di
William Molducci
Danilo
Amerio è un musicista le cui canzoni spesso toccano le corde più
sottili e nascoste, condividendo ricordi, sogni, emozioni. Tra i
brani più intensi: “Bisogno d’amore”, “Case di ringhiera”,
“Il mercato degli angeli”, “Il pagliaccio e il musicista”,
quest’ultima scritta da Giorgio Faletti. La storia musicale di
Amerio pone le emozioni al centro della creatività, tra le
collaborazioni più significative quelle con Giancarlo Bigazzi e
Oscar Prudente. Con Bigazzi ha
partecipato alla scrittura della parte musicale di “Gente di mare”,
la canzone incisa da Umberto Tozzi e Raf, che arrangiò insieme a
Mario Manzani. Uno dei suoi brani più importanti è “Donna
con te”, eseguito da Anna Oxa e dai Kaoma al Festival di Sanremo
del 1990, conosciuto anche fuori dai nostri confini.
Nel 1994 Amerio esordi al
Festival di Sanremo nel doppio ruolo di interprete, con il brano
“Quelli come noi” (Nuove Proposte), e di produttore del famoso
“Signor Tenente” di Giorgio Faletti, che si classificò al
secondo posto. L’anno seguente partecipò alla gara dei big con “Ho
bisogno d’amore”, piazzandosi sesto nella classifica finale.
Nel 2017 il musicista
astigiano è tornato sulla scena musicale con “Sulla nuvola”, il
singolo del 50° anno di attività dei Dik Dik composto con i testi
di Alfia Bevilacqua, oltre al nuovo arrangiamento e al videoclip di
“Il pagliaccio e il musicista”.
Danilo Amerio e Giorgio Faletti |
I Dik Dik hanno
festeggiato i 50 anni di attività con un nuovo album, il cui primo
singolo è “Sulla nuvola”. Qual è la genesi di
questo brano?
Si tratta di una delle
poche volte che la scrittura di un brano è iniziata con il testo e
successivamente è stata aggiunta la musica, solitamente avviene il
contrario, quantomeno nel mio team. Appena ricevuto il testo in
metrica da Alfia Bevilacqua, è stato facile scrivere di getto il
resto del brano.
Nel 1992 ti sei
messo in luce tra i giovani del Nuovo Cantagiro di
Enzo Radaelli, con "Buttami via", che ti
aprì le porte del Festival di Sanremo 1994 (nuove proposte) con
Andrea Bocelli, Giorgia, Irene Grandi, Giò di Tonno…
Il “Cantagiro” è
stato un momento importante, non solo perché furono le mie prime
apparizioni televisive, ma soprattutto per avere dato il via a tutto
quanto. Mi ha permesso di conoscere bene Pippo Baudo e il mondo della
televisione, infatti, fino ad allora lo conoscevo solo dalla parte
del produttore e dell’autore. Ti posso assicurare che c’è una
bella differenza, sia emozionale che organizzativa, quando si è
dall’altra parte dello schermo. Il mio primo Festival di Sanremo
l’ho vissuto in trance, ricordo il momento in cui sono stato
buttato sul palco e quando sono tornato dietro le quinte. Tutto
quello che è successo durante la mia prima esibizione l’ho visto
grazie alla registrazione TV. L’emozione, ovvero la paura, mi aveva
fatto dimenticare ogni cosa.
Danilo Amerio "Live" |
Quale parte ha
avuto Pippo Baudo nella tua carriera?
Pippo
è stato per me, oltre che un caro amico, anche la persona che mi ha
consigliato meglio di tutti. Quando stavo per finire di scrivere una
canzone per il Festival, andavo col provino da lui e da capace
musicista qual’è sapeva sempre darmi i consigli giusti su come
farlo funzionare. All’epoca i brani per Sanremo dovevano essere
scritti e arrangiati in maniera un po’ diversa da quelli destinati
ad altri eventi. Baudo è a un altro livello, sia come preparazione
che come professionalità, sa sempre esattamente quello che vuole.
Il tuo legame con
Sanremo è forte, nel 1993 eri uno dei Ragazzi di Via Meda che
accompagnarono Mietta, l’anno successivo esordivi tra le giovani
proposte con “Quelli come noi” e nel 1995 finalmente tra i big
con “Bisogno d’amore” …
Sì, sono stati anni
importanti per me e per la mia carriera. Mietta e i ragazzi di Via
Meda è stata un’operazione discografica scritta a tavolino per
fare salire sul palco tutti i giovani della Fonit Cetra. I brani che
ho portato al Festival successivamente erano figli dell’entusiasmo
e della voglia di stare su quella scena così importante ed
emozionante. Tra l’altro tutti e due i pezzi, a prescindere dalla
classifica finale, hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico. Non
ricordo neppure il numero delle trasmissioni televisive a cui ho
partecipato con quelle canzoni.
