The great gig in the sky
di William Molducci
di William Molducci
“The
great gig in the sky”, quinta traccia dell’album “The dark side
of the moon” dei Pink Floyd, è entrata nella storia grazie allo
straordinario assolo vocale improvvisato negli Abbey Road Studios di
Londra da Clare Torry, nella seconda sessione di registrazioni del
disco. I Pink Floyd erano alla ricerca di un’improvvisazione vocale
ma non sapevano ancora come ottenerla, a Clare furono date alcune
indicazioni: pensa alla morte o ad altro di macabro e canta. La
vocalist londinese fece un’improvvisazione incredibile, la sua voce
avvolse la musica di Wright suscitando stupore e sorpresa. Lasciando
lo studio era convinta che non
avrebbero mai usato quelle registrazioni, quasi imbarazzata per la
performance, sino a ricredersi quando il disco fu pubblicato e vide
il suo nome tra i crediti.
“The great gig in the sky”
(Il grande spettacolo nel cielo) è la prosecuzione logica di “Time”;
il brano che descrive la consapevolezza del tempo perduto, spaventati
dall’idea di avere sprecato la propria vita senza avere portato a
termine quello che si voleva. “Time” è l’unico pezzo del disco
firmato da tutti e quattro i Pink Floyd, i testi sono di Roger
Waters. Clare fu proposta dal geniale Alan Parsons, l’ingegnere del
suono che si occupava delle registrazioni, lo stesso che in seguito
si creò una carriera di successo con il brand di The Alan Parson
Project.
Nei live del tour 1974-1975,
che seguirono l’uscita del disco, David Gilmour suonava sia la lap
steel guitar che l’organo Hammond, permettendo a Richard Wright di
dedicarsi esclusivamente al pianoforte. Il vocalizzo di Clare Torry
era cantato da tre vocalist, ognuna delle quali eseguiva una parte
del brano.
Nel 2004, la cantante inglese
intentò una causa per il riconoscimento come coautrice del brano,
sino ad allora attribuito al solo Richard Wright. L’anno successivo
la Corte Suprema del Regno Unito sentenziò a suo favore, da quel
momento le edizioni di “The great gig in the sky” riportano il
nome di Clare Torry sia come cantante che come coautrice.
Nell’Immersion Edition del
2011, è stata inserita una versione estesa di “Dark
Side of the Moon”, denominata
“Early mix”,
in cui “The Great Gig in the Sky”
è priva della voce di Clare, per lasciare spazio al pianoforte
suonato da Richard Wright.
la copertina di una recente edizione di "The dark side of the moon" |
A
causa della notorietà del disco, molte inesattezze si sono diffuse
in merito all’interpretazione di Clare, è quindi interessante
conoscere i fatti di quella seduta di registrazioni, dalle parole
della stessa protagonista:
“Il
21 gennaio 1973 venni invitata allo studio 3 di Abbey Road (gli
stessi dove incidevano i Beatles - NdR). A malapena avevo sentito
parlare dei Pink Floyd. La canzone che dovevo eseguire si sarebbe
intitolata The
Great Gig in the Sky
e l'album - forse - The
Dark Side of the Moon.
La band mi fece sentire questa sequenza scritta dal tastierista
Richard Wright. "Non cantare nulla", mi dissero.
"Improvvisa". Immaginai la mia voce come una chitarra
solista e mi sentii come una gospel mama. Dopo poche registrazioni il
gruppo era soddisfatto e potei tornare a casa con la retribuzione che
mi spettava. Era domenica e presi paga doppia: per tre ore di lavoro,
30 sterline. A parte Gilmour, gli altri componenti della band
sembravano terribilmente annoiati da tutta quella storia del disco.
Mi dissi: "Questa registrazione non vedrà mai la luce!”.
(*)
"The many faces of Pink Floyd", la compilation con due brani interpretati da Clare Torry |
Dopo quell’exploit Clare ha
proseguito la sua carriera come corista nei concerti, jingle
pubblicitari e turnista in studio, lavorando per Olivia Newton-John,
Gary Brooker (Procol Harum), Tangerine Dream, Meat Loaf, Culture Club
di Boy George e Alan Parson, per il suo album “Eve”, dove
interpretò "Don't hold back".
