di
William Molducci
“Aprite
le città a tutti i presenti, senza barriere o discorsi importanti…”,
questa frase introduce il brano di apertura di “L’amore devi
seguirlo”, la nuova raccolta di canzoni inedite scritte e
interpretate da Nada. Il pezzo è una sorta di inno essenziale,
basato su chitarra, ritmo e voce cadenzata, in cui sono espressi con
convinzione, concetti chiari su sradicamento e disperazione.
“Una
pioggia di sale” descrive l’acqua acida e nera che metaforizza le
preoccupazioni della gente, immersa nel quotidiano vivere. In questo
contesto Nada concede soltanto qualche accenno alla melodia,
preferendo optare per suoni ripetitivi e ossessivi, con il ritmo
scandito da pause e brevi assoli strumentali.
“La
canzone dell’amore” immagina il suo lui davanti alla macchinetta
del caffè, in una sorta di minimalismo urbano che paragona
l’ossigeno al vento e il vetro al diamante che non si stacca mai.
Il ritmo è perfetto per la vocalità della cantante, divisa tra
l’entusiasmo e il tono volutamente infantile esasperato nelle
continue ripetizioni di suoni e parole. Questo brano piace fino a
morire, tutti gli strumenti, all’unisono, seguono il progredire di
un treno sui binari, senza fare mai soste e stando attenti a non
superare la fatidica linea gialla: “Mi
piace l’amore, mi piace l’amore, mi piace l’amore, solo con il
mio ragazzo…”. Parole
semplici nate da un incontro con i ragazzi diversamente abili, che
hanno partecipato al laboratorio musicale tenuto recentemente
dall’artista toscana.
La copertina del nuovo album |
“Finchè
tu vorrai” è una sorta di ballata, tra stelle e nuvole, prati e
soldati, mentre “Non sputarmi in faccia” ci riporta agli anni
’50, con un lento ironico e paradossale, addolcito dall’organo
hammond e da una cantilena post-melodica. Il titolo dice quasi tutto,
il resto del testo chiarisce: “… non
sputarmi in faccia quando parli in fretta, perché, sono innamorata,
nonostante tutto, di te…”.
“Ballata
triste” racconta una giornata apparentemente come tutte le altre,
ma tra grida, piatti rotti e sangue, si racconta una storia di
femminicidio, tra le mura domestiche, dove l’amore muore tra
indifferenza e violenza. L’arrangiamento è parte del racconto,
quasi un film, che scuote i nervi e dona forza alle parole. Una
storia di lucida e, purtroppo, di ordinaria follia.
“L’estate
sul mare” passa, come i pomeriggi, schiacciando le formiche,
cullando un cuore senza amore, “Non capisci più” esalta l’anima
rock dell’artista, tra suoni metallici e lune morte, con qualche
richiamo al psichedelico anni ’60. “La bestia” se ne va tra la
gente che protesta, seminando paura verso tutto quello che non si
conosce.
Nada durante un live |
“Tira
un vento che fa male, tira un vento che mi fa male, tra le ombre
della luce, che acceca le persiane, troverò il coraggio, lo troverò,
e prima o poi aprirò questa porta e sparirò…”,
sono le parole iniziali di “All’aria aperta”, la canzone di
chiusura dell’album. Il brano è un invito alla libertà dell’anima
e alla creatività, tra rose e crisantemi senza spine e profumo, una
filastrocca ricca di metafore e figure sanguigne, dure e grezze come
spesso è la realtà.
L’atmosfera
che si respira nel nuovo disco della cantautrice toscana è quella
della cantina underground d’altri tempi, in cui erano ammassati
improbabili e vecchi apparecchi elettronici capaci di registrare
l’anima del suono, anche se in realtà gli arrangiamenti nascono
sul più moderno e funzionale Garage Band di Apple, per poi essere
rifiniti in studio.
Nada in versione Pop Art |
“L’amore
devi seguirlo” è un disco complicato, sofferto, crudo e raffinato,
primitivo e moderno, artisticamente notevole. I sentimenti e il
quotidiano emergono dalle parole e dai suoni, che catturano
l’attenzione di chi ascolta. Gli arrangiamenti spesso stupiscono,
urla, suoni e ottoni escono, inattesi, nel momento giusto e dal lato
che non ci si aspetta. Tutto è curato, ogni scelta ha una ragione di
essere. Consigliato a chi piace sorprendersi.
"La canzone dell'amore" - Video ufficiale
Foto
Nada live: Creative Commons 3.0 Author Lucarelli
Copyright
by William Molducci
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