martedì 27 agosto 2013

Street Photography - Algeri, Mosca, Parigi



Street Photography

di Simonetta Sandri

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Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”. Robert Doisneau
Andando a zonzo per le strade del mondo, sola con i miei pensieri, prendendo centinaia di aerei che hanno attraversato mille misteriosi e diversi cieli, solcando mari e sedendomi rannicchiata su treni ad alta velocità o su lenti ma pittoreschi regionali, spesso mi sono ritrovata ad osservare le persone, immaginando le loro storie, le loro emozioni, le loro vite. Spesso mi domandavo se partivano, se arrivavano, se qualcuno li aspettava, se dietro una finestra illuminata che scorgevo dai finestrini di vagoni vocianti vi era una tavola apparecchiata o una candela solitaria dove nessuno aspettava nessuno. Mi chiedevo se quelle vite pensavano, godevano, piangevano, ridevano, amavano, trepidavano, sognavano, soffrivano o se, in fondo, erano felici.
Osservare la gente per strada, di spalle, spesso da lontano, aiuta ad immaginare i loro sogni, i nostri sogni. A volte vorremmo condividere con forza pensieri che corrono liberi verso l’orizzonte. In certi momenti basta osservare con amore le persone e sfiorare i loro pensieri per condividerli: sogni di libertà di uomini e di donne di ogni etnia e religione, voglia di scappare via lontano, di vivere un amore difficile ed impossibile, non vincolato da culture, tradizioni e limiti.

Tipaza, Algeria, coppia al'orizzonte, bello guardare lontano, © Simonetta Sandri

Tipaza, Algeria, le donne sognano, © Simonetta Sandri
Ecco allora che, passeggiando per le affollate strade di Mosca, aspettando la settimana in cui ad attendermi a casa ci sarebbe stato qualcuno, non un qualcuno qualunque ma Lui, mi viene un’idea. Quella di ripensare alla strada percorsa e di rivedere cosa ho percepito anche attraverso le mie fotografie e le immagini di coloro che, ben più illuminati e noti di me, della strada avevano saputo cogliere la vera essenza ed il reale profumo. Domenica scorsa, quindi, vicino alla fermata della rossa metropolitana Lubyanka, entravo alla libreria Globus, luogo di ritrovo di ogni curioso lettore che cerchi ispirazione o che semplicemente voglia tuffarsi nel profumo unico della carta stampata e delle incisioni antiche appese alle pareti. Al piano terra si trova lo spazio magico della fotografia - libri per lo più in russo ma c’è anche qualcosa in inglese -, luogo per me davvero ristoratore e mistico, oltre che fonte di genuina e quasi inaspettata felicità, tanti piccoli tunnel illuminati dove cercare come arrivare a toccare e sfiorare il sole che brilla al di fuori della caverna di Platone.
Conoscevo la Street Photography ed uno dei suo fondatori, Robert Doisneau, per averne visto un’esposizione a Parigi ed a Milano, ma volevo saperne di più. Chi di voi non ricorda la foto in bianco e nero del Bacio davanti all'Hôtel de Ville, famosa se pur scattata nel 1950, di questo genio dell’anima che aveva trascorso la sua vita nella periferia parigina di Montrouge, fotografando strade e volti sempre diversi? Sono famose le sue foto di bambini vocianti, i cui giochi scherzosi rimangono alla fine sempre seri e degni di grande rispetto. Anche se il padre della Street Photography è considerato Eugene Atget, che lavorò a Parigi dal 1890 fino agli anni venti, e sulla cui vita resta un’aura di mistero, mi ricordavo bene di Doisneau e di alcune foto che io avevo fatto a Parigi nel 2000, oltre ad altre successive dell’Algeria e ad alcune scattate recentemente nella stessa Mosca. Forse, senza saperlo e ovviamente con modestia, avevo seguito anche io quella corrente, appassionandomi alla strada. Decidevo quindi di approfondire, per parlarvene e condividere con voi questo modo di fotografare che sicuramente molti di voi praticano più o meno inconsciamente.
L’idea magari mi era in realtà venuta osservando un vecchio signore dalla candida barba che leggeva nel verde Guardino Botanico di Mosca e che avevo immortalato da lontano.

Mosca Giardino Botanico, leggendo siamo giovani, © Simonetta Sandri
Basta seguire la strada e prima o poi si fa il giro del mondo. Non può finire in nessun altro posto, no? Si può sempre andare oltre, oltre – non si finisce mai. … La strada è vita. Stiamo (ri)leggendo alcuni passi di Sulla Strada, di Kerouac. Vero. La strada è imprevedibile e vitale. Passatemi il termine un po’ forte e forse non del tutto appropriato, essa può essere straordinariamente ed eccezionalmente eccitante. 
Di fronte a quello che mi piace definire il carnevale della strada si può rimanere senza parole.
Si incrociano venditori di ogni cosa, pattinatori, donne vestite come diavoli o angeli leggiadri, muratori arrampicati come ragni, pompieri, carpentieri, spazzini, suonatori, cantautori, gente comune seduta a parlare, tutti con una forte voglia di libertà di essere di esistere, di vivere, respirare, pensare e non pensare, parlare, discutere, litigare, far pace e poi ancora di correre, mangiare, bere, sognare, volare. Si sorride anche ad una statua che guarda verso il cielo, come vorresti fare tu, con il naso curiosamente all’insù.
                                                                             

