L'opera perduta
di William Molducci
L'opera musicale Jacopone
del 1973 é la rivisitazione in chiave moderna della figura del beato
Jacopone da Todi, il francescano laico che si oppose a Papa Bonifacio
VIII (passato alla storia per lo schiaffo di Anagni), considerato uno
dei più importanti poeti ed autori di laudi religiose italiane del
Medioevo. L'opera in due tempi è stata scritta da Antonio Lattanzi,
Gianni Lo Scalzo e Ruggero Miti.
Nel
1973, tentando di restare al passo coi tempi, Gianni Morandi
interpreta il protagonista dello spettacolo teatrale Jacopone, in una
sorta di opera-pop, format molto in voga in quell'epoca. Si trattava
di uno spettacolo provocatorio per quei tempi, con un palcoscenico
dove interagivano contemporaneamente in una sorta di Babilonia dei
generi, personaggi quali il beato, Papa Bonifacio VIII, Superman,
Santa Lucia, una coniglietta, Barbarella (interpretata da Paola
Tedesco), Alice, San Francesco e l'immancabile capitalista.
Nonostante furono rappresentate ben 183 repliche, lo spettacolo non
fu quello che si può definire un successo. Come confidato in
un'intervista rilasciata al giornalista Gianni Minà, dopo i problemi
avuti con Jacopone, Morandi cercò di ritornare in teatro con
un'opera dal titolo provvisorio di L'uccello di carta,
un progetto affidato alla scrittura di Giorgio Albertazzi e
Franciosa, che però non fu mai realizzato. La vicenda narrava di un
ragazzo di borgata, che sogna di evadere dalla sua triste realtà,
senza riuscire a librarsi in aria, come per appunto un uccello di
carta.
La
co-protagonista del musical Jacopone è stata Paola Pitagora (Vanna),
che partecipò anche alla registrazione del disco edito dalla RCA. Le
musiche sono state realizzate da autori quali Ruggero Cini,
Dario Farina, Mauro Lusini (quello di C'era un ragazzo...) e
Adriano Monteduro, mentre i testi portano la firma di Franco
Migliacci, paroliere e produttore storico di Morandi.
Gli anni settanta
Negli
anni settanta Gianni
Morandi entra
in un inevitabile
periodo di declino, dovuto
al cambiamento dei tempi e all'esplosione di una cultura musicale e
generale diversa dalla generazione precedente. In
quegli anni stava
nascendo un’altra musica, fatta di cantautori e canzoni politiche e
lui con
questa nuova musica non aveva
nulla a che fare. Non
mancarono
i tentativi del cantante bolognese di adeguarsi al
cambiamento, come
per
esempio con la
canzone
Al
bar si muore
o
la partecipazione al film Le
castagne sono buone,
diretto
da Pietro
Germi, ma
venne
sopraffatto dal clima ideologico di quegli anni e
considerato
soltanto
un'artista
commerciale e tradizionale da rifiutare.
Durante
il
concerto del
5
luglio
1971 al Vigorelli di Milano
(prima
dell'esibizione dei
Led Zeppelin),
subisce contestazioni dal vivo ricevendo
sul
palco lanci d’ogni genere. Quella
sera
si
stava svolgendo la tappa finale del Cantagiro,
nota
manifestazione canora dell'epoca,
il tentativo di fare convivere i
due
mondi musicali opposti causò molti problemi, soprattutto
di ordine
pubblico.
La
crisi professionale diventa anche una crisi di vendite e non viene
risollevata dalla partecipazione al Festival di Sanremo 1972 con Vado
a lavorare,
canzone che si classifica al quarto posto, ma
che risulterà essere un flop.
Qualche
mese prima aveva partecipato alla sua ultima Canzonissima,
presentando il
brano Il
mondo cambierà,
che per molto tempo sarà la sua ultima canzone ad avere un
certo successo di vendite.
In
contemporanea con l'avvento dei cantautori la
musica italiana non si riconosceva più nel Festival e artisti come
Morandi e Massimo Ranieri, si ritrovarono improvvisamente
senza il
consueto seguito.
Fotografia di scena dell'opera Jacopone, realizzata da Roberto Villa |
Il disco
Jacopone raccoglie 13
brani, con gli interventi di Emilio Bonucci e Graziano Giusti, oltre
a quelli dei due protagonisti. I brani eseguiti da Morandi in qualità
di solista sono: Pietà colomba mia, L'abbandono,
Prendi Me e Vidi che un cavallo, questi ultimi due
proposti anche in un 45 giri. In coppia con Paola Pitagora, Morandi
ha registrato le canzoni: Miserere mei e Così
fu e sempre sarà, mentre la brava attrice ha eseguito come
solista Soul-strip e Quel lungo filo. Completano
l'album le tracce Babilonia, Jacopone, Christian
circus (strumentale) e Bonifax, che ben rendono
l'atmosfera del musical. Da segnalare che fu pubblicato anche un
secondo 45 giri, che comprendeva i brani Così fu e
sempre sarà/Quel lungo
filo.
