Mosca
verdissimamente Mosca…
di
Simonetta Sandri
Mosca
è davvero verde, ricca, di cultura e tradizioni, ma anche di eventi,
manifestazioni, scambi, e, soprattutto, di parchi e giardini.
Capitale da sempre circondata da enormi spazi verdi, la loro cura
richiede non solo tanta disponibilità economica ma anche amore e
grande rispetto per la natura. E qui tutto questo non manca.
Preleva l'articolo in formato PDF
Mosca,
Gorky Park, foto @Simonetta Sandri
A maggio
di ogni anno, usciti dal rigido inverno, i colori si risvegliano, i
parchi brulicano di giardinieri indaffarati che rifanno completamente
il manto erboso e fiorito di questi spazi dove i moscoviti vengono a
respirare ogni domenica estiva o ogni sera dopo il lavoro. Una
corsetta, una pedalata, una partita a tennis, e poi pattini,
monopattini, biciclette, monocicli, skateboard e bambini vocianti
riempiono stradine e vialetti profumati.
Guida
colorata sotto braccio, mappa aperta sul cuore e mente libera, eccoci
pronti ad avventurarci nella nuova e conturbante Mosca. Nuova perché
ci ha accolto a braccia aperte, perché profuma di avventura, perché
ci apre un mondo inaspettatamente verde e fresco. Nuova perché noi
stessi siamo nuovi, rinati e felici, esultanti, intraprendenti,
frementi, scalpitanti, impazienti. Entriamo al Gorky Park allora.
Forse il più bello fra i 96 parchi e i 18 giardini moscoviti.
Mosca,
Gorky Park, entrata, foto @Simonetta Sandri
Ovviamente
ci avventureremo nella natura con qualche libro che uscirà dal
nostro zaino colorato, sempre con noi, sempre lui, eterno e paziente
compagno di viaggio, un cilindro magico pieno di continue e
mirabolanti sorprese. Accompagnati dalla musica che pervade e
impregna la città…
Ci
siamo. Stiamo per entrare al Gorky ma improvvisante ci appare una
sorpresa gradita, qualcosa di totalmente inaspettato. Tantissimi
fiori, il loro profumo delicato, note che vi danzano intorno, solo
note, tante note in girotondo. Ovunque c’è musica, solo musica,
sempre musica. Chi la ascolta e chi la fa, chi la sente anche dove
non c’è. Ognuno può suonare le sue note, ciascuno può giocare
allegramente e spensieratamente con il suo spartito reale o
immaginario.
Terminato
lo stupore del vedere come ci si possa lasciare andare alla musica in
mezzo al traffico impazzito e a tante persone dalle mille culture e
lingue, piedi e idee ci portano a entrare nel parco vellutato e
ondeggiante. La sorpresa è la stessa di quando, da ragazzini,
aprivamo il baule della soffitta delle meraviglie. L'entrata è
maestosa, come tutto in questa città, ci invade il colore, i fiori
ci danno il benvenuto, quasi minuscoli esseri animati che sorridono
alla nostra curiosità infinita ed interminabile. Un tulipano piega
leggermente la sua corolla per indicarci la strada, un inchino, un
saluto affettuoso che ci fa dirigere verso aiuole splendenti ovali,
rettangolari, circolari, ovoidali; ogni
forma ha un suo perché, quasi un
disegno di un giovane angelo dispettoso che si è divertito e
sbizzarrito a lanciare colori qua e là. La natura è splendida, qui,
come ovunque, incredibilmente benevola e
generosa nel regalarti emozioni forti ed indimenticabili. Anche qui
gli alberi, come scriveva Tagore, sono lo sforzo infinito della terra
per parlare al cielo in ascolto. Il cielo ascolta, ascolta i pensieri
e i sogni che in questo posto magico abbiamo finalmente il coraggio
di esprimere.
Mosca,
Gorky Park, foto @Simonetta Sandri
Prendiamoci
per mano e sediamoci allora su questa panchina accanto ai
tulipani fioriti, per una volta proviamo a rivelarci i nostri
segreti, proviamo a scambiarci i desideri ed a capire cosa vorremo
veramente. C'è anche una ninfa leggera laggiù che, con la sua
scintillante bacchetta magica ornata di tulle bianco, ha
spruzzato qualche goccia di stella su un vaso fiorito solo per noi.
E'
un tripudio di colori e luccichii gioiosi, qualche giacinto sorride
scherzoso, anche voi (che so che ormai siete insieme a me…)
faticate a capire dove girare il capo, destra, sinistra o ancora
sinistra, dritto, dietro, davanti. Viole, iris, tulipani, rose,
calendule, fontane, il degno quadro di una favola. Dicevamo, vediamo
sbucare una ninfa da un cespuglio fiorito. Forse è una ninfa, o la
sua delicata ombra, forse è invece una nobile principessa o una
zarina che si aggira per i viali.
Mosca,
Gorky Park, foto @Simonetta Sandri
Scorci
mozzafiato. Il vostro piccolo libro, ecco ecco, ora ricordate. Quello
che ritrovate seduto al caffè del parco, nascosto fra i libri
arancioni allineati, a disposizione di tutti. Ci fermiamo un attimo
in questo gazebo bianco, un caffè nero forte ci aiuterà a
continuare il cammino, mentre le rose in fila rigorosa riflettono i
loro colori accesi negli animi di chi, al riparo di quel candido
legno, chiacchiera allegramente con amici ed estranei incrociati
lungo la via.
