di
William Molducci
“Patatrac!”
è sinonimo di crollo finanziario, dissesto o altro grosso guaio, nel
caso di Tony Cercola è il titolo del suo nuovo album, un messaggio
di rottura con le convenzioni che il musicista campano ha vestito di
suoni per festeggiare il ritorno discografico, sei anni dopo il
precedente “Voci scomposte”.
Tony
Cercola, nome d’arte di Antonio Esposito, nasce artisticamente
negli anni settanta sulla spinta del “Neapolitan Power” (energia
napoletana), un sound all'insegna dell'innovazione artistica in seno
alla tradizione campana, con forti richiami a blues, jazz, funk e
rock.
Cercola
esordì con i tamburi e le sue buattelle
(strumenti a percussione creati con scatole di vario genere)
arricchendo le sonorità dei colleghi. Durante la sua lunga attività
ha collaborato con Brian Ferry, Roberto Murolo, Mia Martini, Edoardo
De Crescenzo, Don Cherry, Ivan Graziani e Pino Daniele, con cui
incise una storica versione di “Appocundria”, inserita nell’album
“Nero a metà”.
Il
genere musicale del "percussautore" (termine coniato per
lui dal giornalista Sandro Petrone) può definirsi
etnico-mediterraneo ma spazia anche tra le culture di altri
continenti, arricchendosi delle sonorità balcaniche, sudamericane,
africane.
Tony Cercola |
“Patatrac!”
riassume il percorso di Cercola con 12 brani, di cui 8 inediti e 4
ripresi dal suo repertorio, arrangiati da artisti emergenti
dell’underground musicale napoletano. L’album è stato scritto
con Gino Magurno, musicista e compositore noto per la trasmissione tv
“Quelli della notte” di Renzo Arbore, dove si esibì con la band
Pummarola System, da lui fondata e in seguito prodotta da Claudio
Mattone. Tra gli ospiti del nuovo album di Tony citiamo Eugenio
Bennato in “Tiemp’ tiemp’”, Mimmo Cavallo e la cantante
brasiliana Lea Costa in “Ojos”, l’argentina Rosarillo in “Mi
opio” e “Compaison”, oltre a bravi musicisti catanesi, romani,
siracusani e alcuni originari di Libia, Spagna, Senegal.
Il
1° settembre 2014, Tony è stato tra i protagonisti di “Nero a
metà”, il concerto di Pino Daniele che ha celebrato l’omonimo
album del 1980, a tutt’oggi considerato un capolavoro della musica
italiana. In quell’occasione la band storica fu affiancata da
un’orchestra sinfonica, nella splendida cornice dell’Arena di
Verona, qualche mese prima della scomparsa del grande artista
napoletano.
La copertina di "Patatrac!" |
Tra
i musicisti che realizzarono “Nero a metà”, ricordiamo Karl
Potter, il percussionista statunitense nato nel New Jersey,
diventato, sin dal suo arrivo in Italia, uno dei protagonisti della
nostra world music. Negli anni settanta collaborò con Pino Daniele e
Tony Esposito contagiandoli con la sua passione per la ricerca delle
radici afro americane e lo studio delle percussioni nei generi swing,
jazz e latin sound. Nell’album “Nero a metà” Potter ha suonato
le congas, strumenti appartenenti alla famiglia dei membranofoni,
utilizzate in origine nella musica afro-cubana e in seguito diffuse
in tutto il mondo. All’Arena di Verona Pino
Daniele portò sul palco la
formazione originale del 1980: James
Senese (sassofono), Gigi
De Rienzo (basso), Agostino
Marangolo (batteria), Ernesto
Vitolo (piano e tastiere),
Rosario
Jermano (percussioni) e per
l’appunto Tony
Cercola (bongos), con
l’aggiunta dei 50 elementi dell’orchestra sinfonica “Roma
Sinfonietta” diretta dal M° Gianluca Podio.
Il
nuovo disco si apre con “Patatrac!”, il brano che gli dona il
titolo; si tratta di un pezzo dall’anima pop e l’inciso francese,
cantato con Roberta Albanesi, voce appassionata cresciuta a pane e
musica. Si cambia genere con “Tiemp’ tiemp”, una melodia
tipicamente napoletana anni ’70, tra gli echi di un mandolino e
cori implacabilmente efficaci, naturalmente della ritmica se ne
occupa il “percussautore”.
Con
“Ojos” inizia la fiesta, mentre “Mi opio” coinvolge con la
voce di Rosarillo, cantante italo-argentina di flamenco protagonista
anche di “Compasion”, un tango (milonga) napoletano che si candida come
migliore brano dell’album, struggente e appassionato quanto basta o
forse molto di più.
Tony il "percussautore", termine conianto per lui dal gornalista Sandro Petrone |
“Nera
nera” è un brano del 1991, rielaborato dai catanesi Original
Sicilian Style con un ritmo caraibico, dove le buatelle di Tony ci
vanno decisamente “a nozze”.
Le
vocalizzazioni del libico Esharef
Ali Mhagag, in “Pila pila”,
ricordano il tunisino Dhafer Youssef, mentre “Babbasone”, uomo
grosso e sciocco, è rinvigorito da nuova verve grazie alla band
napoletana dei Malacrjanza. Ritmo e ironia irresistibili!
Altro
cambio di stile con “Mambo rai”, ripescato dall’album “Et
voilà” del 1991, qui proposto insieme agli italo-spagnoli Max
Russo and Divinos, Chiude il disco “Song inspiration”,
esperimento elettronico-napoletano, caratterizzato da un inciso a
prova di distrazione.
La locandina del concerto di "Nero a metà", Arena di Verona 2014, Tony Cercola suonava i bongos |
La
copertina di “Patatrac!” mostra Tony mentre sorregge un muro, una
chiara allusione al sostegno che devono sempre avere la cultura e gli
artisti, nella speranza che le difficoltà dei giorni attuali non
faccia dimenticare il passato e si possa presto assistere a un nuovo
Rinascimento.
12
brani, 12 ritmi, 12 parti dello stesso microcosmo, un’ora di
allegria e voglia di vivere, racchiusi dentro a un piccolo cd. Il
lavoro di Tony Cercola è paragonabile a un jet supersonico, talmente
veloce da visitare in pochissimo tempo terre e culture lontanissime:
dall’Argentina al continente africano, dai caraibi sino a Napoli.
Pino
Daniele - Tony Cercola – “Appocundria”, prove concerto Arena di
Verona 2014
Copyright
by William Molducci
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