Omaggio
a Pier Vittorio Tondelli
di
William Molducci
L’album
degli Emily Sporting Club è un omaggio a Pier Vittorio Tondelli, lo
scrittore emiliano scomparso 25 anni fa, autore di “Camere
separate”, definito come il suo “testamento spirituale” e
sempre drammaticamente attuale.
Il
disco legge in chiave new wave/rock/prog i testi di Nicola
Pulvirenti, realizzando un viaggio nell’Italia degli anni ’80, in
un’Emilia definita paranoica che non disdegna sonorità
progressive, tanto in voga in quegli anni. Le storie, così come ci
aveva abituato Tondelli, non si nascondono dietro al formalismo delle
parole.
La
band si è formata nel 2013, dall’incontro tra Elisa Minari
(basso), Nicola Pulvirenti (voce), Silvio Valli (chitarre) e Alfredo
De Vicentiis (batteria e programmazione). Il concept prende spunto
dal romanzo “Altri libertini”, che, come racconta lo stesso
gruppo, offre lo spunto per raccontare un’età di passaggio e di
fuga, un momento di crisi attraverso un linguaggio universale come
l’elettricità del pensiero, che rende il romanzo di Tondelli
sempre attuale, soprattutto in un periodo storico come questo. Ecco
quindi che la condivisione diventa naturale, trasformando il
desiderio di comunicare la forza e la dolcezza di quelle pagine in
musica, in un lavoro che unisce citazioni a testi e brani originari,
una fotografia astratta dal suo tempo e collocata dove si vuole.
La copertina dell'album in versione Pop Art |
Il
gruppo è formato da musicisti uniti dalla voglia di “frequentare"
i luoghi e le situazioni di uno scrittore mai dimenticato, scegliendo
di chiamarsi Emily Sporting Club, come il bar descritto in “Altri
libertini”. I quattro hanno alle spalle singole esperienze di
incisioni e performance con Nomadi, Baccini, Valeria Rossi e Freak
Antoni.
I
suoni elettronici di synth e chitarre riportano alla musica degli
anni ’80/90, quella più hard e spontanea, tanto per intenderci, senza
per questo rimanere prigioniera del passato.
“Hangover”
è il brano manifesto del progetto, un viaggio in Interrail, come si
usava nei primi anni ’80, che arriva sino ai giorni nostri. In
questo percorso tra spazio e tempo il linguaggio è diretto, crudo,
tagliente, per nulla ipocrita e poco propenso alle metafore: “Quattro
zaini sulla schiena e un biglietto in mano, zigzagando per l'Europa
Nord-Occidentale, si partì con la speranza di plasmare un'illusione,
si arrivò soltanto con un gran fiatone…”.
Emily Sporting Club |
La
disperazione dei nostri tempi aleggia nei sogni e nella realtà, con
il viaggio visto come soluzione per ricominciare una nuova vita,
lasciandosi tutto alle spalle, consapevoli di essere sognatori
terminali.
“Postoristoro”
batte un tempo dark, scandito da batteria e chitarra, con la voce
antifona di Pulvirenti abile nell’aggiungere desinenze ipnotiche al
ritmo rock. Da ascoltare!
"Nervi
sotto i denti che non danno dolore” danno forza ad “Autobahn”,
l’autostrada senza limiti di velocità con le curve di una vita
storta e, come recita il testo, parlano
di storie di stomaci annodati attorno al collo e a un viso blu,
fuggendo da una vita che ci vuole inseguire.
Gli Emily Sporting Club si sono formati nel 2013, dall’incontro tra Elisa Minari (basso), Nicola Pulvirenti (voce), Silvio Valli (chitarre) e Alfredo De Vicentiis (batteria e programmazione) |
Chiude
l’album “Più di così - non se ne può più”, l’unico con le
parole di Tondelli, un brano in cui il prog si fa narrativo, con
basso e batteria in gran spolvero e una gran voglia di riascoltare
subito il disco. Il disco è suonato
da ottimi musicisti, presupposto necessario e indispensabile per un
progetto di questo spessore.
Copyright
by William Molducci
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