Intervista a Renzo Zenobi
di William Molducci
Renzo Zenobi, come scrive
Pino Stillo nella biografia inserita in “Canzoni sulle pagine”,
il recente libro con CD di canzoni inedite, è un protagonista
atipico del filone della canzone d’autore italiana. Con un
linguaggio a volte sofisticato, altre volte semplice, ma sempre
finemente poetico, è riuscito a imporsi come un delicato inventore
di atmosfere liriche e musicali, in anni in cui le mode indicavano
prevalentemente tutt’altre direzioni.
Come è iniziata la
sua carriera?
Tutto è cominciato
quando Edoardo De Angelis mi chiese di suonare la chitarra nel disco
di De Gregori “Alice”. Da quel momento Francesco mi portò al
Folkstudio e in seguito anche alla RCA, dove mi fecero un contratto
per incidere dischi. Con la RCA ho inciso 7 LP e naturalmente 7
singoli, com’era d'uso in quegli anni.
“Silvia” è
dedicata a Silvia Draghi, com’è nata questa bella canzone?
La canzone “Silvia”
prende spunto da un week end trascorso a Firenze presso Silvia
Draghi che avevo conosciuto tramite amici comuni, lei all'epoca
cantava canzoni folk, una sorta di stornelli toscani, ma la canzone è
una costruzione trasfigurata che dalla realtà passa alla fantasia.
Sono passati più
di 40 anni da “Silvia”, com'è cambiato il suo pubblico?
Il pubblico che viene ad
ascoltarmi è sempre lo stesso, cioè gente che rispecchia i propri
pensieri e le proprie sensazioni nelle mie canzoni. Alcune persone
sono proprio le stesse di tanti anni fa, altri sono giovani ma con lo
stesso sentimento. Ricevo però, a volte, e-mail di giovani che
vogliono discutere con me delle mie canzoni e spesso ricordano
“Silvia”, che avranno sicuramente ascoltato su qualche vecchio
disco dei genitori o degli zii: la cosa mi fa piacere.
Renzo Zenobi in un recente concerto a La Spezia |
Il Folkstudio e il
Cenacolo RCA, erano punti di aggregazione della creatività?
Il Folkstudio sì. Era un
punto di aggregazione in cui tutti erano liberi di fare ascoltare le
proprie invenzioni e, infatti, la domenica pomeriggio bastava dare il
tuo nome ed eri messo in scaletta e cantavi la tua canzone. Se la
gente reagiva bene, potevi tornare altrimenti...
il Cenacolo no. Era un
posto della RCA in cui si facevano i provini dei dischi o le prove
dei tour. C'erano vari studi con un registratore e
prenotandoti potevi provare le tue canzoni e le musiche, almeno per
noi cantautori, gli altri provavano ciò che creavano in base al loro
mestiere. A pranzo poi arrivavano, a volte, i capi dalla RCA e si
mangiava tutti insieme, si mangiava benone!
Ennio Melis è
stato un grande manager per la discografia e un punto di riferimento
per gli artisti, che ricordo ha di lui?
Si direi che Melis è
stato uno dei più ispirati direttori di case discografiche. Lui
sceglieva seguendo il proprio gusto più che il mercato e questo al
90% lo ripagava in pieno. È questo suo modo di fare che ricordo con
grande stima e affetto, perché certo mi riporta a un tempo e a
uomini ormai difficili da trovare.
Il direttore della
RCA non riusciva a spiegarsi perché il pubblico non la seguisse come
riteneva che lei meritasse, ha mai sofferto di questo?
No perché nonostante io
vendessi forse meno dischi degli altri comunque facevo parte di
quella grande squadra e questo non mi faceva sentire solo e neppure
meno importante.
"Canzoni sulle pagine" è il libro di Zenobi con tutti i testi delle sue canzoni e un CD di inediti |
“Telefono
elettronico” ci riporta a Lucio Dalla, cos’ha rappresentato per
lei il cantautore bolognese?
Lucio per me è stato
dapprima un grande amico e poi un grande professionista da cui si
poteva soltanto imparare. Imparare tanti modi diversi di affrontare
la registrazione di un disco, dunque quando scrissi le canzoni di
“Telefono Elettronico” e lui le lesse decidemmo insieme che fosse
lui a farne l'arrangiamento e la produzione.
