di
William Molducci
50
anni di canzoni sono un record che pochi artisti possono vantare, tra
questi i Dik Dik, la band del primo beat italiano che si affacciò
nel panorama italiano con “Sognando la California”, cover di
“California
Dreamin'” dei
The Mamas & the Papas. Il testo della canzone, firmato da Mogol,
non si discosta molto dalla versione originale, mantenendo il
desiderio del caldo californiano in contrasto con il cielo grigio e
l’incombere dell’autunno. La facciata B di quel 45 giri era
“Dolce di giorno”, uno degli evergreen del gruppo milanese
firmato da Lucio Battisti e dallo stesso Mogol. Sono numerose le
cover di brani statunitensi ambientati in California, tra questi
“Inno”, versione italiana di “Let's
go to San Francisco”
dei The
Flower Pot Men, incisa dai Dik Dik nel 1967.
Lallo,
Pepe e Pietruccio, i Dik Dik di oggi, provengono da quella via
Stendhal di Milano fulcro di uno straordinario movimento artistico
spontaneo che ci ha regalato Cochi Ponzoni, Aldo Reggiani, Ricky
Gianco, Moni Ovadia.
Le
origini del gruppo sono ricordate nel libretto allegato al CD: “La
storia iniziò quando un giovane produttore che gestiva una cantante
reduce da un festival di Sanremo, Miriam del Mare, ci contattò per
accompagnarla durante le sue esibizioni. Essendo la band incompleta
ci vennero presentati due musicisti che si unirono al gruppo: Mario
Totaro (tastiere) e Sergio Panno (batteria). Erano nati 'Gli Squali'.
La cosa durò poco ma nel frattempo si era consolidata una buona
intesa fra tutti noi. Il Beat imperversava anche in Italia così
anche le nostre aspirazioni di realizzare un disco. Noi, alcune sere
con il benestare del vice parroco della chiesa del Rosario avevamo a
disposizione una sala in cui poter provare. Iniziammo così a
presentarci alle varie case discografiche allora presenti in Italia.
Finalmente una di queste, la Ricordi, ci dimostrò interesse
proponendoci un accordo. Un piccolo aneddoto sulla scelta del nome
Dik Dik riguarda il fatto che la nostra casa discografica non
apprezzando quello precedente ci suggerì di cambiarlo e noi con un
colpo di fortuna, sfogliando un vocabolario, ci imbattemmo in 'Dik
Dik' che è quello di una piccola antilope africana e decidemmo di
adottarlo. Uscirono così i nostri primi 45 giri che riscontrarono
immediatamente grandi consensi e contribuirono a far aumentare la
nostra popolarità tra addetti ai lavori e pubblico”.
La copertina del cofanetto dei 50 anni |
Nel
1966 i Dik Dik incisero il primo 45 giri, si trattava della versione
italiana di una canzone inglese dal titolo “1-2-3”, sul retro un
brano composto da Lucio Battisti: “Se rimani con me”.
“50 anni… il sogno
continua” festeggia il mezzo secolo della band, non si tratta di
una celebrazione o di una compilation di vecchi successi, ma di
un’originale produzione di Mauro D’Angelo con due CD molto
diversi l’uno dall’altro, il primo contiene le nuove
registrazioni di otto classici a cui si aggiungono gli inediti "Punto
Su di Te" e "Sulla nuvola". Il secondo è un tributo
con undici brani storici dei Dik Dik, liberamente eseguiti da altri
artisti, tra i quali: Francesco Zampaglione, Lombroso, Ridillo, I
video (pregevole la loro suite), Neomenia, The Gift, Johnson Righeira
e Giorgio Li Calzi.
I Dik Dik negli anni '70 |
Il
primo volume si apre al ritmo cadenzato di “Punto su di te” che
rivela la mano di Mario Lavezzi e, grazie all’organo Hammond, per
qualche istante si ritorna all’epoca beat che li vide protagonisti.
“Sulla nuvola”, di Danilo Amerio, Alfia Bevilaqua e Olga Kazelko,
è il primo singolo estratto dall’album, una canzone più che mai
attuale, ispirata a una frase del filosofo-poeta libanese Kahlil
Gibran: “Se
ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra
una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una
fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola”.
Tra i classici “risuonati” non manca “L’isola di White”,
che ha dato il nome anche alla trattoria che Pietruccio, Lallo e Pepe
hanno a Buccinasco, nella campagna nei pressi di Milano. Gli altri
hit sono: “Viaggio di un poeta”, “Senza luce”, “Io mi fermo
qui” e quelli della ditta Battisti-Mogol.
Il primo 45 giri |
L’album
dei tributi contiene “Help me”, reinventato da Elio e le storie
tese, con l’immancabile ironia che ha sempre contraddistinto questo
gruppo, culminata nel grido d’aiuto dell’astronauta McKenzie e
soprattutto nella telefonata finale. Da sempre le Custodie cautelari
si sono cimentate nelle cover, i componenti di questo storico
supergruppo, composto da elementi di altre band, ha ben eseguito “Il
primo giorno di primavera”. Pregevole il contributo di Federica
Camba, interprete di “Storie di periferia”, autrice di brani per
Valerio Scanu, Alessandra Amoroso, Laura Pausini, Emma, Nek, Gianni
Morandi, Umberto Tozzi e tanti altri artisti italiani. Ai Sulutumana
è affidata “Viaggio di un poeta” che il gruppo valassinese
re-interpreta in modo corale e acustico, donandole un inedito
carattere popolare.
I
Dik Dik sono tornati e, come dicono loro, pieni di voglia e pronti
alla battaglia, spinti in questo dal motto di E. Levy: “Il passato
è un ricordo, il futuro un mistero, il presente un dono”.
“Sulla
nuvola” - Video ufficiale
Copyright
by William Molducci
Nessun commento:
Posta un commento