di
William Molducci
Italo
Greco, detto Lilli, è stato musicista e produttore discografico, uno
dei punti fermi di quella straordinaria “fabbrica della musica”
che fu la RCA Italiana. Greco credeva nel lavoro e nella
sperimentazione finalizzata alla ricerca e allo sviluppo del talento,
consapevole che per creare capolavori l’artista
deve esprimersi assoluta libertà.
Lilli Greco, assunto nel 1958 dalla RCA di Ennio Melis e Vincenzo
Micocci, lavorò inizialmente con Gianni Meccia, Jimmy Fontana,
Sergio Endrigo, Gianni Morandi, Rita Pavone, Edoardo Vianello, Patty
Pravo, Gabriella Ferri.
Negli
anni ’70 il nome di Lilli Greco venne associato al termine
“cantautori” per il lavoro con Francesco de Gregori e Antonello
Venditti (a partire da “Theorius Campus”), Paolo Conte, Renzo
Zenobi, Riccardo Cocciante, Mario Castelnuovo. Ognuno di questi
artisti fu sostenuto dalla sua sensibilità artistica e dalla
capacità di vedere oltre le apparenze, dote rara e preziosa nel
mondo della discografia. Lunga e proficua anche l’attività con la
regista Lina Wertmüller, per la realizzazione delle colonne sonore
di numerosi film.
Tullio Pizzorno |
Tullio
Pizzorno, musicista, interprete e autore, ha collaborato con artisti
di primo piano in Italia e all'estero, prestando con passione e
talento la sua anima funky e jazz. L'incontro della nostra redazione
con Tullio è stato casuale, nato
grazie alla sua disponibilità in occasione dell'uscita di “Banca
d'Italia”, l’album del 2014 di
Alberto Radius, di cui scrisse i testi di alcuni brani. Recentemente
ha interagito nuovamente con Radius scrivendo le parole di cinque
canzoni di “Antichi amori”; il nuovo disco del chitarrista
ex-Formula 3. Mina
ha inserito il musicista casertano tra i suoi autori, incidendone
alcuni brani tra cui: "La fretta nel vestito", "Di
vista" e "Musica per lui". Pizzorno ha lavorato con
Lilli Greco nel 2000, in occasione di “Un dubbio”, il suo album
d’esordio.
Lilli Greco con Lina Wertmüller (ph. Ignazio Romano) |
Curiosità
Lilli
Greco, scomparso nel 2012, fu chiamato in causa dagli Avion Travel
durante la cerimonia di premiazione del Festival di Sanremo del 2000:
“Il nostro ringraziamento va a Lilli Greco che ci ha insegnato a
cantare anche solo davanti a un cappello".
“Musica
per un incendio”, l’album di Mario Castelnuovo pubblicato nel
2014, contiene dodici brani inediti prodotti con Lilli Greco, tra
questi “Santa Maria delle caramelle”, la sua preferita: “È
vero che gli artisti in realtà sono come dei bambini come i vecchi
in estate davanti ad una stella, sull'orlo sempre dell'eternità o
sull'orlo del nulla…”.
Durante
una pausa della registrazione dell’album di Tullio Pizzorno, Greco
provinò alcuni musicisti da affiancare ai live di Franco Califano.
In quell’occasione conobbe un chitarrista in grado di eseguire
tremila note velocissime, ma incapace di suonare “’O sole mio”,
con cui Lilli lo aveva messo improvvisamente alla prova.
(ph. Ignazio Romano) |
Intervista
a Tullio Pizzorno
Quando
hai conosciuto Lilli Greco?
Nel
1997 Lilli Greco ed Ettore Zeppegno, due colonne della storica RCA,
lavoravano come consulenti per l’etichetta con la quale firmai il
mio primo contratto discografico. Conobbi Lilli durante una sua
Masterclass a Latina. Lo rincontrai due anni dopo al Giffoni Film
Festival, la manifestazione dedicata al cinema per bambini.
Quell’edizione fu la prima in cui il Giffoni ospitò anche la
musica, oltre a me
c’erano
Ennio Morricone, Roberto
Sironi, i Funambolici Vargas, Eugenio Bennato, Marcello Murru e il
trio Pelú/Jovanotti/Ligabue che lanciarono "Il mio nome è mai
più".
