lunedì 9 gennaio 2017

Lilli Greco raccontato da Tullio Pizzorno

di William Molducci

Italo Greco, detto Lilli, è stato musicista e produttore discografico, uno dei punti fermi di quella straordinaria “fabbrica della musica” che fu la RCA Italiana. Greco credeva nel lavoro e nella sperimentazione finalizzata alla ricerca e allo sviluppo del talento, consapevole che per creare capolavori l’artista deve esprimersi assoluta libertà. Lilli Greco, assunto nel 1958 dalla RCA di Ennio Melis e Vincenzo Micocci, lavorò inizialmente con Gianni Meccia, Jimmy Fontana, Sergio Endrigo, Gianni Morandi, Rita Pavone, Edoardo Vianello, Patty Pravo, Gabriella Ferri. 

 
Negli anni ’70 il nome di Lilli Greco venne associato al termine “cantautori” per il lavoro con Francesco de Gregori e Antonello Venditti (a partire da “Theorius Campus”), Paolo Conte, Renzo Zenobi, Riccardo Cocciante, Mario Castelnuovo. Ognuno di questi artisti fu sostenuto dalla sua sensibilità artistica e dalla capacità di vedere oltre le apparenze, dote rara e preziosa nel mondo della discografia. Lunga e proficua anche l’attività con la regista Lina Wertmüller, per la realizzazione delle colonne sonore di numerosi film. 

Tullio Pizzorno
 
Tullio Pizzorno, musicista, interprete e autore, ha collaborato con artisti di primo piano in Italia e all'estero, prestando con passione e talento la sua anima funky e jazz. L'incontro della nostra redazione con Tullio è stato casuale, nato grazie alla sua disponibilità in occasione dell'uscita di “Banca d'Italia”, l’album del 2014 di Alberto Radius, di cui scrisse i testi di alcuni brani. Recentemente ha interagito nuovamente con Radius scrivendo le parole di cinque canzoni di “Antichi amori”; il nuovo disco del chitarrista ex-Formula 3. Mina ha inserito il musicista casertano tra i suoi autori, incidendone alcuni brani tra cui: "La fretta nel vestito", "Di vista" e "Musica per lui". Pizzorno ha lavorato con Lilli Greco nel 2000, in occasione di “Un dubbio”, il suo album d’esordio.

Lilli Greco con Lina Wertmüller (ph. Ignazio Romano)


Curiosità

Lilli Greco, scomparso nel 2012, fu chiamato in causa dagli Avion Travel durante la cerimonia di premiazione del Festival di Sanremo del 2000: “Il nostro ringraziamento va a Lilli Greco che ci ha insegnato a cantare anche solo davanti a un cappello".
Musica per un incendio”, l’album di Mario Castelnuovo pubblicato nel 2014, contiene dodici brani inediti prodotti con Lilli Greco, tra questi “Santa Maria delle caramelle”, la sua preferita: “È vero che gli artisti in realtà sono come dei bambini come i vecchi in estate davanti ad una stella, sull'orlo sempre dell'eternità o sull'orlo del nulla…”.
Durante una pausa della registrazione dell’album di Tullio Pizzorno, Greco provinò alcuni musicisti da affiancare ai live di Franco Califano. In quell’occasione conobbe un chitarrista in grado di eseguire tremila note velocissime, ma incapace di suonare “’O sole mio”, con cui Lilli lo aveva messo improvvisamente alla prova.

(ph. Ignazio Romano)


Intervista a Tullio Pizzorno


Quando hai conosciuto Lilli Greco?
Nel 1997 Lilli Greco ed Ettore Zeppegno, due colonne della storica RCA, lavoravano come consulenti per l’etichetta con la quale firmai il mio primo contratto discografico. Conobbi Lilli durante una sua Masterclass a Latina. Lo rincontrai due anni dopo al Giffoni Film Festival, la manifestazione dedicata al cinema per bambini. Quell’edizione fu la prima in cui il Giffoni ospitò anche la musica, oltre a me c’erano Ennio Morricone, Roberto Sironi, i Funambolici Vargas, Eugenio Bennato, Marcello Murru e il trio Pelú/Jovanotti/Ligabue che lanciarono "Il mio nome è mai più".


