuttora visibile, in versione integrale, su Youtube.
La
città di Pola ha dedicato a Endrigo una splendida scultura ispirata
alla famosa canzone L'Arca
di Noè.
L’opera, dell’artista Ciro Maddaluno, è stata realizzata dallo
scultore Eros Cakic, con il contributo degli architetti Davor
Matticchio e Zvonimir Vojnič.
Durante
il
breve
viaggio nei “mari
di
poesia”, abbiamo
incontrato
artisti, poeti,
luoghi
e
suoni che la memoria aveva per un po' dimenticato, ma di cui dobbiamo
riappropriarci. Chiudiamo
con due
bellissime
frasi,
la prima tratta da
Canzone
per te,
che
nel 1968 vinse il Festival di Sanremo:
“...
la
solitudine che tu mi hai regalato, io la coltivo come un fiore”.
Il
secondo testo è tratto dal brano Poema
degli occhi,
con
le parole
di Vinicius de Moraes: “...
amore
mio che occhi i tuoi, quanto
mistero negli occhi tuoi, quanti
velieri e quante navi, quanti naufragi, negli
occhi tuoi...”.
Si ringrazia Claudia
Endrigo per il supporto dato durante la realizzazione dell'articolo.
Le fotografie dei
panorami istriani sono Copyright ©
William Molducci.
Tutti
i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari.
2 commenti:
Un vero viaggio nel mondo di Sergio Endrigo, grande lavoro di ricerca e di analisi dei testi
Articolo di grande spessore. Complimenti
Giuseppe
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