di
William Molducci
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“ORCHIdee” (come
viene reso graficamente) è il quarto album di Ghemon, prodotto e
registrato tra Milano e Amsterdam. Ghemon, pseudonimo di Gianluca
Picariello, è un rapper e cantautore italiano conosciuto anche come
Ghemon Scienz e Gilmar.
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È membro dei collettivi Blue-Nox e Unlimited
Struggle, due crew formate da artisti indipendenti e rappresenta una
delle figure chiave dell'evoluzione del rap italiano.
Sono
numerose le sue collaborazioni con altri artisti, tra cui quella con
Syria (“Come non detto”) e con Neffa, con cui ha realizzato una
versione alternativa di “Dove sei”, inserita come bonus track
nell'album “Molto calmo” del 2013.
Definire
Ghemon “solo” un rapper è un po’ limitativo, come si può
facilmente intuire ascoltando le gradevoli melodie, le
sovrapposizioni ritmiche e i testi dei suoi brani.
I
temi affrontati nelle sue canzoni parlano di esperienze personali,
con attenzione alle tematiche sociali più attuali, senza risparmiare
critiche al perbenismo del pensiero comune ed evitando un eccesso di
autocelebrazione.
“ORCHIdee”
un album parzialmente rap, un disco suonato in studio e non frutto di
campionamenti, che si sviluppa tra melodie sofisticate e incisi
orecchiabili, con ritmiche jazz, soul e funk, spesso in successione
tra loro. Nella sua eterogeneità il sound dell’album abbandona
spesso le radici di matrice rap, facendo emergere sviluppi e
orizzonti musicali molto ampi. Un chiaro esempio lo ritroviamo nel
brano “Quando imparerò”: “Quando imparerò, non mi basta
una vita intera, ho la posta e la testa piena, e ho lo sguardo fisso
al telefono, quando imparerò non mi basta una vita intera, e i
piatti dell'altra sera, non spariranno col tocco magico …”.
“Da
lei” è un brano fuori dagli schemi, ma allo stesso tempo
riconducibile ai canoni della canzone italiana più moderna,
dall’inciso inusuale, che entra senza “bussare” nella testa e
costringe chi lo ascolta a ripeterlo (magari in falsetto):” Da
lei, da lei, da lei, ogni faccia di strada lo porta da lei e lui
corre lì, da lei, da lei, da lei, con lo scudo e la spada nel
traffico, lui, così corre lì da lei …”.
"Fuoriluogo
ovunque" è un pezzo autobiografico, in odore di jazz,
introdotto dal lento suono del pianoforte, ideale per descrivere i
tormenti e le speranze di chi vede sopraggiungere i primi trent’anni
di vita.
In
“Smetti di parlare” il rap non viene neppure accennato, la
canzone si sviluppa in un easy leasting con qualche riferimento
musicale a Neffa. Quando il brano termina si ha voglia di
riascoltarlo.
Forse
anche "Il mostro" racconta le esperienze personali, in
questo caso amorose, del suo autore: “Oggi casa nostra sembra
una trincea, filo spinato, fucile spianato per darti un'idea, io e te
come lune storte che creano la marea …“.
"Tutto
sbagliato" ha un’anima rock e si basa su di un sound rap
ossessivo e ripetitivo, ben suonato e con qualche concessione allo
scretch.
"Nessuno vale quanto
te" è un corso accelerato, in rap, di auto-training, con
qualche piccola licenza all’autocelebrazione: “Perché non mi
sono mai seduto, perché certe volte era troppo, ma ci ho creduto,
perché mi sono sempre ripetuto che nessuno vale quanto te …”.
"Crimine"
ha un titolo fuorviante che, sotto le parole un po’ forti, cela una
canzone d’amore, dove rap, musica, melodia e canto si fondono,
esemplificando al meglio l’anima dell’album: “ Io per te mi
perderei, e non m'importa niente se, se penso a come sei spericolato
crimine …”.
"Pomeriggi
svogliati" è un brano scritto in poche ore durante la
preparazione del disco, perfetto ingrediente di un lavoro che aveva
bisogno di un cambio di ritmo e di un testo “rilassato”.
“Adesso
sono qui” è la prima traccia della playlist, si tratta di un ponte
tra rap e melodia, due anime che emergono anche dallo storyboard del
videoclip che qualche mese fa anticipò l’uscita del disco.
Il
brano "Veleno" mette ancor una volta in disparte il rap,
mentre “L’ultima linea” spazia tra un piano jazz e giri di
samba.
"ORCHIdee"
è un album che si può ascoltare in auto, in spiaggia, in pieno
relax o in compagnia. Il rap spesso è appena accennato, altre volte
guida il ritmo del brano, ma in un modo che può piacere anche a chi
non è un fan della scena hip-hop.
Ghemon
ha realizzato un lavoro di gran lunga superiore a quelli precedenti,
dimostrando notevoli capacità nella scrittura e rivelando un’anima
sorprendentemente originale. Il suo rap ha il pregio di trasportare
l’ascoltatore su altri “pianeti”, utilizzando un’astronave
esteriormente simile a un comune aeroplano.
Copyright
© by William Molducci
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