Bruno Munari, Cappuccetto
Giallo, Ed. Corraini, 2013
di Simonetta Sandri
“C'è
sempre qualche vecchia signora che affronta i bambini facendo delle
smorfie da far paura e dicendo delle stupidaggini con un linguaggio
informale pieno di ciccì e di coccò e di piciupaciù. Di solito i
bambini guardano con molta severità queste persone che sono
invecchiate invano; non capiscono cosa vogliono e tornano ai loro
giochi, giochi semplici e molto seri”.
(Bruno Munari, Arte come mestiere,
1966).
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Eviteremo smorfie,
allora, per lasciarvi solo disegni e colore.
Cappuccetto Giallo è
stato pubblicato, nel 1972, nella collana "Tantibambini"
curata per Einaudi da Bruno Munari, un grande autore e illustratore
che cercava di esprimersi con ogni mezzo che gli permettesse di
rendere con evidenza e immediatezza quello che voleva comunicare.
Queste poche pagine colorate fanno proprio questo, anche grazie alla
loro leggerezza e spensieratezza, oltre che alla loro rapidità.
Ci
troviamo allora di fronte a un lupo cattivo in automobile, nelle
vesti di un maldestro conducente alla guida di una spider, pronto a
insidiare Cappuccetto Giallo, una bambina delle favole con papà
custode di auto e mamma cassiera al supermercato. Tutto è giallo,
rigorosamente giallo splendente, il colore della luce e
dell'allegria: il sole, le strade, muri, gli edifici, le macchine, la
maglia di Cappuccetto, giallo canarino per la precisione, proprio
come quegli esili canarini che ogni giorno si avvicinano al muretto
della casa gialla di questa dolce bambina, per raccoglierne briciole
di pane e affetto. Dall'amata nonna si reca con un panierino di
plastica gialla, contenente limoni, pompelmi e una bottiglia di olio
del Garda. Per andare dalla nonna bisogna attraversare il traffico
della città, caotico e pericoloso, invaso da rumorose e fumanti
macchine gialle e intermittenti semafori gialli. Ma qui la bambina ha
sempre i suoi amici canarini che la accompagnano, le stanno vicino
con le loro piume leggere e il loro gioioso cinguettio, aiutandola a
fronteggiare ogni difficoltà. All'arrivo del lupo, gli amici
canarini ne capiscono immediatamente le cattive intenzioni e si sa
già dunque cosa fare. Sono lì per aiutarla, sempre.
La
nonna di Cappuccetto abita in un sottotetto di una vecchia casa, e
qui si raccontano tante storie, come quelle di Cappuccetto Rosso e di
un lupo che mangiava la nonna senza masticarla. Si favoleggia, si
parla, si racconta, si legge, si scrive, si mangiucchia, si sogna, si
ride, si dialoga con allegria. La nostra bambina torna spesso a casa
con un pacchetto a righe blu, che la nonna le consegna per la mamma,
con qualche libro dentro. Perché la lettura ci accompagna sempre,
perché anche poche pagine possono alleggerire una giornata di duro e
faticoso lavoro, dopo che si è rimasti chiusi fra le mura di un
ufficio o fra i rumori di un supermercato e del ticchettio delle sue
casse o dei tacchi di signore pesanti che trascinano altrettanto
pesanti carrelli e pesanti borse della spesa.
Cappuccetto
con i suoi amici canarini non ha più paura del lupo, non lo teme più
proprio grazie a quegli amati amici uccellini che volano fuori dalla
finestra, da tutte le parti, facendo allegre capriole nell'aria,
contenti perché hanno aiutato la loro amica a salvarsi dal lupo
cattivo. Sempre presenti, come solo un tenero e affezionato amichetto
può fare. Rigorosamente gialli, come gialli sono i loro pensieri e
abbracci.
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© Simonetta Sandri
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