Mosca,
Gorky Park, foto @Simonetta Sandri
Forse
avevate sentito, dal nonno, la favola della bella zarina liutista, la
giovane innamorata che era stata coraggiosamente capace di sfidare la
sorte, travestita da paggio liutista, per salvare lo zar rapito da un
sultano durante un viaggio nel lontano Oriente. Con il suo liuto
aveva convinto il sultano a restituirle il prigioniero, in cambio
delle sue note, lei che si era tagliata le lunghe e folte chiome e
che in un prato fiorito, accanto ad una fontana, aveva rivelato al
marito ritornato con lei, il suo trucco per salvarlo. Lei che, con il
coraggio che dà solo l'amore vero, aveva compiuto il miracolo che
vascelli carichi d'oro e di pietre preziose non avrebbero potuto
compiere.
Da
dietro quel cespuglio fiorito, che ora accarezziamo, sono sbucate le
note della zarina liutista. Sono loro, le stesse amorose e potenti
note, ne siamo certi. Sono forti ed intense.
I
sentieri sono alberati, snelli e lunghi, ma retti e piacevoli. Come
tutti i pazienti e curiosi sentieri che si rispettino ci porteranno
in luoghi davvero fantastici.
Camminiamo
ancora, ve ne prego, continuiamo a passeggiare lungo l'imponente e
calma Moscova, cerchiamo di arrivare insieme al limitrofo giardino
Neskuchnyy, il più antico parco della città, utilizzato dagli zar
come residenza privata. Altro tripudio di verde smeraldo.
So
che fa caldo per essere maggio, siamo a quasi trenta gradi, ma se
avrete la pazienza di accompagnarmi ancora per un bel tratto vedremo
uno spettacolo indimenticabile. La stanchezza si sentirà solo a fine
giornata ma sarete felici di avermi ascoltato. Prometto.
Ma
cosa intravvediamo laggiù fra vocii e risate? Canoe, remi, natanti,
salvagente e ponti. Quasi fossimo in un altro mondo nel mondo.
Mosca,
Gorky Park, foto @Simonetta Sandri
Rincuorati
procediamo, finché, insieme a un profumo di fresie bianche che non
ci sono, eccoci apparire uno specchio d'acqua illuminato dal sole. I
raggi di luce si abbracciano amorosamente per giocare a nascondino
con i tuoi pensieri e le tue sensazioni. Ti innamori della loro
passione, del loro essere insieme e uniti, del loro legame tenero e
forte ma allo stesso tempo libero di sciogliersi in qualsiasi
momento, in un attimo di polvere. Solo che loro, pur liberi in sé
stessi e per sé stessi, vogliono restare allacciati per te, quasi ad
indicarti la strada. In fondo allo specchio ti vedi, ammiri la natura
che si specchia nei tuoi occhi. La foresta intorno è una vera e
propria foresta nella città, ne senti i suoni e gli odori. Ti pare
quasi di sentire le parole che la graziosa figlia di Grigorij
Ivanovič Muromskij, Lizaveta-Akulina, sussurrava di nascosto al suo
bel Aleksej, figlio dell'odiato vicino Ivan Petrovič,
lungo la strada ombreggiata del
boschetto che Puškin descrive con la maestria che lo contraddice. I
cespugli e le frasche fruscianti paiono le stesse, i messaggi
trepidanti lasciati negli incavi degli alberi potrebbero davvero
essere ancora nascosti lì. Vi piace immaginarlo, vi piace l'idea di
andare a cercarne qualcuno. Adorate Puškin quando non descrive fino
in fondo e lascia immaginare parole e discorsi, la storia che si
preferisce, il finale che si desidera. Cerchiamo allora qualcuno di
quegli antichi messaggi.
Mosca,
Gorky Park, foto @Simonetta Sandri
Una
nota manoscritta, una calligrafia femminile tornita ed elegante, ci
dice di tornare indietro e di dirigerci ora ai giardini
dell'Hermitage.... Non sono vicinissimi, dobbiamo percorrere
all’indietro il cammino fatto per arrivare, risalire verso il
Bolshoi e arrivare alla Petrovka. Non sentirete la fatica. Ancora uno
sforzo, allora, prima che arrivi il tiepido tramonto. Ci tengo a
portarvi qui, perché questo luogo nasconde delle fate. Siamo accolti
dal rosa, da palloncini a forma di cuore che ospiteranno un evento
sul matrimonio. Il giardino curato attira le farfalle, e quindi anche
noi siamo qui. Noi che siamo diventati farfalle grazie anche a
quest’aria colorata e profumata, noi che stiamo prendendo il volo,
con grazia. Abbigliati di gelsomino, attraversiamo gli alberi di
pesco fiorito. Ammetto che non sono veri, come quelli che si trovano
all’interno dei moderni e imponenti magazzini Gym sulla Piazza
Rossa, ma il loro fascino è eterno e quasi sovrannaturale. Una
signora dal cappello di paglia li sfiora e li accarezza, prima di
scomparire, con il nipotino, sotto il gazebo verde.
Mosca,
Giardini Hermitage, foto @Simonetta Sandri
Vi
avevo detto che qui le fate passeggiano per i sentieri curati.
Scambiamoci allora un segreto per il futuro, non siate timorosi di
aprire il vostro cuore a questa natura che canta e incanta.
Usciti
da questo magico giardino saprete dove andare. Promesso.
Postilla
doverosa: alcune foto del Gorky Park sono del maggio dell’anno
scorso, quest’anno una recente ondata di maltempo ha fatto soffrire
molti fiori. Ma il parco risplende comunque per la sua bellezza e il
suo verde immenso. Da vedere
Copyright
© by Simonetta Sandri
Nessun commento:
Posta un commento