Greco è stato l’Art Director di “Un dubbio”, il mio primo album che fu pubblicato nel 2000; poi ho avuto il piacere di averlo ospite in alcune serate, come al Teatro Leo Amici e al Festival di Potenza, dove lo coinvolsi anche come Presidente della giuria. Lilli incarnava (anzi incarna, per me è ancora tra noi) la figura e il ruolo del maestro “invisibile”, quello che con la propria opera ed esperienza non condiziona l’artista al proprio gusto, consentendogli di trovare la sua migliore espressione e identificandone i tratti più originali e personali. Prima di conoscerlo ero più focalizzato sulla musica che sulle parole, impegnato nella ricerca armonica della composizione. Grazie a lui ho messo a fuoco quello che ogni autore deve sempre avere ben presente: scrivere un testo senza ermetismi e termini improbabili, sintesi necessaria per la credibilità di una canzone. Da Lilli ho imparato a “smontare” un brano, per poi ricostruirlo e scartarne il superfluo.


(ph. Ignazio Romano)


Qual era la sua filosofia di lavoro?
Essere tutti alla pari. Nonostante io fossi un granello di sabbia davanti a lui, Lilli era il primo a ridiscutersi e a confrontarsi sulle scelte artistiche da adottare, ponendomi al suo stesso livello. Era un’enciclopedia musicale vivente, e non solo in termini di conoscenza, ma anche di pratica applicazione. Quello che conosceva te lo faceva comprendere facilmente tramite esempi pratici.

Come ti descriveva il suo periodo all’RCA Italiana?
Con i suoi racconti mi ha fatto letteralmente vivere esperienze che non ho provato in prima persona. Descriveva la storica RCA come una fucina di talenti, con studi perennemente in attività e sperimentazioni incredibili, dove potevi passare giornate a lavorare con Bacalov su un progetto e contemporaneamente curare Jimmy Fontana o incontrare Lucio Battisti, mentre andava ad ascoltare i dischi di Soul e R&B che portava sotto il braccio.

 
Tullio Pizzorno durante un live

Che ricordi hai del tempo passato con Lilli?
Mi legano a lui numerose situazioni e simpatici aneddoti, tra questi la frase con cui era solito interrogare chiunque lo incontrasse per la prima volta: “Te piace ‘a Rometta… o ‘a Laziaccia?”. Era un gran tifoso della Roma. Lilli mi fece conoscere molte persone fuori dal comune, per esempio per promuovere il mio primo disco tenni un concerto nel teatro di Latina, in quell’occasione mi presentò Alberto Silvestri, famoso autore televisivo (in coppia con Paolini), papà di Daniele Silvestri. Grazie a Lilli conobbi Ennio Morricone, durante quell’incontro rimasi un po’ sorpreso perché lo sentii affermare che il suo “C’era una volta il West” più che una composizione era un semplice “studio sulle seste”.
Una volta Lilli mi raccontò di aver “bocciato” un artista, poi divenuto famosissimo. Su questo fatto si prendeva simpaticamente in giro, sostenendo però che l’avrebbe bocciato di nuovo. Sono convinto che l’avrebbe fatto, naturalmente non dico di chi si tratta.

(ph. Ignazio Romano)

I suoi consigli ti hanno migliorato?
Quando uno nell’impianto di una produzione si occupa praticamente di tutto: musica, testi, arrangiamenti e scelte sonore, così come faccio io, corre il rischio di cadere nel classico “sotuttoio”. Lilli ha dovuto spacchettare tutte queste componenti e su ognuna di esse ha avuto la capacità di mostrarmi precisamente cosa correggere. Ancora adesso, quando butto giù un’idea, immagino di confrontarmi con lui. Mi manca, mi manca tantissimo!

Tullio Pizzorno - Piove Che Sembra Novembre (dall'album "Un Dubbio"- 2000):



Lilli Greco produsse “Theorius Campus” insieme a Paolo Dossena

Le fotografie che ritraggono Lilli Greco sono realizzate e gentilmente concesse da Ignazio Romano

Si ringraziano Tullio Pizzorno e Mario Castelnuovo 
 

Copyright by William Molducci

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