di
Daniele Mosca
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Il tour
post-San Remo di Zibba e gli Almalibre parte dall'Hiroshima Mon Amour
di Torino. La scaletta unisce pezzi che hanno fatto la storia
artistica di Zibba come “Margherita”, “La notte che verrà” e
“Anche se oggi piove” ai pezzi più recenti brani come “Bon
Vojage” e “Come il suono dei passi sulla neve” oltre alla ormai
famosissima “Senza di te” presentata a Sanremo.
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Nuovi
arrangiamenti e uno stile più maturo sono la caratteristiche di
questo spettacolo. Nuove sonorità e pezzi risuonati con una nuova
luce e che rispecchiano in pieno lo stile del nuovo disco “Senza
aspettare l’estate”. Arrangiamenti scandiscono il tempo di
un'evoluzione artistica che negli anni hanno condotto Zibba sino al
prestigioso palco dell'Ariston, passando per prestigioso Premio
Tenco. E’ una serata di pioggia, ma non sufficiente per fermare il
numeroso pubblico accorso all’Hiroshima. Canzoni come “Nancy”,
in una nuova versione, e “Prima di partire” fanno cantare il
pubblico. Momenti di assoluta poesia con le incantevole “O Mae Mà”
e “Dove i sognatori son librai” e “Una parola illumina”. Un
breve medley ricorda brani storici e bellissimi ed evocativi per chi
ha seguito Zibba per tanti anni “Un'altra canzone” e “In una
notte con solo sue stelle”. Le bellissime canzoni di Zibba si
susseguono, comprese le cover divenute famose come “Ciao, ti dirò”,
“La vita e la felicità” (la canzone vincitrice di X-Factor,
cantata da Michele Bravi e scritta in collaborazione con Tiziano
Ferro) e “Il mio esser buono”, portata al successo da Cristiano
De Andrè. Stupenda e coinvolgente anche la canzone che regala il
titolo al nuovo album “Senza pensare all’estate”.
I nuovi
arrangiamenti dei brani più e meno recenti del cantautore ligure
raccontano una crescita professionale e denotano una maturazione
artistica. I brani saporiti e popolari fanno posto a una vena che
diventa sempre più profonda e intimista. Temi che toccano tanti
aspetti della vita, dal fumo del bar a parlare di donne, alla birra
dopo il concerto, all’amore in tutte le sue sfumature. Per una
donna. Per un figlio. Luoghi e odori conosciuti lungo la strada e
cari a Zibba e un continuo riferimento al mare. Uno dei punti di
forza della musica di Zibba e gli Almalibre. Emozioni e incanto che
dal concerto rimangono nella memoria e nelle sensazioni. Così come
dal primo concerto. Un successo sicuramente meritato, frutto di tanto
lavoro e passione per la musica e per il palco. Tutte caratteristiche
che non smettono di coinvolgere. Un bel concerto, espressione piena
anche del nuovo disco “Senza pensare all’estate”. Assolutamente
da ascoltare.
Abbiamo
posto alcune domande a Zibba:
Gli
arrangiamenti del nuovo disco e del tour sono frutto di una naturale
evoluzione artistica o di una precisa scelta stilistica?
Frutto
di una serie di incastri, di energie. Sicuramente c'è un'evoluzione
artistica che sta prendendo forma e che vedrà nei prossimi album
andare in una nuova direzione, ancora una volta, il nostro suono
generale. L'inserimento delle percussioni e dei synth sta
caratterizzando anche il mio modo di scrivere e pensare gli
arrangiamenti.
“Senza
aspettare l'estate” è una canzone particolare e racconta un modo
di pensare, un tentativo di godersi il momento. Temi a volte davvero
di svegliarti e non essere poeta?
Si,
capita spesso. Quando come tutti cado nel tranello di far comandare
solo la mente. Siamo spesso in attesa che qualcosa, le stagioni, dio,
gli altri, portino luce nelle nostre giornate. Meglio muovere il culo
e provare a cambiare le cose per come vorremmo fossero. Mettersi
nella condizione di essere felici sempre è un lavoro duro ma paga.
Ci vuole coraggio e passione anche qui.
La
tua è una carriera lunga, che parte da lontano. Quanto conta la
classica “gavetta” per raggiungere la qualità dei tuoi dischi?
Forse
conta, ma conta anche la band. Conta come si sta quando si entra in
studio. Zibba e Almalibre non sono mai stati così sereni e liberi di
godersi i momenti. Questo cambia le cose, nel suono e nel colore. Poi
ci metti tutti gli anni di palco e tutti i dischi fatti, l'esperienza
e tutte quelle cose che sappiamo aiutano a sentirsi più sicuri. Ma
di fondo sei tu, la qualità di quello che fai passa per quanto avevi
voglia realmente di farlo.
Negli
ultimi tempi hai collaborato con numerosi artisti importanti, cosa
hai imparato da loro? Quanto sono stati importanti nel raggiungimento
di questo successo?
Da
ognuna delle persone incontrate nel cammino provo a prendere il
massimo. Conta. Tutti ci insegnano qualcosa anche indirettamente. Non
sarei quello che sono, qualunque cosa io sia, senza aver incontrato
chi mi ha fatto tremendamente bene o maledettamente male. Si elabora.
Si cresce. La musica non è mai un fatto solo personale.
Come
riesci a gestire la vita familiare con un'attività musicale intensa
che ti porta a girare l'Italia e che d'ora in poi non potrà che
aumentare?
Con la
fortuna di avere accanto persone che capiscono, che amano quello che
faccio e il come. D'altronde stare con un cantante non è mai stato
semplice per nessuno. Ci si impegna al massimo quando l'obiettivo
comune resta invariato nonostante gli eventi. Costruendo senza
aver paura di sbagliare. Consapevoli che sbagliare serve quanto far
bene.
Anche
l'ultimo disco è stato prodotto da etichetta indipendente, temi che
l'ingresso nel panorama delle major possa in qualche modo modificare
la tua naturalezza nello scrivere che abbiamo imparato ad apprezzare
sin dai primi dischi?
No,
semplicemente prima di cedere il nostro lavoro nelle mani di qualcuno
vorrei trovare le persone giuste. La differenza tra major e
indipendenti non è più così enorme, noi preferiamo restare soli
fino al momento in cui riusciremo a trovare un discografico con il
quale poter condividere valori e birre al bancone oltre alle
prospettive lavorative. Sono fiducioso, ma per ora restiamo noi.
Nulla potrà mai snaturare quello che siamo, non ce ne sarebbe
motivo. Facciamo musica perchè non possiamo farne a meno, perchè
amiamo tutta l'energia e la passione che sono nutrimento per le
nostre giornate. Resteremmo noi comunque
Ringraziamo
Zibba per la gentile collaborazione
Copyright
© by Daniele Mosca
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