di William Molducci
Sabato 19 novembre, Mario
Castelnuovo si esibirà al Teatro Estense di Ferrara, nell’ambito
della 5ª “Rassegna Storica e Nuova Canzone d’Autore”,
organizzata dall’Associazione Aspettando Godot.
Mario Castelnuovo è reduce
dal successo personale ottenuto di recente a “d’Autore e d’Amore”
di Bordighera,
dove si è esibito con Giovanna
Famulari
(violoncello, tastiere e cori) e Stefano
Zaccagnini alla
chitarra, gli stessi musicisti che lo accompagneranno nel concerto
ferrarese.
Da due anni il trio porta in scena “Lezioni d’incendio”,
il recital in cui Castelnuovo canta e parla delle cose che ama e di
quelle che non sopporta, mettendo a nudo le sue passioni tra sorrisi,
canzoni e provocazioni verbali. A Ferrara, data la presenza di altri
artisti, andrà in scena una sintesi di circa un’ora, con in
scaletta i successi più conosciuti e piccole perle come “Il mago”,
tratto dall’album “Signorine adorate” del 1996: “Vorrei
essere il tuo segreto, il cassetto dimenticato, vorrei essere il tuo
peccato che ti porti via, che magari diventa grande, e che morde di
più di un cane, vorrei essere il tuo dolore, per parlarti di me…”.
Mario Castelnuovo |
Ripercorrendo la storia di
Mario Castelnuovo, si risale ai primi anni ’80, quando grazie ad
Amedeo Minghi conobbe Vincenzo Micocci ed incise il primo disco per
la IT, entrando di fatto nell’orbita della RCA Italiana. Dopo avere
partecipato a Domenica In, con “Oceania”, esordì fra le nuove
proposte al Festival di Sanremo del 1982, con il brano “Sette fili
di canapa”. Due anni dopo si ripresentò a Sanremo portando in gara
“Nina”, uno dei suoi brani più conosciuti, classificandosi al 6°
posto e pubblicando il suo secondo album.
Con il lavoro successivo, “È
piazza del campo, Castelnuovo compie un salto di qualità, grazie a
un lavoro controcorrente realizzato in diretta, senza il supporto
ritmico della batteria, con atmosfere e arrangiamenti prevalentemente
acustici. Si tratta di un lavoro coraggioso, fuori dalle logiche
commerciali, prodotto da due giganti della scena musicale italiana:
Ennio Melis (già uscito dalla RCA) e Lilli Greco. Pur senza il
traino di un 45 giri l’album ebbe un ottimo riscontro. Il brano
“Le aquile” fu inserito nel film
“I ragazzi della periferia sud” di Gianni Minello, già
collaboratore di Pasolini. La canzone paragona il concetto di amore a
un volo di aquile, avvalendosi di metafore e sfumature ermetiche.
“Venere” (1987), il suo
quarto long playing, rappresenta la sintesi di quanto fatto in
precedenza, una ricerca intima e personale fuori dagli schemi.
“Madonna di Venere” lo vede partecipare al Festival di Sanremo,
un brano poco in sintonia con la kermesse canzoniera, ispirato al
ricordo di una malattia infantile e alla voglia di vivere altri
cent’anni.
Lodovico e Mario Castelnuovo, nella copertina di Sul nido del cuculo |
Il titolo dell’album “Sul
nido del cuculo” (1988), è ripreso dal film di Miloš
Forman e
interpretato da Jack Nicholson. La canzone guida racconta l’amore
tra due persone con problemi psichici, una storia surreale dove le
stelle si accendono premendo un pulsante, come in un presepe. La
produzione è affidata ad Antonio Coggio (collaboratore di Baglioni
nei dischi RCA), gli arrangiamenti sono di Pinuccio Pirazzoli. Nella
copertina del disco Mario è insieme a suo padre,
il pittore Lodovico Castelnuovo; nelle facciate interne sono stampati
alcuni sui acquarelli.
Nel 1993 Castelnuovo incide,
per la Fonit Cetra, l’album che porta il suo nome e che segna
l’inizio di una proficua collaborazione con Fabio Pianigiani, tra i
brani più interessanti: “Vinci” e “Cercami – il frullo della
locusta”. Il successivo “Signorine Adorate” fu pubblicato nel
1996 per l’etichetta tedesca Jungle records.
L’artista romano ha scritto
canzoni per numerosi artisti, tra questi: Tony Cicco, Formula 3,
Alessandro Haber, Riccardo Fogli, Umberto Bindi. Per Paola Turci ha
composto “Primo Tango”, vincitore del Premio della critica delle
nuove leve al Festival di Sanremo 1987. Tra le tante esperienze
artistiche, emerge quella con Rick Wakeman, storico tastierista degli
Yes, e Mario Fasciano, che hanno inciso il suo pezzo “Stella
bianca”. Nel giugno 2000, Mario pubblica “Buongiorno”, dove
ritorna a lavorare con Lilli Greco. Nel 2005 è la volta di”
Com’erano venute buone le ciliegie nella primavera del ’42”,
con l’intervento canoro di Lina Wertmuller e un
frammento di venti secondi tratto dalla “Fantasia
K 397 in re minore” di Wolfgang
Amadeus Mozart.
Il 2009 è l’anno del suo
debutto letterario, con “Il badante di Che Guevara”, un romanzo
da leggere tutto d’un fiato con protagonisti un anziano senatore
comunista e il suo giovane badante extracomunitario, alle prese con
le proprie apprensioni materiali e morali, legati da un destino
comune.
Il suo disco più recente
s’intitola “Musica per un incendio”, dodici brani inediti
prodotti con Lilli Greco, dove emerge “Annie Lamour”, il racconto
di un incontro senza amore, una rivisitazione aggiornata della “Bocca
di Rosa” di Fabrizio de André. Il brano “Fessure di cielo”
volge lo sguardo al corpo dell’amata, una sublimazione dell’amore
fisico senza metafore e veli: “Alleluia,
alleluia per le tue gambe animali eleganti e squisite e il passo da
antilope tuo che mi prende”.
La canzone “Gli innamorati coi capelli bianchi” racconta di come
i ricordi compensino il perduto ardore giovanile, senza sminuire
l’intensità del sentimento. L’attenzione verso i deboli,
specialmente vecchi e bambini, è spesso presente nelle sue
composizioni.
Mario Castelnuovo è un
artista completo, capace di intrecciare dimensioni reali e metafore
fantastiche, senza per questo slegarsi dalla realtà o perdersi nelle
parole. La sua è una visuale originale, un punto di vista che va ben
oltre il proprio sguardo.
Breve estratto dal concerto
di Bordighera (6/2016)
Copyright by William Molducci
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