martedì 3 marzo 2015

Elogio dell'energia vagabonda

Sylvain Tesson, Éloge de l’énergie vagabonde, Editions des Équateurs, Pocket,
Paris, 2012, 228 p.
Baku. Elogio dell'energia vagabonda

di Simonetta Sandri 


Dal lago Aral fino al mar Caspio ho camminato accanto agli oleodotti, seguendo il tragitto del petrolio. Ho attraversato l'Azerbaïdjan, Baku, la Georgia e la Turchia. Ho costeggiato tre mari e ripercorso il cammino di quell'energia che estraiamo dagli strati più profondi della terra e che fluisce come la forza vitale che è dentro di noi. Anche l'essere umano, come il cuore della terra, custodisce una riserva di energia che le giuste trivellazioni possono portare in superficie. Ma perché le nostre risorse ci spingono all'irrequietezza piuttosto che alla saggezza?"

 
Un viaggio fisico, in bicicletta e a piedi, un percorso dell’energia, dall’energia, con energia, attraverso l’energia e verso l’energia, la nostra, quella interiore, quella forza e riserva che ci da spesso anche tanta irrequietezza. Mi piace collegare e giocare con le parole energia, riserve ed esplorazione. Termini che toccano la stretta relazione uomo-natura, che mettono in relazione la profondità della terra e delle sue ricche ed immense risorse con quanto si può trovare nelle profondità dell’animo di ogni essere umano. Mi piace leggere nelle pagine di Tesson una ricerca di questa energia, che si può ritrovare grazie alla volontà di conoscere un luogo attraverso le sue storie e i suoi abitanti. 
 
Un uomo-scrittore, una bicicletta, un oleodotto, tre mari, centinaia di chilometri solitari.
Questo incredibile ed affascinante libro racconta un viaggio a due ruote dal lago Aral fino al Mar Caspio, attraverso l’Azerbaïdjan, Baku, la Georgia e la Turchia; un viaggio fisico che diventa un vero e proprio cammino di scoperta sulle tracce dell'energia.
Approfittando dell’attraversata di terre con immenso valore per il loro petrolio, lo scrittore consacra il proprio tempo a un’attenta riflessione sul mistero dell’energia. Petrolio e forza vitale presuppongono, infatti, lo stesso principio fondamentale: l’essere umano racchiude un giacimento di energia che adeguate trivellazioni possono far sgorgare. Bellissima l’immagine dell’energia umana che può affiorare come il petrolio dalla natura, incredibile la definizione dei libri come barili di greggio. Impensabile ma scritto davvero, scolpito sulle pagine che scorrono sotto le dita frementi e curiose di continuare nella lettura.
Tesson ci indica, poi, che questa forte energia umana si nutre di cambiamento e che nella vita il fuoco della novità rompe con irruenza le catene della monotonia e dona ai giorni la loro potenza. L’energia dell’esistenza è contenuta nella propria incertezza dell’avvenire, anche per lui, viaggiatore, che arriva a pedalare a lungo, tanto, quasi meccanicamente, senza pensare al tempo che fu e senza dubitare del tempo che sarà. Per vivere questa energia, il segreto dimora nell’astrarsi dal concetto di durata, perché per provare l’intensità del momento non bisogna né rapportarsi all’esperienza del passato né commisurarsi alla speranza dell’avvenire.
Conscio che l’uomo è l’unico animale che non si rassegna ad esserlo, ma che, tuttavia, dispone di enorme forza, a metà del libro (per la precisione, alla pagina 147 della versione francese), ci imbattiamo un un’attenta analisi della parola di origine greca, energia, che designa appunto la forza messa in atto. Il verbo energein significa, infatti, “produrre un’azione” e la parola dunamis rinvia all’idea di forza in potenza. Si passa poi all’analisi della definizione, di origine aristotelica, dei fisici, che riconoscono nell’energia la capacità di certi sistemi di produrre un lavoro meccanico. Ecco allora che, partendo da qui, scorrendo le pagine di questa entusiasmante energia vagabonda, forza che vaga e passeggia libera per il mondo, abbiamo riletto e ripercorso a ritroso anche molti pensieri di Albert Einstein, per il quale tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. … Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c'è altra via. Noi vediamo, sentiamo, parliamo, ma non sappiamo quale energia ci fa vedere, sentire, parlare e pensare. E quel che è peggio, non ce ne importa nulla. Eppure noi siamo quell'energia. Incredibilmente vero, un’esplosione cosmica.
E, infine, sempre con il grande genio e scienziato, anche noi crediamo davvero che l’immaginazione è più importante della conoscenza. Perché la conoscenza è limitata, mentre l’immaginazione abbraccia il mondo. … La volontà è la forza motrice più forte del vapore, dell'elettricità e dell'energia atomica e solo quelli che sono così folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero.
Quando non c'è energia non c'è colore, non c'è forma, non c'è vita, avrebbe detto Caravaggio.
Non c’è energia se c’è abitudine. Non c’è energia se ogni istante non si crea e si ricrea.
Questo libro ci ha affascinato perché unisce due concetti a noi cari e fonte di grande ispirazione: energia ed immaginazione. Due concetti che il nostro scrittore, geografo e giornalista avventuriero incarna perfettamente. Insieme, perché no, al cambiamento ed al moto perpetuo.
La versione italiana del libro s’intitola, Baku. Elogio dell'energia vagabonda, Excelsior 1881, 2010, 292 p.
Copyright © by Simonetta Sandri

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