Niente è come te, Sara
Rattaro, Garzanti Libri, 2014, 219p
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Recensione e intervista a
cura di Daniele Mosca
Il romanzo “Niente è
come te” di Sara Rattaro è un flusso intenso, impetuoso e
turbolento, di emozioni. Un impatto emotivo che non lascia scampo e
che pagina dopo pagina conquista il lettore, lasciando emergere
ricordi, sensazioni e pensieri rimasti nascosti da qualche parte.
Ogni parola è conflitto e redenzione, immagine e sfumatura. I
personaggi esplodono con la loro anima pulsante e con tutte le
sfumature del loro carattere.
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La storia fa riflettere su un tema
oggetto di attualità e che spesso appare davvero poco conosciuto,
quello del “rapimento” di un figlio da parte di uno dei due
genitori. In questo caso è diritto a essere padre a essere negato.
E’ una distanza che viene imposta, non solo geometrica, ma
psicologica. Questo romanzo racconta la sofferenza di un padre che
non può vivere più integralmente la sua vita, che non può essere
presente mentre la sua bambina cresce. E’ un padre che non è più
un padre, bensì una figura nebulosa che scompare gradualmente agli
occhi di sua figlia. Che diventa man mano sempre più lontana e
ininfluente, fino a essere sostituita da un altro padre. La voglia di
rivedere la sua creatura diventa un’ossessione, uno scontro odierno
con la burocrazia, con l’ingiustizia e, infine, con se stessi, con
quella sensazione di “aver sbagliato tutto”. Il protagonista è
Francesco, un uomo che sa amare e lo fa fino a consumarsi dentro. Il
destino gli riporta Margherita, la figlia che gli era stata portata
via. Francesco deve imparare a conoscerla. Margherita deve scoprire
che l'ha sempre amata. Che non l’avrebbe abbandonata. “Niente è
come te” è un viaggio nei sentimenti, da quelli più colorati a
quelli più oscuri, dal sapore della vittoria a quello della
sconfitta. Il bianco e il nero e viceversa. Un romanzo che entra
nell'anima senza nemmeno bussare. Devastante nella sua crudezza e
nella realtà di una quotidianità difficile. Il rapporto padre
figlio sembra quasi sempre normale, scontato. Sembra assurdo che a un
genitore possa essere negato di veder crescere il proprio figlio.
Eppure accade. Sara Rattaro mette in luce il dramma di tanti uomini e
donne che ogni giorno vedono negato il proprio diritto. Una
sofferenza che vieta anche di vivere, di avere il coraggio di rifarsi
una vita. Di andare avanti. Ci sono pagine che sono strappate e nulla
potrà sostituirle, non esiste un surrogato dell’amore, l’amore
per un figlio è qualcosa di più. Quel bambino è la cosa più
importante, quella certezza di avergli donato la vita e la voglia di
vederlo nascere, crescere, insegnandoli i primi passi e, poi, a
vivere. Quel bambino a cui dire, niente, ma proprio niente, è come
te.
Intervista all'autrice
Sara Rattato:
Il “rapimento”
di un figlio, sicuramente un tema difficile da raccontare. Cosa ti ha
spinta a entrare in questo mondo così ricco di contraddizioni?
È
stato l’incontro con uno dei protagonisti veri di questa storia. Un
uomo che non ha contatti con sua figlia da molti anni. Grazie a lui
sono venuta a conoscenza di molte storie che coinvolgono molti
italiani e italiane che spesso non sanno nemmeno dove si trovino
esattamente i loro figli.
Esiste un “giusto
e sbagliato” in un caso di rapimento di un bambino? C’è in
qualche modo una forma di “giustificazione” a un’azione così
perfida?
È
difficile dare una risposta. Chiunque decida di andarsene con un
figlio in un modo così brutale deve avere delle ragioni in cui crede
fermamente, che queste siano giuste o sbagliate è un altro discorso.
La verità è il vuoto legislativo che governa questa situazione e
che non permette mai di fare chiarezza e che tuteli le uniche vittime
di tutto questo che sono i minori.
E’ legittimo
pensare che chi scappa con il bambino da casi di violenza domestica
metta in pratica un vero e proprio rapimento? Nel senso, ci sono
secondo te casi in cui è necessario portare via il bambino?
Forse
sì. In casi di violenza la situazione è molto diversa da quella che
racconto. Bisogna considerare che il 93% delle accuse di violenza che
sono fatte contro un coniuge per giustificare la sottrazione, con il
tempo sono considerate infondate e decadono. Spesso è la migliore
arma usata sia per prendere tempo che per facilitare l’allontanamento
dell’altro genitore.
Nel romanzo
racconti i disordini emotivi e alimentari dell’adolescenza legati
alla disgregazione del rapporto tra i genitori, quanto questi due
fenomeni sono collegati nella società moderna?
Credo
sempre di più o forse ora se ne parla con più attenzione. Tutti i
disordini emotivi e alimentari dell’adolescenza sono spesso
riconducibili a disordini affettivi famigliari. I ragazzi che vivono
la sottrazione di un genitore e la sua alienazione sono i più a
rischio, sia che questo avvenga in seguito a un allontanamento
internazionale che non.
Quando un uomo e
una donna smettono di amarsi, smettono in quell’istante anche di
conoscersi? Viene legittimo procurare un dolore anche quando non c’è
motivo? E fino a che punto è corretto dire “lo faccio per il bene
del bambino?”
Questa
è una domanda molto difficile. Non so perché ma so che accade e
molto spesso e non bisogna andare a cercare le coppie miste per
averne la prova di un odio coniugale che supera l’amore per i
figli. Troppo spesso si vedono situazioni in cui i figli sono merce
di scambio o di ricatto per ottenere qualcosa o ferire l’altro
coniuge. Quello che ogni genitore dovrebbe tenere presente è che le
conseguenze di ogni azione coinvolge sempre e soprattutto il figlio,
soprattutto l’odio.
Sara Rettaro |
L'amore è sempre
un sentiero tortuoso, anche in questo romanzo sei riuscita a entrare
oltre il sipario delle storie e dei sentimenti dei personaggi. A
raccontarli con la ormai consueta maestria, quanto hai lasciato della
tua anima in “Niente è come te”, quanto ti appartiene?
Mi
appartiene, come tutte le mie storie, moltissimo e soprattutto
appartiene al momento della mia vita in cui l’ho scritto e a tutto
quello che mi ha insegnato soprattutto dal punto di vista umano. C’è
stato un momento preciso in cui quella storia ha smesso di essere un
fatto di cronaca durissimo e si è trasformato nel mio romanzo, e
questo delicato passaggio lo ha voluto chi mi ha generosamente aperto
il suo cuore raccontandomi un grande dolore, forse il peggiore incubo
per un genitore.
Ringrazio Sara Rattaro
per l'intervista e soprattutto per avermi regalato le emozioni del
bellissimo romanzo "Niente è come te".
Copyright © by Daniele
Mosca
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