Storia
di un’idea - Tonino Cripezzi, Livio Macchia, testi di Paolo
Denti, Fausto Lupetti editore, 2014, 242p
di
William Molducci
“Storia
di un'idea” è il libro autobiografico dei Camaleonti, con i testi di Paolo Denti, che ha raccolto con passione i ricordi, gli aneddoti e i
racconti di Tonino Cripezzi e Livio Macchia, i due fondatori del
gruppo.
I
Camaleonti sono forse il più longevo gruppo beat italiano: 30
milioni di dischi venduti, 17 album, 39 singoli, diverse compilation
e antologie pubblicate anche negli Stati Uniti, Germania e Argentina.
Agli inizi degli anni sessanta suonavano per ogni tipo di pubblico,
con un repertorio che comprendeva polke, mazurke, tanghi, classici
americani, shake, twist e rock per i giovanissimi. Ecco spiegata
l’origine del nome di questa storica band.
Negli
anni sessanta e settanta le canzoni e i cantanti erano importanti
nella vita delle persone, basta guardare i filmati dell’epoca che
mostrano l’affetto dei fan durante il Cantagiro. Oggi la realtà è
molto diversa, si vive la musica in solitudine, tra cuffiette e
smartphone, compressa in file sempre più “essenziali”.
Il
libro: cinquant’anni on the road
Il
“racconto” inizia tra i banchi di scuola, quando il padre regala
a Tonino un violino e Livio inizia a studiare il pianoforte, sino a
giungere ai primi anni sessanta e alle collaborazioni con i gruppi
beat e rock milanesi dell’epoca: Beatnicks, I Demoniaci, I Marines,
I Trappers, Le Ombre. Nel percorso s’incrociano personaggi quali
Ricky Gianco, Mario Perego, Adriano Celentano, Teo Teocoli, Gil
Ventura, Miki Del Prete, Lucio Battisti, Mogol, Paolo de Ceglie,
Gerry Manzoli, Riki Maiocchi, Mario Lavezzi, Gabriele Lorenzi, gli
ultimi cinque faranno parte, in periodi diversi, de I Camaleonti.
Milano
– 24 giugno 1965 – Vigorelli, il concerto dei Beatles in Italia,
punto di riferimento e genesi dei gruppi emergenti italiani compresi
i Camaleonti che un anno dopo avrebbero partecipato al Cantagiro di
Enzo Radaelli. Si trattò di un’esperienza importante, la prima
occasione di confronto con gli altri e l’ingresso nella scena
musicale italiana.
Nel
capitolo “Il grande salto” si parla del primo grande successo:
“L’ora dell’amore” cover di “Homburg” dei Procol Harum,
incisa in gran fretta per anticipare l’eventuale versione dei Dik
DIk, che l’anno precedente avevano sbancato con “Senza luce” (A
whiter shade of pale). I Camaleonti, famosi per gli scherzi, quella
volta ne fecero uno di quasi due milioni di copie vendute.
Ogni
parte del libro è accompagnata da una documentazione fotografica di
ottima qualità, che mostra il gruppo milanese insieme ai loro
colleghi, circondati dai fan, sul palco durante i concerti e in pose
pubblicitarie.
Non
mancano curiosità, aneddoti e riferimenti storici, come quelli
legati alla fortunata incisione di “Mamma mia” scritta da
Battisti-Mogol, in cui suonarono anche Dave Summer (ex-Primitives e
futuro Camaleonte), Franz di Ciocco e Franco Mussida (Pfm).
L’entrata negli anni settanta passa attraverso “la perdita dell’innocenza dell’Italia”, con la strage della Banca dell’Agricoltura di Milano, ricordata da Livio che, in quel momento, si trovava nelle vicinanze di Piazza Fontana.
All’inizio
degli anni settanta, dopo la fortunata partecipazione al Festival di
Sanremo con “Eternità”, in coppia con Ornella Vanoni, il gruppo
conosce un calo di popolarità, causato anche dal fenomeno del rock
progressive italiano (Area, Pfm, Orme, The Trip, Banco). Il periodo
di annebbiamento durerà poco grazie al successo di brani quali “Come
sei bella”, Perché ti amo”, “Il campo delle fragole”,
“Amicizia e amore”.
In
quegli anni, il periodo della sperimentazione coincide con l’album
“Che aereo stupendo la speranza” al cui interno furono “convinti”
a inserire “Cuore di Vetro”, un brano estraneo a quel progetto
innovativo.
Nella
parte finale del “racconto” le fotografie sono a colori, si entra
negli anni ottanta e i cambiamenti sono all’ordine del giorno. Nel
gruppo escono Gerry Manzoli e Dave Summer (scelte di vita) ed entra
il chitarrista Vincenzo Mancuso, con Livio che “passa” al basso.
Qualche anno dopo la band rinnoverà il proprio sound con l’ingresso
di Massimo Brunetti alle tastiere e Valerio Veronese alla chitarra.
Nel
1993 tornarono a Sanremo insieme a Maurizio Vandelli e i Dik Dik con
il brano “Come passa il tempo”, la canzone fu eliminata, ma
ottenne un buon successo di pubblico e di vendite.
Nel
2004, in occasione del quarantennale di attività del gruppo, fu
registrato un live poi pubblicato su DVD, purtroppo non poterono
festeggiare la ricorrenza Paolo de Ceglie (il batterista) e Riki
Maiocchi, scomparsi a distanza di un mese l’uno dall’altro.
Massimo Di Rocco, insegnante di percussioni, fu scelto come nuovo
batterista.
Da
allora sono passati altri 10 anni e l’attività del gruppo è un
po’ “diminuita”, non prima di avere pubblicato un doppio CD
live, avere scritto questo libro e continuato a suonare con successo
in giro per l’Italia.
Vite
on the road
Tonino
e Livio ci guidano nel tempo, dal 1964 sino ai giorni nostri, senza
mai perdere il contatto con la realtà, grazie all’appassionante
racconto della loro vita on the road: “E’
la nostra storia normale, la nostra storia di sempre … la storia di
un’idea”.
Il
libro contiene un’interessante appendice con “pensieri e parole”
di amici e colleghi, la discografia completa e un CD con due brani
inediti: “Storia di un’idea” e “Due ali verso un’isola”.
Se avete vissuto quell’epoca o se volete conoscerla non perdetevi
questo libro, forse il futuro è proprio qui.
Il brano "Storia di un'idea" è stato scritto da Alberto Ferraris ed Eliana Vinciguerra, "Due ali verso un'isola" da Alberto Ferraris e Paolo Denti
Il brano "Storia di un'idea" è stato scritto da Alberto Ferraris ed Eliana Vinciguerra, "Due ali verso un'isola" da Alberto Ferraris e Paolo Denti
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©
by William Molducci
2 commenti:
Grazie "!!!!!!!!
ke epoca!!..Quelle melodie ke facevano battere i cuori!Bellissima IDEA..mi piacissimo!!!!
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