Tra i musicisti che hanno
partecipato alla registrazione dell'album segnaliamo i Festa Mobile
(originari di Monopoli), il gruppo composto dai fratelli Giovanni e
Francesco Boccuzzi (tastiere e basso), Renato Baldassarri, Alessio
Alba (chitarre) e Maurizio Cobianchi (batteria). Nei crediti
riportati sul disco sono citati semplicemente come autori della base
ritmica. Per quanto riguarda l'esecuzione musicale dal vivo, durante
le rappresentazioni teatrali, il compito fu affidato al gruppo dei
Libra, ricompostosi per l'occasione, dopo un primo scioglimento, con
Federico D'Andrea, Claudio Barbera (basso), Alessandro Centofanti
(tastiere), Nicola Di Staso (chitarra) e David Walter (batteria). Da
notare che dopo la conclusione delle repliche della rappresentazione
teatrale, si unì a loro Dino Cappa, conosciuto anche come Dino
Kappa, con cui Morandi realizzò il disco Old Parade, unica
sua rivisitazione di successi degli anni '60.
Fotografia di scena dell'opera Jacopone, realizzata da Roberto Villa |
Il
singolo più conosciuto è senza dubbio Vidi
che un cavallo,
che valse a Morandi anche un certo numero di passaggi televisivi, tra
cui alcune trasmissioni dedicate al progressive italiano, genere
musicale imperante
in quegli anni. La
canzone si divide in due parti, nella prima viene idealizzata una
sorta di giustizia sociale, nel trattamento da parte dell'uomo di tre
esemplificazioni sotto forma di animale: cavallo, cane e colomba.
Nella seconda parte del brano, diventa
evidente che la giustizia sociale in realtà è solo convenienza,
destinata a scomparire con il sorgere di difficoltà: “Vidi
che un cavallo tirava un carro dietro di sé, vidi il suo padrone
portargli il fieno giustizia c'è... Ma, ma pesante il carro
il cavallo stanco e stramazzò e il suo padrone con il bastone lo
massacrò...”.
Prendi
me si
basa su di un ritmo musicale incalzante, supportato da un testo dal
contenuto
inizialmente
mistico:
“Lui è
in te adesso Lui è in me
Lui è in ognuno di noi Lui vive in noi Lui è in te adesso Lui è in me...”, contrapposto da situazioni e problematiche di carattere terreno e forse un po' ingenue nella loro eterna attualità, se lette con gli occhi di oggi: “... Lui non è come S. Cristoforo come l'autostrada mangia-macchine dove le lamiere si contorcono e famiglie intere bruciano... non è con Santa Barbara sugli incrociatori quando sparano nei paesi poveri dove gli ideali si consumano...”.
Lui è in ognuno di noi Lui vive in noi Lui è in te adesso Lui è in me...”, contrapposto da situazioni e problematiche di carattere terreno e forse un po' ingenue nella loro eterna attualità, se lette con gli occhi di oggi: “... Lui non è come S. Cristoforo come l'autostrada mangia-macchine dove le lamiere si contorcono e famiglie intere bruciano... non è con Santa Barbara sugli incrociatori quando sparano nei paesi poveri dove gli ideali si consumano...”.
Paola
Pitagora è l'attenta
interprete
di Quel
lungo filo,
il cui
testo fu scritto da un ispirato Franco Migliacci: “Quel
lungo filo, che ti scorre tra le dita, che ti nasce in fondo al cuore
vola su nell'infinito, no, non muore sai ...”,
così come
per
la struggente L'abbandono,
interpretata da Morandi: “Come
stenta il sole a nascere stamane sembra che non voglia mai venire su
e magari venisse giù perché
questo è un giorno triste, questo è il giorno delle delusioni,
l'uomo vive solo e non lo sa...”.
Terminiamo
l'analisi di questa interessante e coraggiosa opera-pop degli anni
settanta, assolutamente da riscoprire tramite iTunes o il CD venduto
on-line, citando
Pietà
colomba mia* e
Miserere mei,
dai ritmi
progressive tipici dell'epoca e
impreziosite
da una convincente e coinvolta interpretazione
di Morandi, un
modello interpretativo
che
ritroveremo nel successivo album
intitolato
Il mondo
di frutta candita (1975),
scritto per lui da Ivano Fossati e Oscar Prudente.
Fotografia di scena dell'opera Jacopone, realizzata da Roberto Villa |
*
“Le mura son crollate, pugna senza vita, Babele è già' caduta,
sotto le macerie i topi crepano, ma chi nacque colomba le sue ali
stenderà, in alto volerà, in alto volerà...”.
Si ringrazia Rosalba Trebian, curatrice del Fondo dedicato a Roberto Villa, per la collaborazione e la disponibilità per la pubblicazione delle fotografie realizzate dal grande fotografo, durante una delle rappresentazioni teatrali dell'opera Jacopone.
Tutte le foto di scena sono Copyright Roberto Villa.
Copyright © by William Molducci
5 commenti:
Complimenti per la straordinaria documentazione di questo musical di cui non si parla da tantissimi anni. Formidabile l'aver dotato l'articolo delle fotografie di scena del grande fotografo Roberto Villa.
Ottimo lavoro di documentazione, ben scritto
finalmente un buon lavoro di informazione, analisi e critica musicale
Quest'analisi dell'opera è ottima ed i testi delle canzoni non mi sembrano affatto banali. Purtroppo non ebbi la fortuna di vedere il musical, ma mi ricordo che i giornali ne parlavano continuamente e le critiche che fecero talvolta al nostro GIANNI -credo che siano state- del tutto ingiustificate.
ho visto Jacopone al Politeama Rossetti a Trieste nell'aprile '74. A me e ai miei amici era piaciuto molto, e Morandi era bravo, come del restio tutta la compagnia
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