Il
ritorno di Souad Massi
di
William Molducci
Souad Massi è una
sensibile e raffinata cantautrice nata e cresciuta ad Algeri nel
quartiere popolare di Bab El-Oued, reso famoso dall’omonimo film di
Merzak Allouache.
Incoraggiata dal fratello
maggiore, inizia a studiare musica in giovane età, cantando e
suonando la chitarra. Crescendo apprezza sempre di più il rock e il
genere country americano, stili musicali che avrebbero influenzato il
suo modo di comporre.
Souad canta in arabo algerino, francese e,
occasionalmente, in inglese e cabilo, alcune volte impiegando più
lingue nella stessa canzone.
Come molti algerini,
durante gli anni dei disordini, Souad si trasferì con la famiglia in
Cabilia, dove ebbe l’opportunità di diventare la front-woman del
gruppo rock “Atakor”, con cui suonò per sette anni. La band,
causa i testi politici e la crescente popolarità, divenne bersaglio
di minacce, tanto che la cantante dovette trasferirsi in Francia a
Parigi.
Immagine tratta dal concerto live del 2007, disponibile su CD e DVD |
La
sua carriera ebbe una svolta importante nel 1999, grazie
all’esibizione al “Femmes d'Algerie Festival” a Parigi, che le
fruttò un contratto discografico con la Island Records. Due anni
dopo uscì “Raoui”, il suo primo album da solista, accolto molto
bene da critica e pubblico sino al punto di ottenere la nomination
(Best newcomer) ai World Music Awards del network inglese “BBC
Radio 3”.
La
definitiva consacrazione arrivò con l’album “Deb” (Cuore
spezzato) scritto con testi più personali e meno politici. Il disco
divenne un successo mondiale, cosa abbastanza rara per un autore
nord-africano. Tre anni dopo, nel 2006, fu la volta di “Mesk Elil”
(Caprifoglio) in cui l’artista algerina ampliò i temi dell’amore,
già esplorati in “Deb”, e cantò con Daby Touré e Rabah Khalfa
(leggendario percussionista algerino).
Il
suo più recente album si intitola “Ô Houria” (Libertà),
prodotto da Francis Cabrel (chansonnier francese di origine italiana)
e Michel Françoise (autore e chitarrista nato in Algeria). L’opera,
che contiene il brano “Let me be in peace” cantato con Paul
Weller, si distingue per i ritmi più vicini al pop occidentale.
Imperdibile il duetto con Francis Cabrel nel brano “Tout rest à
faire”.
Recente fotografia, regalataci dalla stessa Souad |
Le atmosfere musicali di
Souad oscillano tra folk (arabo-andaluso), rock e tradizione algerina
(chaâbi), miscelando chitarre elettriche e flamenco, oud e liuto
arabo, batteria, sintir (basso acustico sahariano) e karkabous
(nacchere metalliche sahariane), una fusion che esalta la sua
sensuale e potente voce che ben si amalgama con i testi politici e
personali.
La
cantante si esprime al meglio dal vivo, come si può constatare nel
live acustico del 2007 (registrato al
Théâtre
la Coupole di Parigi) da cui furono tratti un CD e un DVD.
Nella
scaletta di quel concerto non poteva mancare il brano “Raoui”,
precedentemente inserito nel suo primo album:
“Oh
cantastorie, raccontami una storia, fa che sia un racconto,
raccontami delle genti antiche, raccontami delle mille e una notte,
di Lunjia Bent el Ghoula e del figlio del Sultano…”.
Alcuni degli album di Souad Massi |
Da
qualche tempo Souad Massi canta nel duo "Chœurs de Cordoue",
che ha creato col chitarrista Eric Fernandez. Il nome è un omaggio
alla città di Cordova, in cui nel X° secolo, nonostante le
differenze, convivevano uomini di scienza e artisti cristiani,
musulmani, ebrei e atei.
Il
suo nuovo album, intitolato “El mutakallimun” (Quelli che
parlano), è uscito lo scorso mese. Si tratta di un lavoro aperto
alle sonorità della world music, sulla scia di “Mesk Elil”,
infatti, il suo “folk-rock algerino” incrocia ritmi africani,
bossa e tradizione, pur essendo ancorato al mondo contemporaneo. I
testi sono tratti dalle opere di grandi poeti arabi come il libanese
Elia Abou Madi, il tunisino Abou
El Kacem Chebbi
e l’iracheno Ahmad Ibn al-Husayn Al-Mutanabbi.
Souad Massi live à TV5 Monde "Acoustic" 20/06/2015 (concerto live e intervista in 30 min):
Souad Massi live à "La cigale", Paris 07/04/2015 (Presentazione nuovo album):
Copyright by William Molducci
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