La
verità sul caso Harry Quebert di Joël
Dicker
di
Eleonora Bonoretti
Il
mio amore per i romanzi gialli comincia da bambina, la prima volta
che lessi “Uno studio in rosso” di A. C. Doyle rimasi affascinata
dalle avventure del Signor Holmes e del fedele amico Watson, da quel
momento fu un susseguirsi di romanzi e racconti in cui tentare di
scoprire il colpevole per arrivare alla deduzione finale, prima del
protagonista.
Hercule
Poirot e Miss Marple (Agatha Christie), Nero Wolfe (Rex Stout),
l’Ispettore Wexford (Ruth Rendell), Auguste Dupin (Edgar Allan
Poe), sono solo alcuni dei personaggi che costruirono la mia passione
per questo genere di letteratura. Al momento di scegliere la facoltà
universitaria per un momento pensai addirittura a Criminologia, mi
vedevo bene nelle vesti di criminologa, quanto meno per tutti i casi
che avevo risolto tra una pagina e l’altra.
Scelsi
altro e l’amore per i gialli si spense e rimase silente per molto,
molto tempo.
Recentemente,
complice il suggerimento di un amico, e una giornata in libreria
senza le idee chiare, la mia attenzione è finita su questo libro che
nel retro copertina promette: “Se iniziate questo romanzo, siete
fottuti. Non potrete evitare di correre fino all’ultima pagina.
Sarete condizionati, sviati, freddati, stupiti, appassionati da una
storia fatta di mille intrecci, piste false e colpi di scena”
(B.Pivot, Le journal du Dimanche).
Devo
ammettere che 770 pagine mi sono sembrate tante al momento
dell’acquisto, ho pensato che una volta a casa avrei concesso
all’autore le prime dieci pagine per convincermi. E’ un
atteggiamento presuntuoso, ahimè, ne sono consapevole, ma sui
romanzi gialli sono molto esigente, credetemi, non è stato
necessario arrivare nemmeno alla terza pagina per ritrovarmi
completamente immersa nel racconto e assolutamente “incastrata”.
Questo romanzo è diventato il mio compagno di parecchie pause
pranzo, attese in uffici e serate sul divano, impossibile
abbandonarlo.
“La
verità sul caso Harry Quebert” è il secondo romanzo di Joël
Dicker, ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Francaise
2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012; è in corso la traduzione
in oltre 25 paesi.
E’
un libro ben scritto, la scrittura è fluida e snella, lo spazio
temporale si intreccia, in un’alternanza di presente e passato,
così come le vicende umane si mescolano fra il romantico e il
giallo. Marcus Goldman, il protagonista è un giovane scrittore di
successo costretto a confrontarsi con il “blocco dello scrittore”
che lo porta a trasferirsi ad Aurora nella casa del suo insegnante di
Letteratura dell’Università, Harry Quebert.
Ed
è proprio nella villa del suo ex-maestro, che è rinvenuto nel
giardino il cadavere sepolto di una quindicenne scomparsa nel 1975,
Nola Kellergan. Il responsabile appare subito Harry Quebert, che è
trasferito in carcere, dopo aver ammesso una relazione con la ragazza
e di aver scritto il suo più grande successo, “Le origini del
male”, pensando alla storia con lei.
Marcus,
più che mai convinto della sua innocenza, comincia a investigare sul
caso, riuscendo a scoprire i segreti più nascosti della piccola
cittadina del New Hampshire. Tra testimonianze del passato,
flashback, appunti, vecchi trafiletti e riflessioni, il giovane
scrittore apre il tavolo dell’investigatore, dove ogni lettore può
tentare di indovinare il finale. I colpi di scena e gli imprevisti
non mancano e fino alla fine appare difficile avere chiaro come si
concluderà. Non mancano nemmeno i sentimenti e i saggi consigli che
il Professor Quebert dispensa al giovane Marcus. Trentuno consigli,
uno a ogni apertura di capitolo.
“Quando
arrivi alla conclusione di un libro, Marcus, devi regalare al lettore
un colpo di scena finale”.
“Perchè?”
“E
me lo chiedi? Perché bisogna mantenere il lettore con il fiato in
sospeso fino in fondo. E’ come quando giochi a carte: devi
conservarti qualche asso per l’ultima mano”.
“…
un bel libro, Marcus, è
un libro che dispiace aver finito”.
Per
me è stato davvero un bel libro, mi ha saputo coinvolgere, mi ha
emozionato e divertito. Non avrei potuto chiedere di più.
Buona
lettura.
Copyright
© by Eleonora Bonoretti
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