Tu
vuo’ fa l’americano …
di
William Molducci
Renato
Carosone nacque il 3 gennaio 1920 a Napoli, dopo alcuni anni passati
in Africa, al suo ritorno in Italia, iniziò a suonare in piccole
formazioni sino a quando fu invitato a formare un trio con il mitico
“Gegè Di Giacomo” e il chitarrista Peter Van Wood.
Nel 1952,
quando Van Wood si trasferì a New York, Carosone e Gegè
ricostituirono il gruppo con il chitarrista Elek Bacsik e il cantante
Ray Martino, noto nell’ambiente perché fu il primo europeo a
esibirsi con Louis Armstrong, durante alcune tappe della tournée
post-bellica del grande “Satchmo”. Nel 1953 entrò nel gruppo
anche il jazzista Franco Cerri.
Il
3 gennaio 1954 iniziarono le trasmissioni televisive regolari della
RAI, Carosone e i suoi compagni furono i primi musicisti ad apparire
sul piccolo schermo nel programma “L’orchestra delle 15”. Al
Festival di Sanremo di quell'anno il brano “E la barca tornò
sola”, interpretato da Gino Latilla e Franco Ricci, si piazzò al
terzo posto. Il musicista napoletano rimase colpito dal tono funesto
della canzone e pensò di ripresentarla in TV, trasformandola in
un’irresistibile parodia, con Gegè che a ogni strofa diceva: “E
a me che me ne importa".
Il
primo successo di Carosone fu “Maruzzella”, nel suo repertorio
non mancavano brani diventati poi dei classici: “Malafemmena” di
Totò, “Scapricciatiello” e “La donna riccia” di Modugno,
arricchita dalle vocine accelerate tipiche delle incisioni del
cantautore partenopeo.
Nel
1955 Carosone portò al successo il brano “Giuvanne cu' 'a
chitarra”, la trasposizione in napoletano della canzone “Johnny
Guitar”, dall'omonimo film di Nicholas Ray. Il successo dell’album
“Carosello Carosone nº 3”, convinse il quartetto a preparare
subito il quarto disco, che conteneva la cover di “Rock Around the
Clock”, il successo di Bill Haley, che lanciò in tutto il mondo il
rock and roll.
Nel
1956, a Milano, Carosone conobbe il paroliere Nicola Salerno (Nisa),
che gli presentò alcuni testi da musicare, tra cui “Tu vuo’ fa
l'americano”. Il musicista partenopeo combinò musica swing e jazz
al pianoforte, realizzando un boogie-woogie. Nacque così la sua
canzone più famosa, che divenne un successo mondiale.
Nel
1957 uscì “Torero”, che fu un altro grande successo, restando
per settimane al primo posto della hit parade U.S.A., dove fu incisa
in trentadue versioni diverse e tradotta in dodici lingue. Il nuovo
repertorio carosoniano, insieme a “Chella llà” e a “Il
pericolo numero uno”, fu inserito nell’album “Carosello
Carosone nº 5”.
Nelle
primissime posizioni delle classifiche Billboard entrarono anche i
brani “Tu vuo’ fa l’americano” e “Mambo”.
Nel
gennaio 1958 il gruppo di Renato Carosone approdò alla Carnegie Hall
di New York, fino allora riservata alla musica classica, con
un'eccezione fatta soltanto per il clarinetto jazz di Benny Goodman.
L’accoglienza da parte degli italo-americani fu indescrivibile,
tanto che Carosone arrivò a dire: “…
sono cambiate le canzoni ma gli italiani non sono cambiati per
nulla”.
Nel
frattempo, parallelamente a “Piccolissima serenata”, “'A
sonnambula”, “'A casciaforte” e “Lazzarella” (tutte canzoni
provenienti da altri repertori, che Carosone arrangiò secondo il
proprio gusto), nacquero nuovi successi firmati dal duo
Carosone-Nisa: “Pigliate 'na pastiglia”, “'O sarracino” e
“Caravan petrol”.
Nel
maggio del 1960, l’artista napoletano fu invitato nuovamente alla
Carnegie Hall di New York e all'Ed Sullivan show, il più importante
spettacolo musicale televisivo degli Stati Uniti.
Carosone
fu il terzo italiano, dopo Nilla Pizzi e Domenico Modugno, a esibirsi
alla TV statunitense, dove fu presentato dall’attore Charlton
Heston, conseguendo un successo travolgente, superiore a quello della
precedente tournée. L’affetto del pubblico gli fece guadagnare un
altro invito, questa volta in California, al Dinah Shore show, il
famoso varietà televisivo trasmesso dal Network NBC, condotto dalla
cantante e attrice Dinah Shore, che si registrava a Burbank nella
contea di Los Angeles.
Dopo
la tournée negli U.S.A., nel momento di maggiore successo (come si
era ripromesso), Carosone si ritirò improvvisamente dalle scene.
Per
poterlo rivedere il pubblico dovette attendere quindici anni, in
occasione del concerto alla “Bussola” di Focette, su invito del
patron Sergio Bernardini. Lo show fu registrato e trasmesso dalla
RAI.
Da
quel momento la sua carriera ricominciò e nel settembre del 1982
tornò negli Stati Uniti, per tenere un concerto al Madison Square
Garden di New York, da dove ebbe inizio una nuova fortunata tournée,
che lo vide prima in Canada per esibirsi con l'Orchestra Filarmonica
di Toronto, poi in Sudamerica. Carosone chiuse il decennio sul
palcoscenico dell'Ariston, partecipando al Festival di Sanremo del
1989 con il brano 'Na canzuncella doce doce”.
Nella
sua carriera il grande musicista ha avuto incontri molto importanti,
dal duetto con Luis Armstrong al "Caprice" di Milano, fino
all’esibizione con Lionel Hampton, trasmessa da Rai Uno, in
occasione del suo 75° compleanno. In Brasile, si esibì con Marlene
Dietrich in uno spettacolo a São Paulo.
Il
giorno della sua scomparsa, il 20 maggio 2011, la rivista U.S.A.
Billboard lo salutò con queste parole: “Renato
Carosone, a key figure in Italian music in the post-war era, dies in
Rome at the age of 81. Carosone,
a Neapolitan, was most famous for his 1956 hit - Tu vuo' fa
l'americano - (You Want to Play the American), which was considered
the Italian anthem of that era”.
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by William Molducci
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