sabato 24 agosto 2013

Gianni Morandi: Jacopone


L'opera perduta
di William Molducci

L'opera musicale Jacopone del 1973 é la rivisitazione in chiave moderna della figura del beato Jacopone da Todi, il francescano laico che si oppose a Papa Bonifacio VIII (passato alla storia per lo schiaffo di Anagni), considerato uno dei più importanti poeti ed autori di laudi religiose italiane del Medioevo. L'opera in due tempi è stata scritta da Antonio Lattanzi, Gianni Lo Scalzo e Ruggero Miti.
Nel 1973, tentando di restare al passo coi tempi, Gianni Morandi interpreta il protagonista dello spettacolo teatrale Jacopone, in una sorta di opera-pop, format molto in voga in quell'epoca. Si trattava di uno spettacolo provocatorio per quei tempi, con un palcoscenico dove interagivano contemporaneamente in una sorta di Babilonia dei generi, personaggi quali il beato, Papa Bonifacio VIII, Superman, Santa Lucia, una coniglietta, Barbarella (interpretata da Paola Tedesco), Alice, San Francesco e l'immancabile capitalista. Nonostante furono rappresentate ben 183 repliche, lo spettacolo non fu quello che si può definire un successo. Come confidato in un'intervista rilasciata al giornalista Gianni Minà, dopo i problemi avuti con Jacopone, Morandi cercò di ritornare in teatro con un'opera dal titolo provvisorio di L'uccello di carta, un progetto affidato alla scrittura di Giorgio Albertazzi e Franciosa, che però non fu mai realizzato. La vicenda narrava di un ragazzo di borgata, che sogna di evadere dalla sua triste realtà, senza riuscire a librarsi in aria, come per appunto un uccello di carta.
La co-protagonista del musical Jacopone è stata Paola Pitagora (Vanna), che partecipò anche alla registrazione del disco edito dalla RCA. Le musiche sono state realizzate da autori quali Ruggero Cini, Dario Farina, Mauro Lusini (quello di C'era un ragazzo...) e Adriano Monteduro, mentre i testi portano la firma di Franco Migliacci, paroliere e produttore storico di Morandi.



Fotografia di scena dell'opera Jacopone, realizzata da Roberto Villa

Gli anni settanta

Negli anni settanta Gianni Morandi entra in un inevitabile periodo di declino, dovuto al cambiamento dei tempi e all'esplosione di una cultura musicale e generale diversa dalla generazione precedente. In quegli anni stava nascendo un’altra musica, fatta di cantautori e canzoni politiche e lui con questa nuova musica non aveva nulla a che fare. Non mancarono i tentativi del cantante bolognese di adeguarsi al cambiamento, come per esempio con la canzone Al bar si muore o la partecipazione al film Le castagne sono buone, diretto da Pietro Germi, ma venne sopraffatto dal clima ideologico di quegli anni e considerato soltanto un'artista commerciale e tradizionale da rifiutare.
Durante il concerto del 5 luglio 1971 al Vigorelli di Milano (prima dell'esibizione dei Led Zeppelin), subisce contestazioni dal vivo ricevendo sul palco lanci d’ogni genere. Quella sera si stava svolgendo la tappa finale del Cantagiro, nota manifestazione canora dell'epoca, il tentativo di fare convivere i due mondi musicali opposti causò molti problemi, soprattutto di ordine pubblico.
La crisi professionale diventa anche una crisi di vendite e non viene risollevata dalla partecipazione al Festival di Sanremo 1972 con Vado a lavorare, canzone che si classifica al quarto posto, ma che risulterà essere un flop. Qualche mese prima aveva partecipato alla sua ultima Canzonissima, presentando il brano Il mondo cambierà, che per molto tempo sarà la sua ultima canzone ad avere un certo successo di vendite. In contemporanea con l'avvento dei cantautori la musica italiana non si riconosceva più nel Festival e artisti come Morandi e Massimo Ranieri, si ritrovarono improvvisamente senza il consueto seguito.


Fotografia di scena dell'opera Jacopone, realizzata da Roberto Villa

Il disco

Jacopone raccoglie 13 brani, con gli interventi di Emilio Bonucci e Graziano Giusti, oltre a quelli dei due protagonisti. I brani eseguiti da Morandi in qualità di solista sono: Pietà colomba mia, L'abbandono, Prendi Me e Vidi che un cavallo, questi ultimi due proposti anche in un 45 giri. In coppia con Paola Pitagora, Morandi ha registrato le canzoni: Miserere mei e Così fu e sempre sarà, mentre la brava attrice ha eseguito come solista Soul-strip e Quel lungo filo. Completano l'album le tracce Babilonia, Jacopone, Christian circus (strumentale) e Bonifax, che ben rendono l'atmosfera del musical. Da segnalare che fu pubblicato anche un secondo 45 giri, che comprendeva i brani Così fu e sempre sarà/Quel lungo filo.
Tra i musicisti che hanno partecipato alla registrazione dell'album segnaliamo i Festa Mobile (originari di Monopoli), il gruppo composto dai fratelli Giovanni e Francesco Boccuzzi (tastiere e basso), Renato Baldassarri, Alessio Alba (chitarre) e Maurizio Cobianchi (batteria). Nei crediti riportati sul disco sono citati semplicemente come autori della base ritmica. Per quanto riguarda l'esecuzione musicale dal vivo, durante le rappresentazioni teatrali, il compito fu affidato al gruppo dei Libra, ricompostosi per l'occasione, dopo un primo scioglimento, con Federico D'Andrea, Claudio Barbera (basso), Alessandro Centofanti (tastiere), Nicola Di Staso (chitarra) e David Walter (batteria). Da notare che dopo la conclusione delle repliche della rappresentazione teatrale, si unì a loro Dino Cappa, conosciuto anche come Dino Kappa, con cui Morandi realizzò il disco Old Parade, unica sua rivisitazione di successi degli anni '60.

