di
William Molducci
In
“A casa”, Antonio Costa aveva affrontato un tema
difficile e delicato come quello della malattia senile e delle sue
inevitabili conseguenze, coinvolgendo nel progetto l’attrice Milena
Vukotic. Il regista palermitano continua il suo percorso di ricerca
sulla terza età con “Felice”, raccontando la storia di un uomo
triste e senza più forze, che apparentemente attende il ritorno
della moglie. Il
protagonista del cortometraggio è Sergio Fiorentini, conosciuto
dalla platea televisiva italiana per il ruolo del brigadiere
Cacciapuoti, nella serie del “Maresciallo Rocca” con Luigi
Proietti.
Come doppiatore ha prestato la voce ad attori del calibro
di Gene Hackman, Burt Young, Tony Burton, Max Von Sydow, Patrick
MgGoohan, Mel Brooks e Benny Hill. Fiorentini è scomparso poco dopo
la realizzazione del film di Costa, lasciando una testimonianza di
assoluto valore a cui ha offerto, senza riserve e senza falso pudore,
la sua malattia al personaggio, regalandogli veridicità e realismo.
La vecchiaia, che imprigiona e ostacola il fisico dell’attore, si
riflette sul protagonista, evidenziando il distacco con cui si sta
allontanando dalla vita, senza più affetti, valori e speranze.
Il
tema del film è drammaticamente attuale, marito e moglie vivono
insieme tutta una vita e il loro amore è improvvisamente spezzato da
un raptus omicida, da un gesto apparentemente inspiegabile che
probabilmente trova nella malattia e nell’emarginazione l’assurda
logica.
Sergio Fiorentini e Antonio Costa |
Il
merito di Antonio Costa, così come fu per “A casa”, è quello di
raccontare lo stato d’animo del protagonista e il gesto d’orrore,
scavando nel quotidiano, nella routine della vita, lasciando a brevi
ed eloquenti momenti il compito di rendere comprensibile la
situazione. Felice, in una delle scene più significative, appoggia
la testa sulla tastiera del pianoforte, suonando qualche tasto in
totale vuoto di coscienza. Questo lucido realismo è espresso con la
sola forza dello sguardo, accentuato da poche note stonate e
dell’inutile bussare alla porta della figlia disperata. La regia di
Costa punta l’obiettivo verso il personaggio interpretato da
Fiorentini, tenendolo al centro della scena senza mai perderlo di
vista, ne mette a nudo la disperazione e soprattutto il distacco dal
mondo.
Il regista Antonio Costa |
Nella
seconda parte del film si intuisce che qualcosa non va per il verso
giusto, nel momento in cui l’uomo inizia a fare le pulizie di casa,
compiti che gli sono evidentemente estranei.
Nel
finale l’anziano uomo si avvicina al corpo senza vita della donna,
steso sul pavimento in una pozza di sangue. La camera inquadra alcuni
dettagli dell’appartamento che svelano l’orrore che si è
compiuto, con sangue sulle pareti e in ogni angolo della casa. Non ci
sono questioni aperte, in pochi minuti sono state date tutte le
risposte, con sequenze all’apparenza lente ma necessarie alla
costruzione del racconto, in cui rumori, suoni, gesti e sguardi
costruiscono un finale terribile ma non inaspettato.
Una delle scene cruciali del film |
Abbiamo
posto alcune domande ad Antonio Costa, riguardanti in particolare
l’esperienza con Sergio Fiorentini.
Come
è stato il suo rapporto lavorativo con Sergio Fiorentini?
Per
quanto riguarda l'attore protagonista, posso dire che tutto ciò che
mi lega a Sergio Fiorentini è molto strano. Dietro la sua figura
legata alla complessità di questo cortometraggio, come dimostra la
lavorazione durata quasi un anno, c'è una sorta di magia. Sergio ha
incarnato il mio personaggio con dignità, la stessa con cui solo un
grande attore riesce a mettere al servizio del ruolo la propria
sofferenza e rabbia. E' scomparso pochi mesi dopo le riprese,
peraltro nel giorno del mio compleanno. Il mio rammarico è che non
sia riuscito a vedere il cortometraggio finito.
Nel
film si nota l’evidente immedesimazione di Fiorentini con il
personaggio che interpreta…
Ha
capito lo spirito che animava il cortometraggio e il suo protagonista
e mi ha cercato per farlo. Considera che stava girando un film in
Veneto ed è sceso di proposito qualche giorno a Roma, approfittando
di una pausa, proprio per girare “Felice”. Credo che quel film e
il mio corto, girati in contemporanea, siano stati gli ultimi suoi
due lavori.
La locandina di "Felice" |
Quando
è stato girato “Felice” e com’è stato accolto?
Ho
girato "Felice" a maggio del 2014, ma ho voluto fare le
cose con calma e, dopo una lunga post-produzione, è finalmente
uscito nel 2015. Il film è stato ammesso allo Short Film Corner al
68' Festival di Cannes, nell'ambito del Marché du Film, da lì in
poi ha iniziato a essere selezionato in numerosi festival. A
settembre è stato scelto dal Centro Nazionale del Cortometraggio
che, in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Città
del Messico, ha stilato una selezione di dieci cortometraggi italiani
contemporanei inseriti nella sezione "Italia en Corto"
all'interno del prestigioso Shortshorts Film Festival di Città del
Messico. Si tratta di uno dei principali festival di cortometraggi
che può contare ogni anno su un pubblico di 15.000 spettatori. I
lavori sono stati proiettati alla Cineteca Nacional e alla Filmoteca
dell'Universiade Nacional Autonoma de Mexico.
Recentemente
il film ha partecipato in concorso al Cervignano Film Festival, dove
sono stati ammessi ventuno cortometraggi di altissimo livello,
selezionati da tutti e cinque i continenti, come per esempio “Ave
Maria”, entrato nella cinquina degli Oscar Hollywoodiani. Il
direttore artistico del Festival Piero Tomaselli, così ci
presentava: "Felice è tra i lavori più preziosi che abbiamo in
questa edizione del Festival, trovo Sergio Fiorentini straordinario”.
Trailer
ufficiale di “Felice”:
Copyright
by William Molducci
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