Vladimir Vysockij e
Eugenio Finardi, una bella sorpresa
di Simonetta Sandri
Vladimir
Semënovič Vysockij: ufficialmente un grande attore, in verità uno
straordinario poeta, ma i cui versi non vengono stampati perché
sempre censurati dalle autorità sovietiche. E quindi Vysotsky prende
la chitarra e canta per far passare le sue parole per tutta
l'U.R.S.S. Oggi lo riscopriamo, grazie al nostro Finardi, in Sentieri
Selvaggi.
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Attraverso
cassette registrate fortunosamente, la voce profonda, infiammata e
dolente di "Volodja", Vysockij diventa la voce di tutti
coloro che si oppongono e dissentono dal conformismo di regime.
Inizialmente, lo abbiamo scoperto in una scena potentissima del
ballo, al teatro Mariinskij di San Pietroburgo, di un magistrale
Baryšnikov-Nicolai "Kolya" Rodchenko, che esplode sulle
note di Fastidious
Horses del
cantatutore russo.
Vysockij
era nato il 25 gennaio 1938, a Mosca, da un sottotenente di carriera
e un’interprete di tedesco. Era il periodo delle grandi e terribili
"purghe" staliniane. Nel 1961, scrive la sua prima canzone,
"Il Tatuaggio". Già in queste prime fasi, quasi per gioco,
un amico registra le sue canzoni e inizia una sorta di distribuzione
"porta a porta" che contraddistinguerà tutta la sua vita.
Le sue canzoni cominciano a circolare, anche se il suo nome è ancora
sconosciuto. Nel 1964, effettua un provino per Ljubimov, direttore
del prestigioso teatro Taganka. Curiosamente, Ljubimov non è
convinto delle sue doti di attore, ma lo prende con sé perché
affascinato dalle sue canzoni che cominciavano a essere diffuse e
note. Ma, già nel 1965, è a pieno titolo uno degli attori
principali del Taganka, dove ricoprirà ruoli importanti, quali
quelli di "Galileo" di Brecht.
Vladimir
Vysotsky (1938-1980) di fronte al poster del Teatro Taganka (RIA
Novosti / Plotnikov)
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Esce
il suo primo disco, colonna sonora del film "Verticale".
Nel 1967, interpreta il ruolo di Majakovskij in "Ascoltate
Majakovskij", diventa un idolo, un attore leggendario. L’anno
seguente, l’incontro con Marina Vlady si trasforma in grande amore
che durerà fino alla sua morte, nel 1980. Per Vysockij
è un periodo di instancabile frenesia. Recita, scrive, compone,
giorno e notte, ma in Russia si vuole dare una stretta contro gli
intellettuali indisciplinati, viene regolarmente boicottato, gli è
negato ogni riconoscimento, diviene una specie di "uomo
invisibile". Solo nel 1987, con la "Perestrojka"
gorbacioviana, sono arrivati i primi riconoscimenti ufficiali e le
sue canzoni sono state pubblicate su disco.
Questo
incredibile poeta cantò i perdenti che non si arrendono, gli
sconfitti, gli idealisti disillusi, coloro che si sono persi nella
vita, coloro che sono stati abbandonati da essa.
Una vita disperata, la sua: pur ignorato e boicottato diventa il poeta più popolare del suo paese, senza che di lui venga mai stampato un singolo verso. Sentieri selvaggi, uno dei più importanti ensemble italiani di musica classica contemporanea diretto da Carlo Boccadoro, ha invitato Eugenio Finardi a unirsi a loro per un progetto sull'opera del cantautore russo, le cui canzoni sono state ripensate e trascritte da Filippo Del Corno, compositore tra i più affermati delle ultime generazioni. Nasce così il progetto Il Cantante Al Microfono, un cd che getta un ponte tra la canzone d'autore e la musica classica contemporanea partendo dal grande attore, poeta e cantautore russo. Dal corpus delle sue oltre 500 canzoni, Eugenio Finardi e Filippo Del Corno hanno scelto una decina di titoli fortemente rappresentativi della tensione etica, spirituale, politica e dell'ironia corrosiva che anima il lavoro di Vysockij. Le canzoni, già tradotte in italiano da Sergio Secondiano Sacchi, sono state orchestrate dallo stesso Del Corno, in una versione che mette in luce la qualità poetica e musicale dei versi di Vysockij e permette il pieno dispiegamento della straordinaria potenza interpretativa di Eugenio Finardi, che, da tempo, affianca alla sua attività di protagonista del rock d'autore italiano un approfondito e rigoroso lavoro di ricerca vocale.
Vladimir
Vysotsky (RIA Novosti / Kmit)
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Una vita disperata, la sua: pur ignorato e boicottato diventa il poeta più popolare del suo paese, senza che di lui venga mai stampato un singolo verso. Sentieri selvaggi, uno dei più importanti ensemble italiani di musica classica contemporanea diretto da Carlo Boccadoro, ha invitato Eugenio Finardi a unirsi a loro per un progetto sull'opera del cantautore russo, le cui canzoni sono state ripensate e trascritte da Filippo Del Corno, compositore tra i più affermati delle ultime generazioni. Nasce così il progetto Il Cantante Al Microfono, un cd che getta un ponte tra la canzone d'autore e la musica classica contemporanea partendo dal grande attore, poeta e cantautore russo. Dal corpus delle sue oltre 500 canzoni, Eugenio Finardi e Filippo Del Corno hanno scelto una decina di titoli fortemente rappresentativi della tensione etica, spirituale, politica e dell'ironia corrosiva che anima il lavoro di Vysockij. Le canzoni, già tradotte in italiano da Sergio Secondiano Sacchi, sono state orchestrate dallo stesso Del Corno, in una versione che mette in luce la qualità poetica e musicale dei versi di Vysockij e permette il pieno dispiegamento della straordinaria potenza interpretativa di Eugenio Finardi, che, da tempo, affianca alla sua attività di protagonista del rock d'autore italiano un approfondito e rigoroso lavoro di ricerca vocale.
Le
canzoni vanno ascoltate con calma e concentrazione, una per una. Sono
immense.
Francobollo
russo del 1999 dedicato a Vladimir Vysockij (Michel 761, Scott 6547).
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Strofa
tratta da: CANZONE DELLA TERRA
Chi
ha detto: "Tutto è completamente secco,
Non
tornerà più il tempo della semina?"
Chi
ha detto che la Terra è morta?
No,
s’è nascosta per un po’...
1969
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Sandri
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