di William Molducci
Ci sono voluti due anni di
lavoro per realizzare “Il profumo di un’era”, il nuovo album di
Amelie, il tempo necessario per compiere un viaggio tra
sentimenti, desideri, ricordi, paure e visioni virtuali.
La sintesi di questa
introspezione trova, nelle parole e nelle sonorità del disco, un
equilibrio tra solarità e lati oscuri, favole e realtà, come
nell’introduzione di “Mondobit”, dove si accenna “Billie
Jean” di Michael Jackson, uno dei punti di riferimento musicali
della cantante milanese, come lo è Piero Ciampi, di cui fu splendida
interprete di “Confiteor”.
“Il
profumo di un’era” è un concept album
in cui tutti i brani ruotano attorno al tema del tempo, un percorso
necessario per ritrovarsi dopo essersi perduti, lasciando che suoni,
pensieri e parole si contaminano a vicenda, in un susseguirsi di
sonorità pop,
rock e new age, artefici di un innovativo pop italiano.
Amelie
parte dai ricordi e dagli insegnamenti del passato di “Il profumo
di un’era”, “Con il naso all’insù”, “Milano”, per
ritornare al presente con “Il nuovo mostro”, “L'alieno delle 3”
e “Un'altra vita”. I momenti personali prendono il sopravvento in
“Messaggi”, “Zero”, “Dicembre” e “Polaroid”, sino a
diventare visioni istintive con “Mondobit” e “Ti ho ucciso con
un click”.
Copertina del nuovo album di Amelie |
Il talento di Amelie non si
limita alla voce, infatti, 10 delle 13 canzoni sono state composte da
lei al pianoforte e di “Che cosa c’è” ha realizzato anche gli
arrangiamenti. Si tratta di uno dei brani più significativi in cui
canta con Rebi Rivale, autrice del testo: “E
piangere si può, si perde, si vince, si vedrà, il tempo con il
tempo ti dirà, e ciò che senti adesso cambierà…”.
Con una semplice domanda si tende una mano verso una persona in
difficoltà, trasmettendole comprensione e speranza.
“Profumo
di un'era" é una ballata legata al ricordo della madre e
dell’infanzia, in cui si rivela l’animo romantico
dell’interprete. La voce “leggera” di Amelie ben si adatta al
testo di Fabio Papalini a cui ha collaborato anche lei. Nel video ufficiale,
girato da Michele Piazza, la protagonista,
adulta e bambina, si muove in un luogo senza tempo, circondata da
oggetti che richiamano il passato e i ricordi.
In
“Milano” la cantautrice rivisita i luoghi più significativi
della città in cui è nata. Pianoforte, archi, chitarre acustiche ed
elettriche creano un senso di attesa, rivelando una città che la
tecnologia ha ringiovanito al contrario delle persone. “Milano” è
uno dei brani più intensi dell’album, così come “Dicembre”,
dove nevica e c’è il sole e il mistero ha i chiaroscuri di un
quadro di Magritte. Il sound “anni sessanta” riporta al bianco e
nero, emblema di contrasto e del tempo passato.
Amelie |
“Zero”
è un numero e un punto di partenza. Il brano, interpretato da Amelie
e Stefano Ardenghi, descrive l'incomunicabilità tra due persone che
non riescono più a rapportarsi, suggerendo di ritornare al punto
zero per ricominciare.
“Polaroid”
è il pezzo che chiude il disco, un fermo immagine rivelatore di
verità, preambolo di “ere” ancora da vivere nel bene o nella
difficoltà: “Chi
non teme mai la verità, che sia imbarazzante o scomoda, fa pensare
un poco alla falena, che è in amore con la sua candela, e si brucia
e non ha paura…”.
Il brano chiude il disco a tempo di rock, così com’era iniziato
con “Il nuovo mostro”.
Il
nuovo album di Amelie è un lavoro completo, un viaggio nel suo mondo
fatto di ricordi, di esplorazione e spiritualità. “Il profumo di
un’era” non è un simulacro delle emozioni, quello che traspare è
reale e sincero, così come lo sono le diverse influenze musicali che
ne determinano lo spessore e ne confermano la valenza. Il giusto
merito va dato anche a Giovanni Rosina (arrangiatore di quasi tutti i
brani), Fabio Papalini, Rebi Rivale e i bravissimi musicisti, tutti
all’altezza della situazione.
Video
ufficiale di “Profumo di un'era”:
Copyright
©
by William Molducci
1 commento:
Complimenti! Ottimo pezzo! Bel video elegante!!! Bravissima!!!!!!
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