martedì 6 agosto 2013

Sebastião Salgado



Sebastião Salgado: Genesi ed altri pensieri
di Simonetta Sandri


Brasiliano, figlio di una terra spesso definita come un Paradiso per le sue immense, rigogliose ed uniche bellezze naturali, Sebastião Salgado è oggi la vera essenza della fotografia.
Salgado rappresenta, insieme a Yannis Arthus Bertrand e Steve McCurry, l’autenticità dell’essenziale invisibile agli occhi. Il Piccolo Principe avrebbe avuto il mio stesso pensiero osservando le immagini di questi splendidi artisti, pur specificatamente diversi.
Se, come diceva il grande Henri Cartier-Bresson, “è un'illusione che le foto si facciano con la macchina.... si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa” e ed e’ vero quello che lo stesso ripeteva, ovvero che “le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento”, Salgado è l’anima di questa verità, anima dell’anima del mondo, anima che anima il mondo.
Le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento. Tersicore potrebbe danzarvi intorno, in un magico circolo, insieme a Talia festosa o a qualche altra Musa curiosa.
Questi attimi sono e diventano eterni negli scatti dell’artista brasiliano, oggi in Mostra all’imponente e candida Ara Pacis di Roma, con la sua nobilissima ed autentica Genesi.

Non a caso, la luminosa città eterna ospita le origini, la nascita, la creazione, l’incipit di tutto. Roma che è un punto di partenza per tutti, crocevia della storia e della cultura mondiali.
Il mondo viene catturato, apertamente, furtivamente, con dedizione e rispetto. Le immagini dell’Ara Pacis sono un inno alla vita, alla Natura che sopravvive all’Uomo distruttore.
Nato da un’idea della moglie Lélia, fedele compagna, musa e curatrice di ogni grande mostra dell’artista, il progetto, iniziato nel 2004, è frutto di oltre 8 anni di lavoro e trenta reportage.
La mostra è divisa in cinque parti, quasi il mondo fosse suddiviso in tali grandi aree: iniziando dal sud del Pianeta, l’Argentina, l’Antartico e le sue isole, vi è poi una sezione sulla cocente Africa ed una terza parte dedicata a un certo numero di isole definite “i santuari del pianeta” perché custodiscono una biodiversità particolare (come il Madagascar, la Papua Nuova Guinea e i territori degli Irian Jaya). Seguono poi l’emisfero nord del mondo, che comprende regioni fredde, incluso il Colorado, e la quinta ed ultima sezione, riservata alla viva e felice Amazzonia. Si percorrono l’Amazzonia del Brasile ma anche quella del Venezuela, con le sue magnifiche ed imponenti catene, e in Brasile vengono esposte anche la zona del Pantanal: un habitat di specie faunistiche molto differenziate e importanti.

Il pianeta fragile che ci circonda è rappresentato nella sua intera bellezza e spettacolarità, con un aperto ed onesto invito a rispettarlo, proteggerlo, accarezzarlo, curarlo, recuperarlo, accompagnarlo con immensa cura ed attenzione. In una parola a salvarlo.
Attraverso paesaggi marini e terrestri, con animali ed immagini mozzafiato degni del più bel film muto in bianco e nero, con colonna sonora imperiosa, ci si sente - e si è - lontani dal mondo moderno e dai suoi ritmi frenetici e rumorosi, abbracciati teneramente solo alla Natura ed al suo silenzio originale. Calma e impeto allo stesso tempo. Una natura degna di un autentico Sturm und Drang, dolce utopia, titanicamente goethiana. Solo da amare.
Fotografo di uomini, basti pensare allo splendido Migrations, che ho avuto l’onore di vedere a Parigi nel 2000, Salgado fotografa oggi, in questa mostra, per la prima volta, altri esseri viventi, desideroso di salvaguardare un mondo di foreste savane e deserti, spesso in pericolo per incoscienza e noncuranza dell’essere pensante. Un incanto lirico e potente, in equilibrio.

Allora Salgado aveva contenuto in 300 fotografie e sette anni di lavoro i racconti dei popoli migranti, dei loro travagli e delle loro speranze. Aveva ritratto con maestria un'umanità in movimento, costretta da guerre, discriminazioni razziali, carestie e miseria a lasciare i propri luoghi d'origine per inseguire vaghe speranze di sopravvivenza. Un viaggio a fianco dei nuovi emigranti e degli esuli, attraverso i continenti, dalla disperata e disperante situazione africana, agli aspetti e alle conseguenze del nuovo «urbanesimo», in Asia e in America Latina. Drammi e tragedie che Salgado presentava sempre con grande rispetto e sensibilità e con attenzione particolare alla salvaguardia della dignità dell’individuo ed alla sua sofferenza.


Ascoltare gli sguardi di allora equivale ad ascoltare i suoni ed i rumori della Genesi di oggi.
Rispettare quelle grida speranzose e quelle fughe rocambolesche di allora, equivale a rispettare la voglia di equilibrio, di rispetto e di rinascita della Genesi di oggi. Un invito a tutti a ritrovare l’equilibrio delle origini, le nostre e le vostre, quelle dell’intera umanità.