Al Festival di
Sanremo 2008 Little Tony si presentò in gara con “Non finisce
qui”, seguito dall’album che conteneva altre tre tue canzoni.
Quel ritorno di Tony fu particolarmente toccante…
Stavo
scrivendo delle cose per Tony, da inserire nell’album che sarebbe
dovuto uscire nel 2007; eravamo d’accordo che sarebbe venuto a
cantare alcuni provini appena terminato il suo Tour in Canada. Sentii
alla TV che era stato ricoverato in un ospedale canadese per un
problema al cuore, lo chiamai al cellulare e mi rispose il suo
manager, il quale mi tranquillizzò dicendomi che era stato operato
d’urgenza ma si era risolto tutto. Quando tornò in Italia passò
la convalescenza all’ospedale di Monza, lo andai a trovare e lo
vidi seduto sul letto dimagrito ed emaciato, mi disse: “Danì, mi
sono preso uno spavento pazzesco… nun può finì così”. Lo
abbracciai e mentre tornavo a casa continuai a ripensare a quelle
parole, appena giunto in studio mi vennero di getto il testo e la
musica e intitolai il brano “Non finisce qui”.
Danilo Amerio |
Hai rilanciato “Il
pagliaccio e il musicista”, il brano scritto da Giorgio Faletti e
inserito nel tuo album “Bisogno d’Amore del 1995, un incontro
artistico nato dall’amicizia e legato anche a quel famoso “Signor
Tenente”…
Questo brano è figlio di
una grande amicizia tra me e Giorgio, che dopo aver prodotto “Signor
Tenente” si è intensificata ulteriormente. Per un certo periodo
dovetti ricoverarmi in ospedale per delle semplici analisi e Giorgio
venne a trovarmi ogni giorno, soprattutto di notte, eludendo la
sorveglianza e portando la chitarra. Senza fare troppo rumore
scrivevamo delle cose, ma l’atmosfera dell’ospedale ci infondeva
una tristezza e una malinconia indescrivibili, tanto da volerci
regalare questo messaggio: “Vedrai che passa facile…”.
Nicola di Bari, con
Franco Simone e Raffaella Carrà è uno dei pochi artisti italiani ad
avere una discografia estera, tu per lui hai scritto “Chi ha visto
Elena”, pubblicato nei paesi di lingua spagnola con il titolo di
“Quién
vió a Elena
una noche”…
Sì, è stata la prima
cosa che ho scritto. Nonostante i miei 14 anni e la poca esperienza
riuscii a partorire una canzoncina che piacque molto alla casa
editrice “Crisler music”. Decisero di farla ascoltare a Nicola di
Bari che la usò come singolo in spagnolo per il mercato Argentino e
Sud Americano, verso la fine degli anni ‘70.
Il video di “Il
pagliaccio e il musicista”, così come il brano “Su una nuvola”
e altri tuoi brani portano la firma di Alfia Bevilacqua, questa
collaborazione sembra averti donato nuova energia e ispirazione…
Assolutamente sì, la
collaborazione con Alfia mi ha portato nuova energia. Dopo tanti anni
di questo mestiere ci vuole qualcuno di grande talento e con la
voglia di vivere nuove emozioni che ti invogli ad andare avanti.
Alfia è riuscita a darmi tutto questo con la capacità, le
intuizioni e la sensibilità che contraddistingue il vero talento.
Per merito suo i testi hanno ripreso il vigore e modernità,
spronandomi a scrivere con più forza ed entusiasmo. Le melodie che
compongo assumono una dolcezza, un’accuratezza e a volte una forza
notevole. Insomma, sono convincenti ed emozionanti.
Tu e Giancarlo
Bigazzi, Oscar Prudente…
Con Oscar ho fatto
diverse cose, tra cui la versione del brano pubblicitario usato in
quegli anni dalla Coca Cola: “Come vorrei un mondo che cantasse
insieme a me”. Giancarlo è stato un vero e proprio maestro, quasi
tutte le cose più belle di quegli anni sono partite da lui e dal suo
team, del quale sono orgoglioso di averne fatto parte. Ho lavorato
con lui dieci anni, partecipando agli album storici di: Umberto
Tozzi, Raf, Marco Masini, Aleandro Baldi, Mia Martini. Una bella
fetta della storia musicale italiana. Probabilmente le emozioni di
quel periodo non le rivivrò mai più, ma mi considero fortunato per
essere stato al momento giusto nel posto giusto. Questo lo porterò,
per tutta la vita, nel cuore dei miei ricordi.
Fotografie
di Carlo Battezzati per Blu studio
Video ufficiale - “Il
pagliaccio e il musicista” - Regia Alfia Bevilacqua:
Copyright by William
Molducci
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