Greco
è stato l’Art Director di “Un dubbio”, il mio primo album che
fu pubblicato nel 2000; poi ho avuto il piacere di averlo ospite in
alcune serate, come al Teatro Leo Amici e al Festival di Potenza,
dove lo coinvolsi anche come Presidente della giuria. Lilli incarnava
(anzi incarna, per me è ancora tra noi) la figura e il ruolo del
maestro “invisibile”, quello che con la propria opera ed
esperienza non condiziona l’artista al proprio gusto,
consentendogli di trovare la sua migliore espressione e
identificandone i tratti più originali e personali. Prima di
conoscerlo ero più focalizzato sulla musica che sulle parole,
impegnato nella ricerca armonica della composizione. Grazie a lui ho
messo a fuoco quello che ogni autore deve sempre avere ben presente:
scrivere un testo senza ermetismi e termini improbabili, sintesi
necessaria per la credibilità di una canzone. Da Lilli ho imparato a
“smontare” un brano, per poi ricostruirlo e scartarne il
superfluo.
(ph. Ignazio Romano) |
Qual
era la sua filosofia di lavoro?
Essere
tutti alla pari. Nonostante io fossi un granello di sabbia davanti a
lui, Lilli era il primo a ridiscutersi e a confrontarsi sulle scelte
artistiche da adottare, ponendomi al suo stesso livello. Era
un’enciclopedia musicale vivente, e non solo in termini di
conoscenza, ma anche di pratica applicazione. Quello che conosceva te
lo faceva comprendere facilmente tramite esempi pratici.
Come
ti descriveva il suo periodo all’RCA Italiana?
Con
i suoi racconti mi ha fatto letteralmente vivere esperienze che non
ho provato in prima persona. Descriveva la storica RCA come una
fucina di talenti, con studi perennemente in attività e
sperimentazioni incredibili, dove potevi passare giornate a lavorare
con Bacalov su un progetto e contemporaneamente curare Jimmy Fontana
o incontrare Lucio Battisti, mentre andava ad ascoltare i dischi di
Soul e R&B che portava sotto il braccio.
Che
ricordi hai del tempo passato con Lilli?
Mi
legano a lui numerose situazioni e simpatici aneddoti, tra questi la
frase con cui era solito interrogare chiunque lo incontrasse per la
prima volta: “Te piace ‘a Rometta… o ‘a Laziaccia?”. Era un
gran tifoso della Roma. Lilli mi fece conoscere molte persone fuori
dal comune, per esempio per promuovere il mio primo disco tenni un
concerto nel teatro di Latina, in quell’occasione mi presentò
Alberto Silvestri, famoso autore televisivo (in coppia con Paolini),
papà di Daniele Silvestri. Grazie a Lilli conobbi Ennio Morricone,
durante quell’incontro rimasi un po’ sorpreso perché lo sentii
affermare che il suo “C’era una volta il West” più che una
composizione era un semplice “studio sulle seste”.
Una
volta Lilli mi raccontò di aver “bocciato” un artista, poi
divenuto famosissimo. Su questo fatto si prendeva simpaticamente in
giro, sostenendo però che l’avrebbe bocciato di nuovo. Sono
convinto che l’avrebbe fatto, naturalmente non dico di chi si
tratta.
(ph. Ignazio Romano) |
I
suoi consigli ti hanno migliorato?
Quando
uno nell’impianto di una produzione si occupa praticamente di
tutto: musica, testi, arrangiamenti e scelte sonore, così come
faccio io, corre il rischio di cadere nel classico “sotuttoio”.
Lilli ha dovuto spacchettare tutte queste componenti e su ognuna di
esse ha avuto la capacità di mostrarmi precisamente cosa correggere.
Ancora adesso, quando butto giù un’idea, immagino di confrontarmi
con lui. Mi manca, mi manca tantissimo!
Tullio Pizzorno - Piove Che Sembra Novembre (dall'album "Un Dubbio"- 2000):
Lilli
Greco produsse “Theorius Campus” insieme a Paolo Dossena
Le
fotografie che ritraggono Lilli Greco sono realizzate e gentilmente
concesse da Ignazio Romano
Si
ringraziano Tullio Pizzorno e Mario Castelnuovo
Copyright
by William Molducci
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