Lei, Piero Ciampi,
De Angelis e Nada avete cantato insieme in alcuni concerti e
registrato uno special TV …
Furono le prime date che
io feci per la RCA: eravamo io, Nada, De Angelis e Ciampi in un
teatro qui di Roma, se non ricordo male era il Teatro dei satiri.
Ricordo che Piero qualche volta recitava delle sue poesie e che Nada
cantava le canzoni che lui aveva scritto per lei. Da quell’esperienza
credo che poi nacque il desiderio di Nada di incidere la mia canzone
“Giornate di tenera attesa”. Una canzone che lei cantò
magnificamente.
Lo special fu organizzato
dopo i concerti, con Paolo Conte. Registrammo questa trasmissione per
la RAI a Torino che si chiamava “Tre Uomini e una Donna”. Cioè
Nada, Paolo Conte, Piero Ciampi e Renzo Zenobi: cantavamo dal vero e
la trasmissione credo sia andata in onda alle due di notte in agosto!
Pochi l'hanno vista e ancor di meno la ricordano.
“Bandierine” è
l’album della sua collaborazione con Morricone, il brano “E
ancora le dirai ti voglio bene” lo troviamo anche nel suo ultimo CD
…
A me era sempre piaciuto
il modo di arrangiare di Ennio Morricone e quando scrissi
“Bandierine”, facemmo con Melis il tentativo di proporglielo e a
lui le canzoni sono piaciute e accettò di realizzarle. Il disco non
passò mai per radio o TV ma secondo me è stato ed è un bel disco.
Ho deciso di inserire “E ancora le dirai ti voglio bene”, brano
di quell'album, nel mio nuovo cd perché credo sia una delle mie
canzoni più belle, senz'altro fra le mie preferite, che se caso mai
questo nuovo album dovesse capitare in mano di chi non conosce il mio
passato musicale ritengo sia giusto ne venga a conoscenza.
Quando usci
“Proiettili d'argento”, Dalla fece un gesto inusuale, scrisse
alle radio chiedendo di prestare attenzione al suo nuovo lavoro …
Come dicevo prima Lucio
era un grande amico, dunque a lui piacque molto la canzone “E noi
piccoli piccoli” così decise di scrivere una lettera alle radio
per chiedere, se non altro, di ascoltare il disco che gli era stato
mandato. Ricordo con grande nostalgia che Lucio ascoltava questa
canzone anche negli anni successivi e sulle sue note spesso mi
chiamava per salutarmi: prima dai telefoni fissi, poi da quelli
elettronici ...
“Il ritratto”
apre il nuovo CD, è da ritenersi il manifesto di quest’ultimo
lavoro?
“Il Ritratto” a me
piace abbastanza, specialmente l'arrangiamento, e mi sembrava giusto
aprire il cd con questo brano. In effetti, le canzoni sono un po' dei
ritratti dunque quale pezzo migliore per iniziare e per presentare un
album?
Lucio Dalla, De Gregori e Zenobi al Folkstudio (Foto Pubblico Dominio) |
“... stiamo come
due caffè che aspettano sul tavolino, freddi perché è tardi ormai,
tragici perché tu non arriverai...” rendere semplici figure e
situazioni complesse è poesia?
Non ne ho idea! Non è il
mio mestiere quello di critico ma spesso capita di leggere nelle
poesie queste trasfigurazioni della realtà quotidiana come le
intende lei. Non so dirle effettivamente se quei versi della mia
canzone sono poesia, in fondo non sta a chi scrive giudicarlo, posso
però dire che io scrivo e musico e se la poesia è solo scrittura,
come ci hanno abituato a scuola, tragga lei la risposta...
Lei, che è un
“Aviatore”, ci presta un sogno per volare via?
Io credo che tutta la
vita sia fatta di sogni e di mete da raggiungere - i sogni, infatti,
secondo alcuni ci indicano le mete che vogliamo raggiungere - poi sta
alle persone tenerseli ben stretti e farsi portare fino allo scalo,
magari da un volo che ci accompagna solo fino a casa!
Renzo Zenobi canta "Silvia" al raduno CLAB 2005 a Firenze
Si ringraziano Renzo
Zenobi e Pino Stillo per la gentile collaborazione.
Copyright by William
Molducci
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