Fotografia di scena dell'opera Jacopone, realizzata da Roberto Villa

Il singolo più conosciuto è senza dubbio Vidi che un cavallo, che valse a Morandi anche un certo numero di passaggi televisivi, tra cui alcune trasmissioni dedicate al progressive italiano, genere musicale imperante in quegli anni. La canzone si divide in due parti, nella prima viene idealizzata una sorta di giustizia sociale, nel trattamento da parte dell'uomo di tre esemplificazioni sotto forma di animale: cavallo, cane e colomba. Nella seconda parte del brano, diventa evidente che la giustizia sociale in realtà è solo convenienza, destinata a scomparire con il sorgere di difficoltà: “Vidi che un cavallo tirava un carro dietro di sé, vidi il suo padrone portargli il fieno giustizia c'è... Ma, ma pesante il carro il cavallo stanco e stramazzò e il suo padrone con il bastone lo massacrò...”.
Prendi me si basa su di un ritmo musicale incalzante, supportato da un testo dal contenuto inizialmente mistico: “Lui è in te adesso Lui è in me
Lui è in ognuno di noi Lui vive in noi Lui è in te adesso Lui è in me
...”, contrapposto da situazioni e problematiche di carattere terreno e forse un po' ingenue nella loro eterna attualità, se lette con gli occhi di oggi:... Lui non è come S. Cristoforo come l'autostrada mangia-macchine dove le lamiere si contorcono e famiglie intere bruciano... non è con Santa Barbara sugli incrociatori quando sparano nei paesi poveri dove gli ideali si consumano...”.
Paola Pitagora è l'attenta interprete di Quel lungo filo, il cui testo fu scritto da un ispirato Franco Migliacci: Quel lungo filo, che ti scorre tra le dita, che ti nasce in fondo al cuore vola su nell'infinito, no, non muore sai ...”, così come per la struggente L'abbandono, interpretata da Morandi: “Come stenta il sole a nascere stamane sembra che non voglia mai venire su e magari venisse giù perché questo è un giorno triste, questo è il giorno delle delusioni, l'uomo vive solo e non lo sa...”.
Terminiamo l'analisi di questa interessante e coraggiosa opera-pop degli anni settanta, assolutamente da riscoprire tramite iTunes o il CD venduto on-line, citando Pietà colomba mia* e Miserere mei, dai ritmi progressive tipici dell'epoca e impreziosite da una convincente e coinvolta interpretazione di Morandi, un modello interpretativo che ritroveremo nel successivo album intitolato Il mondo di frutta candita (1975), scritto per lui da Ivano Fossati e Oscar Prudente.

Fotografia di scena dell'opera Jacopone, realizzata da Roberto Villa

* “Le mura son crollate, pugna senza vita, Babele è già' caduta, sotto le macerie i topi crepano, ma chi nacque colomba le sue ali stenderà, in alto volerà, in alto volerà...”.


Si ringrazia Rosalba Trebian, curatrice del Fondo dedicato a Roberto Villa, per la collaborazione e la disponibilità per la pubblicazione delle fotografie realizzate dal grande fotografo, durante una delle rappresentazioni teatrali dell'opera Jacopone.

Tutte le foto di scena sono Copyright Roberto Villa.

Copyright © by William Molducci

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti per la straordinaria documentazione di questo musical di cui non si parla da tantissimi anni. Formidabile l'aver dotato l'articolo delle fotografie di scena del grande fotografo Roberto Villa.

Anonimo ha detto...

Ottimo lavoro di documentazione, ben scritto

Anonimo ha detto...

finalmente un buon lavoro di informazione, analisi e critica musicale

Anonimo ha detto...

Quest'analisi dell'opera è ottima ed i testi delle canzoni non mi sembrano affatto banali. Purtroppo non ebbi la fortuna di vedere il musical, ma mi ricordo che i giornali ne parlavano continuamente e le critiche che fecero talvolta al nostro GIANNI -credo che siano state- del tutto ingiustificate.

G Cociani ha detto...

ho visto Jacopone al Politeama Rossetti a Trieste nell'aprile '74. A me e ai miei amici era piaciuto molto, e Morandi era bravo, come del restio tutta la compagnia

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