Mosca Parco Sculture, guardando verso il cielo, © Simonetta Sandri
Ma cos’è allora la Street Photography? Credo che non sia facile ricondurre tale arte ad una definizione ma per semplificare, si potrebbe dire che si tratta di un genere fotografico che riprende situazioni reali e spontanee in luoghi pubblici al fine di evidenziare in maniera artistica alcuni aspetti della società, dove il termine strada si riferisce ad un luogo generico in cui sia visibile l’attività dell’uomo e le sue interazioni sociali. Può trattarsi quindi di un ambiente, un luogo alieno dalle persone, una situazione particolare. Personalmente, preferisco la riflessione del fotografo dell’agenzia Magnum, Bruce Gilden, quando dice che, “If you can smell the street by looking at the photo, it’s a street photograph”. Il potere quindi di riuscire a far “odorare la strada”, di buttarla pesantemente nel vostro quotidiano con un’immagine, rimane, a mio avviso, il valore aggiunto di un’azione che altrimenti chiunque, oggi, con i mezzi digitali disponibili, potrebbe facilmente realizzare. Ci vuole anima, sentimento, pathos nello scattare una bella immagine. Non è facile riuscire a trovare un momento di sincronizzazione fra elementi non correlati fra loro, catturare momenti significativi di espressioni o gesti, di attitudini e pensieri, in una sorta di risposta al mondo quasi viscerale di chi sta cogliendo l’attimo nell’immagine. Diventa difficile capire se il tuo scatto ha queste caratteristiche. Ma si prova a condividerlo per vedere se odora, come per me riesce a fare questo riposo parigino di un guerriero che fantastica su un passato glorioso.


Parigi, Champs Elysees, il riposo del guerriero della luce, © Simonetta Sandri
O come forse riesce a fare anche questo cappelluto signore moscovita di spalle che sembra riflettere…. pensando al mio amore magari, quasi quasi, lo dipingo sui muri…                           

Mosca Parco Sculture, pensando al mio amore, lo dipingo sui muri, © Simonetta Sandri
Ci era sicuramente riuscita Vivian Maier, incredibile bambinaia-fotografa nata a New York nel 1926 e morta a Chicago nel 2009, una donna che silenziosamente aveva creato stupendi ritratti che documentavano la vita di uomini, donne, bambini e anziani, di tutte le classi sociali, raccolti lungo le strade di Chicago. Sempre sola e taciturna, Vivian trascorreva i giorni liberi passeggiando per le strade solo con una fotocamera Rolleiflex 6x6. John Maloof, l’agente immobiliare appassionato di fotografia che l’ha scoperta, subito dopo la morte della Maier, aveva iniziato la propria ricerca su di essa. Nei contenitori messi all’asta, a lei appartenuti ed acquistati per poche centinaia di dollari, vi aveva trovato oltre 40.000 negativi dei quali 15.000 ancora da sviluppare. Impressionato per il materiale scoperto, John decise di far conoscere l’opera dell’autrice pubblicando le fotografie della misteriosa e silenziosa bambinaia-fotografa rimasta nascosta per tutta la vita.
Volevo farvi partecipi di questa meravigliosa storia di strada, scoperta per caso, volevo dirvelo.
Con questa chiudo.
Dalle sponde del Nord Africa ai parchi fioriti della Russia, passando per le panchine di Parigi e di un giocoliere libero dorato, ho voluto condividere con voi momenti e colori, prendendo per mano tante storie umane che ci chiedevano di unirci a momenti di felicità e di voglia di volare insieme. Non ho la pretesa di voler essere un grande fotografo di strada ma volevo percorrere con voi un piccolo tratto di questo cammino. Perché anche tenendosi per mano, dipingendo alle spalle di un parco e di una chiesa ortodossa dalle cupole scintillanti si resta giovani e leggeri e si può disegnare il proprio destino, con forte tratto e decisione.


    Mosca, Kolomenskoe, anche dipingendo si resta giovani, © Simonetta Sandri
Consiglio la lettura di S. Howarth, S. McLaren, Street Photograhy Now, Thames & Hudson, 2010, o il sito dedicato a Vivien Maier, http://www.vivianmaierprints.com/, dove si trova anche un estratto del libro dedicato alle sue fotografie.

Copyright © by Simonetta Sandri

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggendo le splendide parole di Simonetta e vedendo le immagini che corredano i suoi scritti si comprende la grande attenzione che viene riservata al senso profondo della vita e che emerge anche dalla naturalezza di una posa colta nella normalita' di un gesto quotidiano. Forse proprio in questa naturalezza sta il grande spessore di questa forma d'arte che va approfondita, apprezzata e incentivata. Grazie di fornirci sempre nuovi spunti di riflessione e argomenti realmente coinvolgenti.

Anonimo ha detto...

E' un po' come leggere la vita di tutti noi, la semplicità e complessità dei drammi e dei momenti felici. È incredibile come le nostre vite si assomiglino, e si confondano attraverso le emozioni che proviamo. Queste foto e parole ci offrono un momento di riflessione profonda, lasciando da parte la nostra solitudine.

Anonimo ha detto...

Riesci sempre a regalarci qualcosa di nuovo da scoprire e a cui appasionarci ...Grazie Simonetta!

sil ha detto...

Intenso e vissuto, come sempre riesci a trasferire sulla carta e quindi a chi legge le emozioni che provi. Brava Simonetta e grazie!
Silvia

Anonimo ha detto...

Simoneta sei bravisima . Grazie . Alina

Anonimo ha detto...

http://www.einaudi.it/libri/libro/geoff-dyer/l-infinito-istante/978880618533

Ti consiglio questo libro...ti aiuterà a capire ancor di più...
U.V.

Anonimo ha detto...

Ignoro l'identità del suggeritore ma lo ringrazio e lo cercherò appena in Italia.
Simonetta

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