di
William Molducci
È
sufficiente ascoltare le prime note di “Vegano no”, per
riemergersi nel pop surreale e grottesco anni ’80 dei Radar, un
viaggio nel tempo senza teletrasporto o distorsioni temporali.
Attenzione!
Come ci ha insegnato “Back to the future”, il viaggio nel tempo
può portare anche nel futuro, da qui il senso del titolo dell’album
e del rinnovato sound dello storico gruppo veronese. A distanza di 34
anni dal loro primo disco i Radar
tornano con la formazione composta da Nicola Salerno (fratello di
Nini dei Gatti di Vicolo Miracoli), Gaetano Lonardi e Joyello Triolo.
“No
vegano” traccia la linea del disco, tra ironia e paradosso,
cavalcando le pretese vegetariane di una morosa che vincola il
matrimonio a insalate e cicoria. Meglio riempiere il piatto di
salsicce, burrate e frittate, cibi che rendono più felici delle
fidanzate intransigenti, alle quali non resta che pentirsi e
riconvertirsi, ballando e muovendosi al ritmo di un fresco
electro-pop.
I Radar |
“re-pop”,
titolo volutamente in minuscolo, contiene dieci brani suonati con una
timbrica particolare, ricca di contaminazioni, voci, fiati,
percussioni, drum machine e qualche assolo quando serve. “Una cuoca
calabra” completa la visione musicale con spunti jazz e pensieri
improvvisati, un brano colorato che invoglia all’ascolto e a
qualche passo di dance. “I formaggi di Lanzarote” alterna coro e
fiati, mentre Cinzio, cuoco improvvisato, segue Master Chef spendendo
una fortuna per cucinare il brasato. In “Grugy”, Zia Lina sembra
casta ma poi si trasforma in qualcos’altro. Una melodia semplice,
arrangiata con fiati e archi, aiuta a comprendere come la mente di un
idiota abbia la profondità di un fiume.
“James
Carruba” si muove tra peperoni e valvole, una sorta di ballata
surreale a ritmo sincopato, tanto di moda negli anni ottanta. Il
riferimento alla musica di quel periodo non confina il disco nel
revival, tutt’altro! Si tratta di un’esperienza arricchita da
trent’anni di mestiere e dalla voglia di proporsi in una nuova
veste, come in “Plastic People”, il cui testo è tratto da una
poesia di Aldo Nove: “La
plastica mentale elettorale, liberale. La plastica mentale esagonale,
intestinale, macchinale, ombelicale…”.
Aldo
Nove, nome d’arte del poeta e scrittore Antonello
Satta Centanin, è considerato uno degli autori che chiude il secolo
delle avanguardie (Atlante
del
Novecento italiano).
Nicola
Salerno, fondatore dei Radar, così ha commentato il nuovo album: "È
un caso divertente che il nostro
ritorno coincida con un gruppo di
tutt'altro genere, ma in qualche modo paragonabile a noi: Il
Volo. Il confronto è buffissimo:
loro sono giovani e noi siamo vecchi ma paradossalmente loro
cantano canzoni antiche e sembrano cantanti cinquantenni, noi invece
cerchiamo un linguaggio originale e più in sintonia coi tempi
all'interno della musica elettronica “commerciale”, pur restando
anagraficamente vecchi, non vogliamo
fare i finti giovincelli, pietà. I tre del Volo hanno una tecnica
vocale ineccepibile, noi siamo assolutamente ruspanti e imprecisi.
Loro cantano col vibrato, con uno stile vocale anni '60, lasciando
spesso ampio spazio a virtuosismi, noi usiamo filtri, vocoder e
Melodyne per alterare le voci qui e là. Non
vibriamo quasi mai".
re-pop |
Lo
stesso Salerno ha definito la musica dei Radar: "Il nostro
genere è musica per grandi e
piccini, spesso piacciamo anche ai
bambini perché siamo
sostanzialmente un gruppo giocoso".
“re-pop”
è un bel regalo anche per chi era “piccino” soltanto qualche
mese fa e naturalmente per chi era “analogico” nel 1982,
citazione tratta dal testo di “Sul Vesuvio”, brano attuale,
nostalgico e lucido.
“Grugy” - Video ufficiale:
I
Radar sono:
Nicola
Salerno | Voce e Soundmaster
Joyello
Triolo | Voce
Gaetano
Lonardi | Voce
Parole,
musiche e arrangiamenti di Nicola Salerno;
“James
Carruba” e “Sul Vesuvio” parole di J. Triolo e N. Salerno;
“Plastic People” (N.
Salerno - Antonello Centanin - N. Salerno), da una poesia di Aldo
Nove
Photo by Tiziano Cristofoli
Photo by Tiziano Cristofoli
Copyright
by William Molducci
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