La cuccagna - Il cinema di Luciano Salce
di
William Molducci
“La
cuccagna” è un film del 1962 diretto da Luciano Salce con
Donatella Turri, Umberto D’Orsi e Luigi Tenco, tutti e tre alla
loro prima esperienza cinematografica.
La
storia, come l’Odissea, si sviluppa in diverse situazioni e con
tanti personaggi, dividendosi tra momenti amari e grotteschi, con
qualche divertente ironia, tante idee e inaspettate sorprese, come
quella di Tenco che canta e suona con la sola chitarra “La ballata
dell'eroe" di Fabrizio De André.
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Quest’opera
è stata frettolosamente considerata “minore” nella vasta
filmografia di Salce, che in quel periodo aveva ottenuto grandi
soddisfazioni con “La voglia matta”, capostipite di un genere (o
di una degenerazione) giovanile - vacanziero, inoltre, proveniva dal
successo de “Il federale”, dove si rivelò Ugo Tognazzi.
Il
film è ambientato in pieno boom economico, ma diversamente dal
precedente “La voglia matta”, che descriveva le vicissitudini di
un quarantenne nel pieno della crisi di mezz’età, Salce punta
l’attenzione su argomenti particolarmente scottanti quali
l’obiezione di coscienza, l’omosessualità, il suicidio e
l’anti-militarismo.
Una
delle scene più grottesche è quella in cui un colonnello,
interpretato dallo stesso Salce, emula Napoleone ordinando ai suoi
uomini di attaccare e aprire il fuoco nel corso di un’esercitazione.
Ironia e sarcasmo non risparmiano imprenditori improvvisati,
finanzieri senza scrupoli e cialtroni di varia specie, tutti intenti
a sfruttare uno dei periodi d’oro dell’economia italiana. Sia “La
voglia matta” sia “La cuccagna”, furono vietati ai minori di 14
anni, pur senza la presenza di scene violente o di sesso.
Le
collaborazioni sono tutte di primo piano, infatti, oltre allo stesso
regista, il soggetto porta la firma di Luciano Vincenzoni, Carlo
Romano e Goffredo Parise, con il contributo di Alberto Bevilacqua; la
colonna sonora è di Ennio Morricone, il quale insieme a Salce (alias
Pilantra) scrisse anche le canzoni “Fra tanta gente” e
“Quello che conta”, incise in seguito da Luigi Tenco.
Erico Menczer, collaboratore storico di Luciano Salce e di Giuliano
Montaldo, ha dato un tocco inconfondibile alla fotografia in bianco e
nero del film. La presenza di un cast di giovani ed esordienti di
talento, ha certamente giovato alla freschezza del film.
La
trama descrive l’odissea di Rossella, una giovane ragazza in cerca
del primo lavoro, necessario per rendersi indipendente e sfuggire a
una famiglia ottusa e indifferente. Nella calura estiva di Roma la
ragazza passa da una delusione all'altra, incontrando una serie di
personaggi improbabili, arrivisti e profittatori, ma avrà la fortuna
di conoscere Giuliano, un giovane introverso e arrabbiato
interpretato da Luigi Tenco. In tanto squallore Giuliano è l’unica
persona che cerca di aprirle gli occhi e la guida nella dura realtà
della vita, mentre intorno a lei l'indifferenza di una classe
borghese mediocre le ruba la giovinezza e le aspirazioni.
La
ricerca dell’impiego è il pretesto narrativo per descrivere la
società di quel periodo, che in certi aspetti non è troppo
dissimile da quella di oggi; nei rari momenti in cui la ragazza torna
a casa, trova la sua famiglia sempre davanti al televisore,
“ostaggio” dei quiz di Mike Buongiorno e della pubblicità.
Giuliano
ha ricevuto la cartolina-precetto e dovrebbe andare sotto le armi; ma
questo è contro il suo convincimento. I due ragazzi, dopo un lungo
peregrinare, decidono di porre fine alla loro vita (una tragedia che
avrebbe coinvolto Tenco cinque anni dopo), ma desisteranno dal loro
intento correndo mano nella mano, in un finale aperto e senza
soluzioni preconfezionate.
L’interpretazione
di Luigi Tenco è una rivelazione, il cantante genovese smette gli
abiti di musicista per indossare quelli di attore, in un ruolo che
forse gli assomiglia anche caratterialmente, dandogli spessore e
credibilità. In precedenza aveva avuto soltanto un’occasionale
esperienza in un fotoromanzo per la Bolero Film e in seguito fece
brevi apparizioni in due film di carattere musicale.
Chi
si aspetta un “musicarello” si sbaglia, qui ci troviamo di fronte
a un film importante e alla prima prova di attore di Tenco, che
avrebbe potuto cambiare il suo futuro, se soltanto ce ne fosse stata
l’occasione.
“La
cuccagna” partecipò alla Mostra Cinematografica di Venezia del
2008 nella retrospettiva "Questi fantasmi: cinema italiano
ritrovato (1946-1975)", curata da Tatti Sanguinetti e Sergio
Toffetti. La rassegna comprendeva una trentina di film del periodo
definito il più “fiammeggiante” della storia del cinema
italiano, rimasti a lungo sepolti in archivio o destinati alla
visione notturna di qualche palinsesto, ma in genere trascurati dalle
storie del cinema.
Il
film rappresenta un ponte tra un tardo "neo-realismo" e la
commedia all’italiana, uniti e amalgamati dalla pungente ironia e
dai toni grotteschi tipici di Luciano Salce. Negli anni sessanta non
fu considerato un capolavoro e dopo la programmazione nelle sale
cinematografiche fu quasi impossibile poterlo vedere in televisione.
Una delle poche eccezioni si deve all’emittente sarda “Videolina”
e recentemente al canale Iris, che lo trasmette in orari per
sonnambuli.
Il
film di Salce, finalmente, è disponibile su DVD ed è reperibile nei
migliori store on-line. Guardarlo con gli occhi di oggi è molto
differente rispetto al passato; alcuni film non reggono il passare
del tempo, altri acquistano una nuova considerazione.
Copyright
© by William Molducci
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