Roger Waters si è ricordato di lei per la registrazione di “Radio
K.A.O.S.”, il suo disco del 1987, ingaggiandola anche per alcuni
live, così come fecero i Pink Floyd in occasione del concerto tenuto
a Knebworth - UK nel 1990.
L'album di Clare Torry: Heaven in the sky |
L’album
di Clare: Heaven in the sky
Nel 2006 la RPM Records ha
pubblicato “Heaven in the sky”, una compilation di 18 brani che
raccoglie i lavori della cantante inglese dal 1968 al 2006, ad
eccezione del suo vocalizzo più famoso.
La tracklist inizia con il
coro di “Intro: British Caledonian”, un brano fine anni ’60
dall’atmosfera stile “Hair”, sino ad arrivare a “The music
attracts me”, il primo pezzo da solista con qualche interessante
vocalizzo. Il passaggio al decennio successivo è scandito da “Love
for living”, un brano semplice arricchito da una buona sezione
ritmica e di archi. L’attacco di “Carry on singing my song” fa
pensare per un attimo alle sperimentazioni dei Pink Floyd, ma si
tratta soltanto un’impressione. In “Theme from OCE” si può
ascoltare un lungo assolo vocale, sostenuto da tromba e ritmica,
nulla a che vedere con il brano di Richard Wright, ma sufficiente per
comprendere le capacità di Clare. “Love for sale”, la famosa
canzone di Cole Porter riflette il sound degli anni ’80, mentre il
singolo “Heaven in the sky” raccoglie le atmosfere e gli
“arcobaleni” della New Age.
Immagine recente di Clare Torry (Ph. Easy Star) |
La linea melodica del disco
prosegue con “I always seem to wind up loving you”, lontanissimo
dal pop inglese, forse più vicino a quello “televisivo”
americano, così come “Love is like a butterfly”, firmata non a
caso da Dolly Parton. La seconda parte dell’album contiene alcuni
brani firmati da Clare Terry con il musicista John Carter, si tratta
per lo più di ballate senza particolare pregio, tra cui “Well
done”, interpretata con lo pseudonimo di Alice Pepper. Nella
raccolta non sono stati inseriti i singoli: “Love tomorrow, love
today”, “Nearly a part of me” e “Love is a like butterfly,
pubblicati rispettivamente nel 1969, 1980,1981.
“Love for living” e “The
music attracts me” sono inseriti anche in “The many faces of Pink
Floyd”, il cofanetto tributo con le cover dei maggiori successi dei
Pink, eseguiti da artisti internazionali quali Yes, Keith Emerson,
Ian Anderson, Steve Porcaro dei Toto. I due brani di Clare sono posti
nel terzo disco, dedicato ai personaggi del mondo Floyd, ma i pezzi
non appartengono al gruppo inglese.
Il racconto di Riccardo
Francavilla
Riccardo Francavilla è
l’autore del racconto “L’uomo che amava Clare Torry”, in cui
un uomo, affascinato dalla voce della cantante, si reca in uno
sperduto villaggio inglese per cercare di conoscerla. Qui scopre che
Clare si è suicidata a soli 30 anni a causa del suo orribile
aspetto, che la isolava dal resto del mondo. La tragedia gli viene
rivelata dal marito della cantante, che in passato aveva conosciuto
altri uomini venuti a cercare sua moglie e poi scappati terrorizzati
dopo averla vista: “Lei sarebbe
scappato come tutti gli altri, avrebbe basato il suo giudizio
sull'involucro e non sul contenuto. Lei non sarebbe stato meglio dei
suoi simili”.
Nell'album "Radio K.A.O.S" di Roger Waters, Clare Torry è la vocal nei brani "Home" e "Four Minutes" |
Nel posto giusto al
momento giusto
Il mondo magico dei Pink Floyd è
lontano da Clare, entrata nella leggenda quasi per caso, salendo al volo su un treno che correva a folle velocità.
(*) =
Tratto da Wikipedia
Pink Floyd – The great gig
in the sky (Video Originale):
Copyright
by William Molducci
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