Kapucinski pensava che “un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile”. Con Salgado abbiamo preso anche noi questo virus, abbiamo percorso i ricordi di un artista che li ha fermati in immagini ma che non per questo non ci incita a non continuare il viaggio. Perché ogni viaggio ci insegna a rispettare e ad amare storie e sentimenti legati alle meraviglie della Natura che ci circonda, alla ricerca del Paradiso perduto. Seguendo il detto prezioso e saggio dei nostri avi, Festina Lente.

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Camera di Commercio di Roma con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, realizzata da Amazonas Images e prodotta da Contrasto e Zètema Progetto Cultura, a cura di Lélia Wanick Salgado, Genesi si svolge in contemporanea con altre grandi capitali (Londra, Rio De Janeiro, Toronto). Da queste raggiungerà le maggiori metropoli del mondo. A Roma resterà aperta fino al 15 settembre 2013.

Per chi volesse leggere un interessante articolo su Salgado, e la sua genesi di Genesi, si consiglia di leggere Ian Parker, A cold light – How Sebastião Salgado captures the world,The New Yorker, April 18, 2005.
Copyright © by Simonetta Sandri

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Magiche le immagini e le parole a commento. Ho avuto il privilegio di visitare la mostra a Roma insieme ad una persona straordinaria che amo profondamente. Vedendo queste immagini e leggendo il commento si ha la misura di come questo nostro mondo sia incredibilmente bello e di come corra l'obbligo per tutti noi di salvaguardarlo e rispettarlo. Complimenti all'autrice dalle cui parole emergono entusiasmo ed amore per la fotografia.

Anonimo ha detto...

Grazie per il commento. È un onore per chi scrive incontrare lettori attenti e curiosi ed avere il privilegio di condividere con essi le sensazioni migliori. Simonetta

sil ha detto...

Le parole di Simonetta sono sempre magiche... riescono a calarti nella realtà a poco a poco e ti trovi dentro a una storia, come se si entrasse in un libro di favole, di storie. Un po' un altro mondo. Bellissimo commento.

Anonimo ha detto...

Se vi capitasse di visitare la mostra di Salgado a Roma non trascurate le straordinarie immagini che l'artista ha dedicato ai gabbiani. Si respira aria di liberta' guardandole, come leggendo le parole di Simonetta che accompagnano immagini uniche e rare.Luc.

Anonimo ha detto...

Il virus del viaggio, incurabile...per fortuna.

Anonimo ha detto...

Foto che aprono un viaggio nella nostra coscienza. Parole che spalancano le porte della percezione. Straordinario.

Unknown ha detto...

La fotografia è una rappresentazione della realtà che solo i grandi fotografi fanno diventare arte, capace di suscitare emozioni. Le fotografie mostrate in questo articolo sono splendide e si guardano con lo stesso piacere con cui si guarda un bel quadro. Simonetta Sandri è stata bravissima nell'inquadrare e spiegare l’opera di Salgado e farci venire il desiderio di vedere la mostra.

Anonimo ha detto...

Devo ancora una volta ringraziare tutti per l'incoraggiamento che da la forza di continuare a condividere. È meraviglioso vedere come tante persone siano ancora sensibili alla natura, al suo splendore, alla parole ed ai sentimenti che ci rendono unici. Simonetta

Unknown ha detto...

Il saper raccontare emozioni attraverso la fotografia e le parole, è un'arte. E quando riesce a permeare e lasciare del suo mentre ti attraversa, ha raggiunto il suo scopo.
Queste parole e queste fotografie hanno raggiunto il loro scopo. Queste parole e queste immagini ti tendono una mano che ti invita ad entrare con loro e lasciarti trasportare, abbandonandoti a suoni, colori, odori, sensazioni. Alto livello emozionale. Carola

Anonimo ha detto...

Le parole e le immagine, si completano cosi bene un al latro che ti lasciano viaggiare...
'ogni viaggio ci insegna a rispettare e ad amare storie e sentimenti legati alle meraviglie della Natura che ci circonda, alla ricerca del Paradiso perduto' molto bello Simonetta.... Nadia

Anonimo ha detto...

Immagini meravigliose... Raccontate da parole profonde e coinvolgenti. Fanno venir voglia di partire ...adesso! Il virus del viaggio...incurabile!
Daria

Anonimo ha detto...

bellissime parole Simonetta e meravigliose le foto! Spero di poter vedere la mostra.
angela

Anonimo ha detto...

Ho appena finito di leggere l'articolo e sono già pronta per vedere la mostra...incredibile il potere delle parole e delle immagini...

Unknown ha detto...

foto speciali, davvero... vien voglia di partire subito

Unknown ha detto...

L’opera di questo artista ci offre l’ennesima occasione per ammirare la bellezza del nostro pianeta e per riflettere sulla necessita’ di difenderlo, passando da un atteggiamento di “spettatore” ad uno eticamente piu’”proattivo”
Simonetta Sandri, ha saputo esprimere al meglio, con il suo stile sempre appassionato e la sapiente scelta delle immagini, l’essenza stessa dell’arte di Sebastião Salgado, sottolineando come al piacere estetico delle ”bellezze naturali” vada anche associato un forte impegno etico per la loro salvaguardia considerando il legame ancestrale tra uomo e natura. Bellissimo soggetto ed articolo, complimenti!

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