di
William Molducci
La
matrice è progressive rock e metal, un biglietto da visita
inequivocabile, così come lo sono le emozioni che corrono veloci
sulle note eseguite dal polistrumentista Bljak Randalls, alias Dario
Stoppa, in questo suo album dalle vibrazioni convertite in impulsi
elettrici da pick-up viscerali. Il prog, in senso classico,
rappresenta un insieme di tempi, dimensioni e dinamiche, uno scenario
di situazioni futuribili che, nelle intenzioni dell’autore,
arrivano sino alla fine dei tempi per mezzo dello scorrere degli
eventi, in questo caso dei brani. Il
nome Hyris Corp. Ltd. nasce per dare una connotazione “british”
al progetto, l’idea di aggiungere il nome del fiore è del bassista
John Gordio.
L’album
è basato su emozioni e matematica, con riferimenti musicali,
filosofici e artistici così spiegati dall’autore: “Il
mio legame con la matematica ha a che fare con la matematica
“personale” (concetto che potrebbe sembrare assurdo). Come in
ogni sistema chiuso che obbedisce alle proprie regole, il mio è
costituito da una matematica che ovviamente si deve per forza basare
su quella ufficiale, ma che si è sviluppata e ha maturato un insieme
di regole del tutto personali, attribuendo ai numeri e alle funzioni,
delle valenze quasi esoteriche e spirituali”.
La copertina dell'album Hyris Corp. Ltd. |
I
14 brani strumentali si sviluppano in un percorso di colori e
memoria, come in “American tears”, in cui rivive l’assassinio
di John Kennedy, con le immagini girate da Abraham Zapruder, il sarto
statunitense divenuto celebre per aver ripreso con una cinepresa 8 mm
il corteo presidenziale a Elm Street nel momento dell'omicidio del
presidente degli Stati Uniti. Il brano, suonato da archi, rivela da
subito un tono drammatico e distorto, un’enfasi d’attesa che
sfocia nel dramma. Sulla stessa linea “Tower farther”, in cui la
chitarra elettrica prende il sopravvento sulla narrazione visiva, e
dove, citando l’autore: “Ogni
strumento si trova a una certa frequenza e velocità di scorrimento
rispetto a un altro, generando fra essi “livelli” di parallasse.
Ogni micro-struttura, veloce, è incorporata da una macro-struttura
(suonata da un altro strumento), che, con uno scorrimento più lento,
richiama comunque il mood della prima e viceversa”.
Nelle
canzoni, molto diverse tra di loro, coesistono tutti i segni
zodiacali e le relative personalità, dal segno del Cancro in
“Marianne” sino a “One million times”, un pezzo sulla
comunicazione, di cui i nati sotto il segno dei gemelli sono maestri.
La musica di
Bljak riporta alla mente decine di anni di progressive ma le chiavi
di lettura sono l’originalità e le sottotracce, così come il
luogo in cui sono nati i brani. In “One million times” c’è un
legame tra Venezia e un qualsiasi posto della terra, come potrebbe
essere Los Angeles, rievocato dagli echi di un Laserium di cui ci
fece omaggio Tolo Marton nell’album “Smogmagica” inciso con Le
Orme.
ABljack Rrandalls, alias Dario Stoppa |
“Marianne”
è un pensiero triste del passato, come suggeriscono le note
struggenti del piano, in ricordo della forza d’animo di un’amica
e della sua bimba mai nata, una sorta di rilettura in chiave moderna
della “Pavane pour une infante
défunte” di Ravel.
La
chitarra e la batteria quantizzata in midi, sostengono la ritmica di
“Plasters Inc”, un viaggio nel tempo proiettato nel futuro, con
sonorità che echeggiano gli anni ’70, un paradosso temporale
sostenuto dalla forza del rock.
Ogni
brano ha la sua anima musicale, “Ocean/One” e “Cielo blu”
evocano un prog di matrice italiana, ma la forza del disco è nel suo
insieme. Non ci sono singoli da scoprire, si deve soltanto seguire il
sentiero tracciato dall’autore, entrare nel suo mondo e ritrovare
parti del proprio. Il punto d’arrivo è “The powers that were”,
in cui l’assolo,
nel passaggio in cui sfocia nell'arpeggio, stacca il fusibile dal
circuito dimensionale dello spaziotempo, per tornare al presente.
Ci
sono voluti 10 anni per comporre i 14 brani dell’album, un mosaico
composto di altrettante metafore di vita, capace di riunire insieme,
idee, emozioni, ritmi, armonie ed epoche diverse differenti.
Ci sono voluti 10 anni per comporre i 14 brani dell'album, intitolato con lo stesso nome del gruppo: Hyris Corp. Ltd. |
Matteo
Anelli, autore di quasi tutti i drums, accompagna gli Hyris/Bljak in
questo percorso, con il “magico” intervento di Paolo Messere e il
suo mixer. E’ pleonastico elencare i generi e sottogeneri cui sono
legate le canzoni, così come spiegare nei dettagli il piano
zodiacale dell’album, il suggerimento è di ascoltarlo e non
perdere la traccia fantasma inserita dopo l’ultimo brano!
Il
canale YouTube di Hyris Corp. Ltd
– Playlist
Copyright
by William Molducci
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